Chi è Silvia Roggiani, scelta da Letta per coordinare i 100 mila volontari Pd. “Coinvolgere i giovani per arginare i rigurgiti neofascisti”

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Quando Silvia Roggiani muove i primi passi in politica come consigliera del suo “comunello”, Ferno, aveva appena 21 anni, la stessa età di quei cinque partigiani assassinati dai fascisti il 5 gennaio del 1945 in una cascina di quel paesino del Varesotto di poco più di seimila abitanti. E Roggiani comincia la sua carriera sul solco del sacrificio di quei cinque martiri, coltivando i principi dell’antifascismo e aderendo giovanissima, come organizzatrice e animatrice (maglietta bianca di volontaria dem), al movimento Bella Ciao Milano sorto in occasione del 75esimo anniversario della Resistenza.

Enrico Letta a Repubblica: “Le elezioni un bivio, l’Italia scelga noi o Meloni. Si vince con le idee”

di
Stefano Cappellini

24 Luglio 2022

“La sfida è trovare nuovi modi per creare il senso di appartenenza”

La sua forza sta nella capacità organizzatrice che riesce a coniugare i valori culturali fondanti del Partito democratico con il cambiamento dei tempi. E, per dirla con le sue parole, “con la crisi delle organizzazioni di massa” che ha toccato” non solo i partiti e la politica”, ma anche “sindacato e chiesa”. “Oggi – spiega – c’è un modo diverso di sentire l’appartenenza. Questa è la sfida: trovare nuovi modi affinché il senso di appartenenza, appunto, tenga insieme la tradizione e l’innovazione, coi giovani che si sentono di fare attivismo con una storia su Instagram”.

Scelta da Letta per guidare i 100 mila volontari per la campagna elettorale porta a porta

La sua grande capacità di interprete dei mutamenti sociali nel contesto di una politica dominata dai social ha indotto il segretario dem Enrico Letta a scegliere proprio lei per guidare i centomila volontari che saranno impegnati nella campagna elettorale porta a porta del pd. Roggiani, 38 anni, segretaria metropolitana dem di Milano dopo aver vinto il congresso nel 2018, ripropone in versione 2.0 quel vecchio stile di fare politica del vecchio Pci che si era un po’ perso nelle mutazioni dal Pds ai Ds al Pd, con il ritorno ai circoli e al volontariato, ma sempre con un occhio al futuro, al progresso, al cambiamento della società, ai giovani. Il tutto “per porre un freno ai rigurgiti del neofascismo e delle nuove destre“.

Nel 2015 le primarie con un computer per ogni seggio

E’ stata lei, del resto, a volere innovare anche a livello organizzativo la vita del partito, sperimentando un nuovo modo di fare le primarie nel 2015, in occasione della scesa in campo di Beppe Sala in uscita dall’Expo come candidato sindaco di Milano. “Abbiamo fatto una campagna fuori dalle righe – ricorda – tutto molto avanzato e super accessibile, ma ogni seggio aveva un computer”. Come dire, tantissima mobilitazione inventandosi forme diverse di volontariato politico sociale.

Un esempio? “Durante la pandemia – racconta – con le associazioni abbiamo chiamato tutti i volontari per testimoniare la nostra vicinanza con la consegna della spesa, la pulizia dei parchi, la ritinteggiatura delle case popolari, la raccolta dei beni alimentari nei circoli”. E poi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, “con i corsi di italiano alle mamme profughe”.

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