Lega, la doppia partita di Salvini. E sul tavolo con Conte spunta la carta Frattini

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La frenesia di Matteo Salvini, quando cominciano i giochi per il Quirinale, cozza con il lento brulicare dei Grandi elettori che affollano il Transatlantico. Il leader della Lega decide di prendersi il ruolo di “regista” e nel primo giorno di votazioni dà il via a una lunga serie di incontri. Apre diversi canali, ma la sua è sostanzialmente una partita doppia: da un lato apre a Mario Draghi ma non trova, nell’incontro con il premier, le garanzie richieste sul volto “politico” di un eventuale nuovo governo. Dall’altro lavora alacremente su una proposta di centrodestra. Su una “rosa” di nomi che prende forma, con fatica, nella notte.

Quirinale, in Aula senza bussola tra selfie e disinfettanti trionfa scheda bianca

di Concetto Vecchio 24 Gennaio 2022
È un attivismo che non manca di creare irritazione, fra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ma Salvini va avanti, senza esitazioni, strappa aEnrico Lettaun’intesa sul metodo che sfocia addirittura in una nota congiunta (“Si lavora su alcune ipotesi”) e soprattutto tiene in piedi il dialogo conGiuseppe Conte. Nel confronto pomeridiano fra due figure simbolo del vecchio governo gialloverde spunta il profilo diFranco Frattini, ex forzista e oggi presidente del Consiglio di Stato. Un nome particolarmente gradito a Conte: subito dopo aver visto Salvini, infatti, l’avvocato inserisce Frattini nell’elenco di possibili candidati sottoposti al coordinatore forzistaAntonio Tajani. Ed è, in questo caso, l’unico nome del centrodestra che il presidente dei 5Stelle avanza al luogotenente diBerlusconi. Non è un particolare di poco conto. In questa giornata caotica la mossa provoca sconcerto. Non scalda i cuori di molti, nel centrodestra (a partire dai forzisti), mentre sul fronte opposto si scatenano i sospetti sul nuovo asse Lega-M5S.Enrico Lettateme di essere scavalcato, nel Pd e fra i renziani si additano le propensioni russofile di Frattini: “Non il nome più adatto – si fa notare – nei giorni della crisi russo-ucraina”. Frattini, all’alba del Conte I, si schierò a difesa dell’allora premier che si era espresso per lo stop alle sanzioni Ue a Mosca. Era l’estate del 2018 e l’ex ministro del governo Berlusconi, nella capitale russa, accreditò Conte presso il capo della diplomazia localeSergey Lavrov: “È un uomo del compromesso, per lui il vostro è un Paese amico”.

Draghi si muove, ma con Salvini cala il gelo su Colle e governo

di Tommaso Ciriaco 24 Gennaio 2022
Vecchie relazioni che ora sono un’ombra che aleggia nei capannelli di Montecitorio. Salvini e Conte, dopo anni di gelo, potrebbero ritrovarsi sull’avversione nei confronti dell’ipotesi Draghi e su una comune visione della politica estera: “Frattini sarebbe la saldatura perfetta”, sussurra qualcuno. Certamente per Giuseppe Conte la priorità, ripetuta ai vari leader nel suo giro di incontri, è che “il lavoro del governo prosegua: non si può perdere neanche un giorno in questa fase di emergenza”. Un modo neanche troppo velato per sbarrare la strada del Quirinale a Draghi. Sul piatto delle trattative, a mo’ di avvertimento generale, l’ex presidente del Consiglio ha messo anche l’eventuale voto online della base del Movimento qualora si dovesse formare un nuovo esecutivo causa trasloco di Draghi, una variabile quella davvero difficilmente controllabile.
In quest’ottica di freddezza sull’attuale capo del governo il ragionamento sui nomi alternativi per il Colle è abbastanza ampio e contempla anche quello su figure di centrodestra, come può essere Frattini. Il passaggio successivo da fare però sarebbe convincere i 234 grandi elettori del M5S, alcuni dei quali – specie chi si è battuto di più sul tema dei diritti civili – non del tutto persuasi neanche dalla cartaAndrea Riccardi, tirata fuori domenica e per ora riposta nuovamente nel taschino. “Un accordo di Conte con la Lega per un nome comune, tagliando fuori il Pd, farebbe esplodere il Movimento: le possibilità sono davvero minime”, assicura un big dei 5 Stelle. Su questo punto ancheLuigi Di Maio, che invece come Enrico Letta vedrebbe beneDraghial Colle, ha un’opinione simile: “Stiamo scivolando lentamente verso il premier”, confida l’ex capo politico ai suoi, nel lungo pomeriggio di Montecitorio.

La lista del centrodestra, a tarda ora, non è chiusa: oltre a Frattini, ci sarebbero Casellati, Pera, Moratti, Gianni Letta. Ma Silvio Berlusconi, che si è fatto da parte, ora insiste per mettere nella “rosa” Antonio Tajani, con l’insofferenza degli alleati che lo ritengono un nome troppo di parte. E si dicono pronti, a un certo punto, a inserire a loro volta altri dirigenti di partito. È lo stallo. Mentre Salvini continua a guardarsi attorno, non escludendo alcuna ipotesi. Finisce per rassicurare anche Pierferdinando Casini: “Non è detto che non si finisca sulla tua candidatura…”. La partita del Quirinale è sempre più un tavolo di poker. Oggi un altro giro.

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