“L’associazione è addolorata per tutto il clamore suscitato da queste segnalazioni che finiscono per inficiare quello che è il vero significato dell’adunata degli alpini. Quest’anno la aspettavamo con molta ansia visto che negli ultimi due non si è potuto fare per via del Covid”. Massimo Cortesi, dirigente di Ana, ufficiale alpino alla fine degli anni 70, è iscritto all’associazione nazionale dal ’91.
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Il presidente, l’ingegner Sebastiano Favero, ha consegnato un video col suo pensiero per quanto avvenuto al raduno di Rimini. Cortesi invece ha accettato di farsi intervistare.
Cosa è accaduto alla parata, dottor Cortesi?
“Quando raggruppi 400mila persone in una sola città, per un fine settimana, è quasi inevitabile che si registrino episodi di maleducazione e inciviltà. Del resto basta andare in qualsiasi città al sabato sera dove c’è la movida e di ubriachezza molesta ne registri a migliaia”.
A quanto pare, gli episodi di molestie sarebbero tantissimi.
“Prendiamo le distanze da queste persone, l’essere alpino è antitetico a questo tipo di comportamenti perché far parte di Ana significa essere al servizio della comunità e assistere i più deboli e i meno fortunati e non certo andare in giro a fare gazzarra”.
Però sarebbe accaduto tutto mentre si svolgeva la manifestazione.
“Guardi, per capire cosa intendiamo noi per alpini, basta vedere la sfilata di domenica: una sfilata di 11 ore, 90mila alpini in marcia che portavano centinaia di striscioni in cui si inneggiava amore, pace, fratellanza. Gli alpini parlano con i fatti: abbiamo fornito 5 milioni e mezzo di ore di lavoro volontario, non retribuito, negli ultimi 16 mesi, nella lotta di contrasto alla pandemia, viveri agli anziani”.
E oggi essere associato a questa vicenda che effetto le fa?
“Non si può essere associati al comportamento di ubriaconi, quelli che si comportano così di sicuro non li vedi alla sfilata. Bisogna quindi fare una distinzione: i soci dell’associazione alpini sono persone mediamente votate al servizio e alla solidarietà, poi ci sono persone che hanno il cappello in testa che sfruttano l’adunata per fare casino, ma non sono questi gli alpini che ci interessano”.
Se risultassero, i denunciati per molestie, iscritti all’associazione, cosa farete?
“Se avremo riscontri diretti di persone denunciate, contro di loro l’associazione prenderà provvedimenti: li espellerà. Questo è quanto possiamo fare, al resto penserà la magistratura. Ma vi prego: non confondete gli alpini con questa gentaglia”.