MILANO – Francesco Gaetano Caltagirone si dimette dal cda di Assicurazioni Generali. Ed è la seconda volta, dopo la sua polemica uscita di metà gennaio, dopo oltre 12 anni nei quali era stato anche vice presidente. Lo ha fatto sapere la società, informando con un comunicato di poche righe che “il consigliere di amministrazione non indipendente Francesco Gaetano Caltagirone si è dimesso dal consiglio con effetto immediato”, e che “le motivazioni non sono state rese note”. Fin dai giorni successivi alla sua nomina, avvenuta nell’assemblea Generali del 29 aprile, Caltagirone aveva continuato a mostrarsi critico rispetto al funzionamento della governance della compagnia, e il 12 maggio aveva rifiutato, insieme agli altri due consiglieri Marina Brogi e Flavio Cattaneo tratti dalla sua lista giunta seconda dietro quella del cda, di entrare a far parte dei comitati interni al cda. Una scelta motivata da fonti vicine all’imprenditore romano con il fatto che la proposta del presidente Andrea Sironi di eliminare il comitato strategico interno al consiglio era stata letta come un possibile rafforzamento dei poteri dell’amministratore delegato, Philippe Donnet.
Generali aggiunge che “il consiglio di amministrazione sarà convocato nei prossimi giorni per ogni conseguente decisione in merito alla sua sostituzione”. Secondo il regolamento interno, potrebbe toccare al primo consigliere non eletto della lista Caltagirone, che era la candidata numero quattro Roberta Neri, ex ad di Enav e in precedenza direttore finanziario di Acea. Il cda è stato rieletto nel numero di 13 membri come nello scorso mandato, di cui 10 nominati dalla lista dei consiglieri uscenti, gli altri tre da quella di Caltagirone che aveva proposto una gestione alternativa del gruppo. La compagnia informa “alla data odierna, il consigliere Caltagirone, direttamente o attraverso società a lui riconducibili, detiene una quota del capitale sociale di Assicurazioni Generali S.p.A. pari al 9,95%”. Il che ne fa il secondo azionista del Leone dietro Mediobanca, che si era presentata in assemblea con il 17,4% dei voti grazie a un prestito titoli ma recentemente lo ha chiuso, per tornare alla storica quota del 12,9%.