Quirinale 2022, il centrodestra forza e oggi vota un nome. In pole Casellati e Nordio

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Quattro fumate nere. Il falò di Montecitorio brucia schede e nomi di possibili presidenti della Repubblica – ultimo quello della diplomatica Elisabetta Belloni – e il centrodestra decide di tentare di dare una spallata: oggi, alla quinta votazione, proporrà all’aula un proprio candidato. Probabilmente la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati o, in alternativa, il magistrato Carlo Nordio. Il documento partorito poco dopo le 23 dice che la coalizione indicherà “uno dei nomi di alto livello proposto nei giorni scorsi”.

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Viene dato mandato a Matteo Salvini, “previa ogni opportuna interlocuzione”, di definirlo entro una nuova riunione prevista per la prima mattinata di oggi. Alla fine di una nuova, frenetica, giornata è intanto tornata sulla ribalta la figura di Franco Frattini ed è spuntato un nuovo papabile, l’ambasciatore Giampiero Massolo. Sono i profili, assieme a quello di Sabino Cassese, che Matteo Salvini scrive nella sua personale lista che però non sottopone al tavolo con gli alleati.

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Anche perché non c’è piena condivisione su quelle soluzioni: Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, e i leader dei piccoli partiti moderati (Giovanni Toti per Coraggio Italia e Lorenzo Cesa per l’Udc) sono pronti a chiedere di allungare la lista con il nome di Pier Ferdinando Casini, che era finito nel freezer per le resistenze dei sovranisti. Toti e Cesa, in caso di rifiuto delle loro istanze, minacciano l’uscita dalla coalizione.

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La partita per il Quirinale non decolla, Salvini si carica sulle spalla l’onere di coordinare le operazioni e promette una soluzione entro oggi: “Confido che sia la giornata buona”. Con un proposito decisamente ambizioso: “Il mio obiettivo è tenere unito il centrodestra ma anche la maggioranza di governo”, sibila. Fino a tarda ora, anche ieri, non è sembrato riuscirci: dentro la coalizione Fratelli d’Italia guarda con diffidenza al tentativo del leader della Lega di cercare un accordo a tutto campo.

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E, fuori dallo schieramento, il rilancio serale della candidatura di Frattini manda su tutte le furie Enrico Letta (“Basta improvvisazoni”), spacca i 5S, e rompe il sodalizio che si era creato fra Salvini e Matteo Renzi: “Siamo al teatrino, allo show di qualche aspirante leader. Credo che bisogna farsi sentire e dire basta”. E sì che Salvini e Renzi, mercoledì pomeriggio, avevano posto le basi insieme per un accordo sulla candidatura di Casini: l’ex premier si era detto sicuro dei voti del Pd, i centristi erano compatti. Berlusconi, così si apprende dall’ospedale San Raffaele, aveva dato il suo placet.

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E il capo del Carroccio era sembrato d’un tratto possibilista. Ma si è però preso un po’ di tempo e poi ha interrotto le comunicazioni. Dialogo finito. Forse anche per la contrarietà di Giorgia Meloni, che nella prima mattinata di ieri si è presentata a un incontro con gli altri esponenti della coalizione chiedendo di andare in aula con un nome di centrodestra (Casini è stato eletto con il Pd), da far votare al centrodestra medesimo.

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Salvini e Forza Italia hanno frenato, il primo per poter continuare la trattativa con i giallorossi, gli azzurri forse per paura di defezioni interne. Alla fine è prevalsa la soluzione dell’astensione, da far dichiarare a ogni grande elettore in aula, senza neppure ritirare la scheda. Un modo per contarsi, ma anche per controllarsi a vicenda. “Abbiamo accolto questa proposta per il bene della coalizione”, dice il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa. Che insiste sulla necessità di consumare un passaggio in aula con un candidato di bandiera.

Ma Salvini inizialmente non si fida, teme una trappola, ha paura di dover pagare in prima persona un insuccesso nella votazione. In ogni caso nel pomeriggio i vertici di Fi acquisiscono la disponibilità di Casellati a correre oggi sotto le insegne del centrodestra. Nel frattempo, non va male la prova dell’astensione: 441 non-voti su 453 elettori del cartello.

A quel punto Salvini prova a cercare altri profili con cui “sedurre” il centrosinistra. Incontra “docenti universitari e avvocati”, dice. Si muove in assoluta solitudine, fidando in una successiva condivisione delle sue proposte. Fino al vertice di centrodestra serale, in cui gli alleati lo spingono comunque a forzare i tempi. Stamattina, per la prima volta, il centrodestra si sottoporrà alla prova dell’aula. Con un candidatura di bandiera che serve anche per opporsi a una possibile convergenza del centrosinistra sul nome di Sergio Mattarella.
 

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