La Ue approva il sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca: stop al petrolio, ma il patriarca Kirill si salva

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ROMA – Il sesto pacchetto di sanzioni europee contro la Russia è stato approvato. Contiene il bando al greggio di Mosca, ma non le sanzioni contro il patriarca ortodosso Kirill, ultima linea di resistenza dell’Ungheria che minacciava ancora una volta di far saltare l’accordo. Stralciata questa misura, è arrivato giovedì pomeriggio il via libera del Coreper, la conferenza degli Ambasciatori dei 27 Paesi membri.

L’Europa riesce dunque a mettere il sigillo finale, salvando la faccia, su un pacchetto rimasto nel limbo per settimane, soprattutto a causa delle resistenze del premier ungherese Orban contro il bando al petrolio. Lo stop agli acquisti del greggio di Mosca scatterà a partire da gennaio e riguarderà solo il prodotto importato via nave, escludendo il tubo che rifornisce via terra l’Ungheria. Si tratta comunque di una misura che quando arriverà a pieno regime bloccherà il 90% degli acquisti comunitari.

Nel pacchetto sono contenute una serie di altre misure. Sberbank, primo istituto finanziario russo, viene escluso dal circuito internazionale dei pagamenti Swift. Tre emittenti radiotelevisive russe vengono sottoposte a sanzioni, e così anche i militari giudicati colpevoli di crimini di guerra contro la popolazione ucraina. Nella “lista nera”, secondo le bozze di lavoro, doveva finire anche il patriarca ortodosso Kirill, vicino a Putin e sostenitore dell’invasione. Ma ieri, dopo che l’accordo sul petrolio era stato con difficoltà raggiunto, l’Ungheria si è di nuovo messa di traverso proprio su Kirill, minacciando di far deragliare di nuovo il pacchetto. Orban salva Kirill dunque, un’altra vittoria del premier ungherese. Ma il sesto pacchetto di sanzioni ottiene il via libera.

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