Putin perde pezzi: la guerra in Ucraina fa allontanare dalla Russia i suoi alleati in Est Europa

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L’alleanza di Putin perde pezzi. Ungheria e Repubblica Ceca, Paesi fino a ieri vicini alla Russia, stavolta non seguono il presidente russo nel suo attacco all’Ucraina. La condanna arriva anche da Bulgaria e Romania. E perfino il Kazakistan, che non più di un mese fa ha accolto l’aiuto di Mosca per domare una rivolta popolare, oggi avrebbe declinato l’invito a fornire truppe per l’invasione.

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L’immagine dei carri armati di Mosca che puniscono un Paese giudicato troppo indipendente risuona ancora nelle menti di molti cittadini dell’ex blocco sovietico. Da Praga, invasa dai sovietici nel 1968, il presidenteMilos Zeman– criticato fino a ieri dai suoi oppositori per essere troppo prono alle posizioni di Mosca – ha definito il leader del Cremlino “un pazzo da isolare” e l’invasione dell’Ucraina “un atto d’aggressione ingiustificato”. La Russia deve essere espulsa immediatamente dal sistema di pagamenti Swift, ha aggiunto il presidente ceco. L’alternativa è l’occupazione dell’intera Ucraina nel giro di pochi giorni.

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Zeman fino a mercoledì sera aveva sempre escluso l’ipotesi di un’invasione russa. “Non sono tanto pazzi da lanciare un’operazione in cui hanno troppo da perdere”. Salvo ammettere candidamente giovedì mattina, quando i primi carri armati hanno superato le frontiere: “Mi sono sbagliato”.

Ma è soprattutto il dietrofront politico di Viktor Orbán, primo ministro ungherese, a colpire. Il più fervido avversario degli immigrati e il più caldo amico di Putin in Europa è corso alla città di frontiera di Beregsurany per accogliere a braccia aperte migliaia di profughi fuggiti dall’Ucraina. “Faremo entrare tutti” ha detto. “Ho visto persone arrivare senza documenti, ma ci stiamo adoperando per fornirglieli”.

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L’Ungheria (membro della Nato, ma avvicinatasi al Cremlino sotto la guida nazionalista di Orbán) si è anche offerta – finora senza esito – di ospitare eventuali negoziati di pace fra Kiev e Mosca e sostiene le sanzioni contro la Russia discusse a livello europeo. Sono passati quasi settant’anni da quando il rombo dei carri armati di Mosca ha scosso Budapest, ma il loro ricordo resta capace di capovolgere anni di politica estera dalla sera alla mattina.

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