Caso Laura Ziliani, confessa anche la figlia Silvia dopo Mirto Milani: “L’abbiamo uccisa noi”. Il “trio criminale” ha agito per soldi

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Dopo Mirto Milani anche la fidanzata Silvia Zani, una delle figlie di Laura Ziliani, uccisa nel Bresciano, ha ammesso, interrogata in carcere. E ora a essere interrogata è Paola Zani, sorella di Silvia e figlia minore della vittima, anche lei, come la sorella e Milani, in carcere dal 24 settembre 2021.

E’ lui che ha provato per settimane a depistare le indagini. Un castello di bugie, frasi dette al telefono proprio immaginando di essere intercettato, per ipotizzare uno scenario completamente diverso dalla realtà. Mirto Milani è una figura centrale nell’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù scomparsa l’8 maggio scorso e ritrovata morta tre mesi dopo in un bosco non lontano da casa sua, in Valcamonica. Fidanzato della figlia più grande della donna, Silvia Zani, e amante della terza figlia, Paola. Tutti e tre accusati di un omicidio a lungo premeditato, ed è lui il primo ad aver ceduto e confessato coinvolgendo le due sorelle, dopo mesi di carcere – i tre erano stati arrestati a settembre – e dopo che le indagini sono già state chiuse, cristallizzando ruoli e fasi dell’omicidio pensato e voluto per soldi. Tra le novità emerse – come riferito dal Giornale di Brescia – c’è anche una fossa trovata a pochi metri di distanza dal luogo dove poi è stato rivenuto il cadavere di Laura Ziliani l’8 agosto scorso e che, secondo gli inquirenti, era stata scavata per contenere in un primo tempo il cadavere.

Mirto Milani, sopranista 28enne nato a Calolziocorte, nel Lecchese, ma residente a Roncola San Bernardo, nella Bergamasca, laurea in Psicologia e studi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, aveva conosciuto Silvia Zani dieci anni prima durante una vacanza studio nel Regno Unito. Viene descritto dagli inquirenti come un “manipolatore”. Il 31 maggio, quando Laura Ziliani era già morta da settimane, parlando al telefono con un amico ipotizza una fuga volontaria della donna: “Io ci sto pensando ultimamente che magari Laura ha dirottato nel corso del tempo dei soldi su un altro conto e ora si sta facendo la bella vita da qualche parte”. E aggiunge, disegnando una responsabilità della donna, che la fuga fosse legata a questioni economiche: “La situazione era disastrosa, lei spendeva più di quello che prendeva”. Con l’offesa finale di un finto dispiacere: “Io alla fine le volevo un gran bene, era una bravissima persona e voleva molto bene alle sue figlie”. Tutto falso, tutto costruito per nascondere quanto era accaduto.

Laura Ziliani, arrestate le figlie: quando chiedevano aiuto in tv per ritrovare la madre

Omicidio Laura Ziliani, la denuncia di scomparsa e le prime indagini

Le indagini hanno stabilito che Laura Ziliani, 55enne ex vigilessa amante della montagna, vedova dal 2012 – quando suo marito Enrico Zani muore travolto da una valanga – è stata uccisa la sera del 7 maggio. La mattina successiva alle 12 le due figlie Silvia e Paola – della terza, Lucia, totalmente estranea ai fatti, parleremo dopo – fanno una sollecita denuncia di scomparsa ai carabinieri: raccontano che la madre era uscita presto di mattina per una escursione nei boschi vicini e che avrebbe dovuto rientrare entro le 10 per andare con loro all’isola ecologica a portare dei vecchi mobili. Le due sorelle, 27 e 19 anni, vivevano assieme in un appartamento di Temù, nel Bresciano, mentre la madre viveva con Lucia in un altro. Le due ragazze ipotizzano che la madre abbia avuto un incidente durante l’escursione, così partono le ricerche, i boschi vengono setacciati ma niente. Le due, sui social e in tv, si mostrano disperate e fanno appelli per ritrovare la madre. Agli investigatori, in interrogatori sempre più pieni di incongruenze, raccontano di aver visto la madre parlare al cellulare la mattina alle 7, ma quel cellulare risulta spento dalla sera prima e verrà poi trovato sotto una panca in cantina.

