KIEV – Fa i danni, questa guerra che non c’è. Affama, aggrava, fa fuggire chi investe, alza i prezzi al supermercato. Giù la borsa, su l’inflazione: saranno pure fatalisti per indole, ma stavolta gli ucraini cominciano ad arrabbiarsi. Martedì c’era la folla in piazza, un corteo che non finiva più, le bandiere e gli striscioni. Spalla a spalla sulla Khreschatyk, il “buuu” delle trombe, migliaia di braccia conserte verso Majdan e infine la Rada, nel centro di Kiev: “Venite fuori da lì”, urlavano ai parlamentari. Ma non chiedono mica la pace. Vogliono che salti la nuova legge che introduce il registratore di cassa. Sono piccoli imprenditori es esercenti che “con tutte queste tasse è impossibile andare avanti”.
Ucraina, polemica sul summit di Putin con le imprese italiane. Manovre di Mosca in Crimea e nel Sud della Russia.
dai nostri corrispondenti Tonia Mastrobuoni , Paolo Mastrolilli 25 Gennaio 2022
Il presidenteVolodimir Zelenskijè crollato nei sondaggi sulla fiducia: è al 27% contro il 50% di “no”. L’alta tensione con Mosca sta devastando le casse pubbliche e private. Tra i tre grandi partiti filo occidentali di Zelenskij e dei vecchi leader deposti –Petro PoroshenkoeYulia Tymoshenko– c’è una tale tempesta da mettersi le mani nei capelli. E con tutti quei pescecani all’orizzonte, il governo deve camminare sul filo: “Questa paura ingiustificata – dice il viceministro degli Interni,Eugene Yenin– ci danneggia. Il rischio di un attacco russo ovviamente c’è, ma non è lo scenario più probabile e non è imminente”.
Nel mirino dei russi, Kiev ci vede una gigantesca destabilizzazione. Il paradosso è che mentre l’ambasciata Usa a Kiev “esorta i cittadini americani a considerare di partire subito”, l’Ucraina che ha fatto squillare i campanacci del pericolo ora sparge cenere sul fuoco, smorza i toni, invita alla calma. La Russia ha ammassato ai confini 130mila uomini. Sta trasferendo negli aeroporti bielorussi i caccia Su-25, ha avviato esercitazioni nel Mar Nero con fregate e pattugliatori, lancia missili e dragamine. “Le truppe russe sono una minaccia diretta per noi – dice il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba – ma al momento sono insufficienti per un’offensiva su vasta scala”. E allora “non c’è motivo di farsi prendere dal panico”, ha ripetuto Zelenskij. “Ad oggi le forze armate russe non hanno creato gruppi d’attacco con cui lanciare un’offensiva”, dice il ministro della Difesa, Reznikov.
Ucraina, Berlino preme per la soluzione diplomatica: gas ed economia dietro alla prudenza di Scholz
dalla nostra corrispondente Tonia Mastrobuoni 26 Gennaio 2022
Sono d’accordo pure gli economisti: “Ci pare chiaro – dice il vicepresidente della Kiev School of Economics,Oleg Nivjievski– che il punto oggi non sia una possibile aggressione. Ma si rende la gente nervosa e si spaventano gli investitori. In 8 anni, dall’inizio della guerra, l’Ucraina è cresciuta con il Pil più della Russia, la moneta si è stabilizzata, abbiamo risorse sufficienti nelle banca centrale e sono state fatte riforme importanti. Ora vogliono destabilizzarci: con la paura stanno facendo cadere la moneta, i bond sono più difficili da vendere, la bilancia commerciale peggiora, gli investimenti fuggono e l’Ucraina precipita. Se l’isteria continua a crescere, nessuno sa cosa potrà accadere. Il governo deve essere chiaro nei messaggi: siamo forti, stiamo bene, ci proteggeremo. Gli americani sbagliano invitando i concittadini a lasciare il Paese: non so davvero cosa li abbia convinti”.
La guerra che non c’è trascina in basso la stabilità. La crisi spinge i prezzi alle stelle e decapita i salari. “A parità di corsa – dice Aidin, tassista 26enne con Uber – le tariffe sono rimaste immobili, ma l’aumento della benzina si è mangiato il mio guadagno”. Come se non bastasse, il Covid picchia duro anche qui. “Per i russi la stabilizzazione del Donbass sarebbe la migliore exit strategy. E non escludiamo che alcuni Paesi europei la pensino alla stesso modo”, dice un’autorità ucraina di primo piano. Mentre a Mosca il partito governativo Russia Unita propone di armare i separatisti, e alla Duma è pendente la minaccia di riconoscimento formale delle “repubbliche” ribelli, Vladimir Putin starebbe giocando la sua partita per forzare la risoluzione della crisi nel Donbass a suo vantaggio, ma l’Ucraina non cede di un passo all’idea di dover fare nuove concessioni. Ma intanto alla linea dura dei britannici e degli americani l’Europa contrappone la sua diplomazia.