Omicidio Ciatti, la ricostruzione degli investigatori: “Un calcio preparato da un professionista che vuol fare male”

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Un calcio preparato, con il piede a 45 gradi e la gamba che si alza lateralmente per preparare il colpo e renderlo più violento possibile. Oggi a Girona si è svolta la terza udienza del processo per la morte di Niccolò Ciatti e si sono presentati i poliziotti che hanno fatto l’indagine e i medici che si sono occupati dell’autopsia. Il quadro che ne è uscito è quello di un’aggressione violentissima e “professionale”, che non ha dato scampo al ragazzo di Scandicci.

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I tre amici ceceni, tra i quali Rassoul Bissoultanov, che ha dato il calcio, e Mosvar Magamadov, per il quale la difesa della famiglia Ciatti chiede la condanna, sono entrati nella discoteca di Lloret de Mar alle 2.27. Ventiquattro minuti dopo, cioè alle 2.51, Niccolò era a terra, come si capisce dal video girato dentro il locale da un ragazzo olandese.

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“Non si è trattato di un calcio fortuito – ha detto uno dei testimoni della polizia – Tra l’altro si vedono i ragazzi ceceni che in mezzo alla pista assumono una posizione di guardia, e tengono sempre il corpo di profilo rispetto a chi hanno davanti, una postura tipica degli esperti delle discipline in cui si pratica il corpo a corpo. Il calcio è stato da Kick boxing”. Bissoultanov faceva lotta libera e non è stato provato che si esercitasse anche nell’altra disciplina, dove si danno anche pugni e calci. Però è stato in grado di dare un colpo letale. “Un calcio del genere ha sempre conseguenze gravissime”, ha spiegato il poliziotto.

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Un ispettore della omicidi, esperto di arti marziali, ha spiegato la disciplina della lotta. “Non si danno colpi ma si impara come fare e come non fare male. Si capisce da come si sposano nella pista, quanto sono preparati. Bissoultanov sferra un calcio da persona esperta. Quello che darebbero tutti, è simile a quelli di chi gioca a football. Qui invece viene sferrato un calcio laterale, che non è istintivo ma automatico, perché arriva da una persona esperta. Lo stile è un po’ quello del karate, ripreso poi da discipline come il kick boxing, il full contact o la mma. Si vede che controlla il colpo, per non perdere l’equilibrio e per essere più duro possibile”. Secondo il testimone “Si tratta di un colpo mortale dato in testa con la massima potenza, che sarebbe colpito in qualunque disciplina sportiva. Oltretutto in nessuna si prevede che venga colpito chi è a terra”. Poi c’è la frase fondamentale per quanto riguarda la qualificazione dell’omicidio come volontario. “Bissoultanov sa il danno che può provocare”.

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Oggi è stata anche la giornata dei medici che hanno fatto l’autopsia. Tutti i parenti di Niccolò hanno scelto di uscire prima che venissero proiettate le immagini dell’esame. In aula è rimasto solo il padre, Luigi.

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