Arriva il via libera di Erdogan. Svezia e Finlandia nella Nato

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Schloss Elmau – La Turchia ha tolto il veto su Svezia e Finlandia, aprendo loro la porta della Nato. Il segnale più concreto di come l’invasione dell’Ucraina decisa da Putin stia rivoluzionando la geopolitica, ma nella direzione opposta da quella che lui voleva. Un’autorevole fonte della Casa Bianca ha raccontato come fin da dicembre Biden avesse contattato i leader dei due paesi per convincerli ad aderire all’Allaenza, e ha spiegato che “i punti rimasti aperti erano l’atteggiamento di Helsinki e Stoccolma sul terrorismo, e l’embargo alla vendita di armi ad Ankara, che però non aveva chiesto gli F16 in cambio del via libera”. Ieri mattina il presidente finlandese Sauli Niinisto e la premier svedese Magdalena Andersson, poco prima di andare a Madrid per l’incontro con Erdogan mediato dal segretario generale Stoltenberg, hanno sollecitato il presidente di intervenire.

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Biden a colloquio con Erdogan

Biden ha chiamato il leader turco, “incoraggiandolo a sbloccare la situazione. Gli ha chiesto quali erano le sue ultime richieste e le ha girate alle parti”. Durante i colloqui del pomeriggio, i giornali Helsingin Sanomat e Iltalehti hanno rivelato che Stoccolma, Helsinki e Ankara stavano preparando un memorandum comune. La premier svedese discuteva i nomi dei presunti terroristi curdi da estradare, lo stop al sostegno per gli alleati del Pkk in Siria e al movimento di Gulen. Poco dopo è arrivato l’annuncio dell’accordo, che aggiunge oltre 1.300 chilometri al confine tra Nato e Russia, cambiando i rapporti di forza e gli equilibri geopolitici a svantaggio di Putin. Si era illuso che Erdogan gli facesse da sponda, ma alla fine è rimasto ancora solo.

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La crisi epocale però è appena agli inizi, come spiega la dichiarazione fatta dal consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan, durante il volo dell’Air Force One che lo portava con Biden a Madrid per il vertice Nato dopo il G7 in Germania: “Se i dispiegamenti militari russi avverranno, inclusi quelli nucleari in Bielorussia, sarà un elemento di preoccupazione per l’intera Nato, di cui dovremo tenere conto nella postura delle nostre forze”. Significa che se Putin fornirà gli Iskander a Lukashenko, l’Alleanza potrà essere costretta a spostare le sue testate nell’Europa orientale. Ciò dà il senso della gravità del clima in cui si svolge oggi e domani il vertice Nato, e il motivo per cui Biden ha detto che l’invasione dell’Ucraina “ha fondamentalmente alterato l’ambiente strategico globale. Questa aggressione costituisce la minaccia più diretta alla sicurezza transatlantica e alla stabilità globale dalla fine della Guerra Fredda”.

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di
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28 Giugno 2022

Le difficoltà

Il G7 di Schloss Elmau, se non ha deluso Washington, quanto meno ha dimostrato le difficoltà nel tenere unita la coalizione contro Mosca. Invece di annunciare il tetto sul prezzo del petrolio russo, i leader si sono solo impegnati a delegare ai loro ministri il compito di definire il meccanismo. Peggio ancora per il gas, dove Draghi ha ripetuto l’auspicio che il tetto possa essere decretato in autunno. Ieri il dipartimento di Stato ha imposto nuove sanzioni sull’oro e l’apparato militare russo, ma bilaterali.

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28 Giugno 2022

Allora gli americani puntano forte sulla Nato. Oltre ad aumentare da 40.000 a 300.000 le forze di pronto intervento, Sullivan ha promesso che Madrid discuterà “altre forme di assistenza militare da fornire all’Ucraina nei prossimi giorni e mesi”. Ha smorzato le voci che gli alleati avrebbero invitato Zelensky a ridimensionare le ambizioni di riconquista: “Gli obiettivi della guerra li stabilisce Kiev, il nostro compito a darle i mezzi per raggiungerli”. Riguardo la postura, oltre all’aumento dei cacciatorpediniere Usa basati a Rota da 4 a 6, Sullivan ha preannunciato un rafforzamento del fianco est “non solo per la durata della crisi, ma di lungo termine”. Ha evitato di chiarire se le forze aggiuntive saranno schierate a rotazione o permanenti, ma non ha escluso nuove basi in Europa orientale. Questo magari violerebbe le intese strette con Mosca alla fine degli anni Novanta, quando iniziò l’allargamento della Nato, ma Putin ormai ha violato anche le regole della decenza, e il mondo civile si sta solo adeguando.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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