Brescia, caso Ziliani:il momento dell’arresto delle due sorelle accusate dell’omicidio della madre

Dopo tre mesi ritrovato il corpo di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù

Passano tre mesi, è l’8 agosto – le due figlie e Mirto Milani sono già iscritti nel registro degli indagati – quando una piena del fiume Oglio riporta il corpo di Laura Ziliani, a poche centinaia di metri da casa sua. A trovarlo è un bambino che sta passeggiando con suo padre. Addosso ha soltanto slip e canottiera, è irriconoscibile se non per gli orecchini e una cisti sotto il piede, bisogna aspettare l’analisi del Dna per la conferma. Il 23 maggio era stata ritrovata una delle scarpe da camminata della donna in un altro punto del bosco, e a inizio giugno i suoi abiti – gli stessi che le figlie avevano descritto – e l’altra scarpa in un altro punto. Ma il 25 maggio un residente di Temù aveva detto ai carabinieri di aver visto Mirto e Silvia addentrarsi nel bosco, proprio dove poi vengono ritrovati i vestiti. Tutti tentativi goffi di depistare le indagini, spostando l’attenzione lontano dal punto dove la donna era stata portata.

Il 22 luglio i tre si presentano in caserma e consegnano i cellulari, che però sono stati resettati alle impostazioni di fabbrica. La scusa data dalla sorella più grande è di non voler mostrare suoi video intimi con il fidanzato e che si scoprisse che si era iscritta a un sito di scambisti, la scusa della minore è di non voler far leggere i messaggi che provano la relazione clandestina con il fidanzato della sorella. Paola, al telefono con una amica, dirà di essere preoccupata da quello che sarebbe potuto saltare fuori dai computer sequestrati, sostenendo che Mirto aveva fatto ricerche su come commettere omicidi e che lei e la sorella si erano iscritte a un canale Youtube chiamato “Truecrime”.

Laura Ziliani, ecco come è stata uccisa dalle figlie e da Mirto Milani

Ma come è stata uccisa Laura Ziliani? La ricostruzione fatta dagli inquirenti dice che la sera del 7 maggio la donna viene prima stordita con benzodiazepine probabilmente assunte con una tisana: un flacone pieno per un terzo di tranquillante verrà ritrovato nell’appartamento dove le due ragazze vivono con Mirto Milani. A procurarsi il farmaco potrebbe essere stata Silvia, dipendente di una casa di riposo. Una vicina di casa racconterà che a metà aprile Laura Ziliani le aveva confidato di essere stata male dopo una cena in famiglia, tanto da dormire per 48 ore consecutive: potrebbe essere stato il primo tentativo di ucciderla. Lo faranno la sera del 7 maggio: quando la donna è ormai priva di sensi viene soffocata.

Perché è stata uccisa? Il movente è economico. Laura Ziliani aveva chiesto alle figlie di investire i 40mila euro ricevuti come eredità dal padre per la ristrutturazione di alcuni appartamenti che aveva dato in affitto. La madre della donna racconterà che la figlia era preoccupata per le continue intromissioni di Mirto e di sua madre nella gestione di questi appartamenti. Il 26 maggio, quando la madre è ufficialmente scomparsa da meno di 20 giorni e le ricerche sono in corso, le due sorelle e Milani concludono la trattativa per affittare un altro appartamento e al telefono le due sorelle si congratulano per i soldi che di lì a breve avrebbero incassato, potendo così dare l’anticipo per l’acquisto di una nuova auto e per andare in vacanza.

Omicidio Laura Ziliani, la terza figlia Lucia è la vittima “collaterale”

“I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici”, scriverà la giudice delle indagini preliminari Alessandra Sabatucci nell’ordinanza di arresto. “Il proposito omicidiario è il frutto di una lunga premeditazione che ha permesso ai tre indagati di organizzare un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte della donna e di depistare le indagini a loro carico”. Mirto Milani, in quelle pagine, viene descritto come il manipolatore delle sorelle che “non riuscendo per motivi caratteriali a contrastare la volontà materna, hanno preferito sopprimere la genitrice piuttosto che dissentire apertamente con lei circa la gestione di un cospicuo patrimonio immobiliare”. I tre, si legge ancora, hanno dimostrato una “non comune freddezza a dispetto della giovane età e dell’incensuratezza”.

C’è un’altra vittima in questa storia. E’ Lucia, la seconda figlia di Laura Ziliani, che ha un lieve ritardo cognitivo e ha sempre vissuto in un legame di stretta dipendenza da sua madre. Agli investigatori racconterà che non si fidava più delle sorelle, che erano cattive con lei, e che Mirto “era un cretino”. La gip scrive su di lei: “La condotta, già di per sé di indicibile gravità, risulta ancor più odiosa ove si ponga mente al fatto che, così agendo, gli indagati hanno privato Zani Lucia, soggetto disabile e in tutto dipendente dalla madre, dell’unico genitore superstite”. Lucia Zani, adesso, vive con la nonna materna.

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