Afghanistan, la trama che ha portato il capo di al Qaeda nel cuore della capitale talebana

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A quindici giorni esatti dal primo anniversario della caduta della capitale afghana Kabul in mano ai talebani, un drone americano ha ucciso a Sharpur – un quartiere nel centro della città – l’egiziano Ayman al Zawahiri, 71 anni, leader dell’organizzazione terroristica Al Qaeda. Nella notte ha parlato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in diretta dalla Casa Bianca. 

Al Zawahiri è il successore di Osama Bin Laden, ucciso dalle forze speciali americane durante un raid a Abbottabad in Pakistan il 2 maggio 2011. E come allora ci si chiedeva come facesse Bin Laden a vivere indisturbato a poche centinaia di metri da un’accademia militare pachistana, oggi ci si chiede: quale livello di protezione avevano assicurato i talebani afghani al capo di Al Qaeda per consentirgli di nascondersi proprio a Kabul?

Al Zawahiri, capo di Al Qaeda, ucciso in un’operazione Usa in Afghanistan

dalla nostra inviata
Anna Lombardi

01 Agosto 2022

Secondo le prime indiscrezioni con Al Zawahiri sarebbe stato ucciso anche il figlio di Sirajuddin Haqqani, ministro degli interni afghano, in passato ricercato per terrorismo dagli Usa. In teoria i talebani negli accordi di Doha avevano garantito agli americani la piena collaborazione contro i gruppi terroristici in cambio del ritiro delle truppe, quindi adesso i casi sono due. O al Zawahiri è arrivato a Kabul grazie alla protezione dei talebani oppure lo ha fatto di nascosto. La prima ipotesi è la più probabile perché i talebani hanno rapporti di lunga data con Al Qaeda e negli ultimi anni moltissimi capi di medio e alto livello sono stati trovati e uccisi in Afghanistan, prima che il paese cadesse sotto il controllo dei guerriglieri islamisti.

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La risposta potrebbe essere anche un misto della prima e della seconda ipotesi, perché i talebani non sono un blocco singolo e ci sono diverse fazioni in lotta tra loro – una fazione potrebbe aver portato al Zawahiri a Kabul contro il volere di altre fazioni. Da un anno i talebani sono impegnati in una campagna di pubbliche relazioni per far accettare alla comunità internazionale il proprio governo come legittimo, ma questa pretesa si scontra con la realtà: le ragazze non possono frequentare le scuole e adesso il capo di un’organizzazione terroristica è stato trovato dagli americani a Kabul.

Il fatto che gli americani abbiano scelto di bombardare con un drone rende improbabile l’idea di un possibile accordo sottobanco tra americani e talebani per tradire Zawahiri, altrimenti gli americani avrebbero fatto intervenire le truppe speciali come nei raid per uccidere Bin Laden oppure il capo dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi. 

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Il drone ha colpito, secondo le prime testimonianze, alle sei del mattino di sabato e avrebbe ucciso due persone. Si tratta di un raro esempio di operazione antiterrorismo cosiddetta “over the horizon”, nel senso che gli americani non sono più in Afghanistan e quindi devono colpire “da oltre l’orizzonte”, quindi dalle basi nel Golfo lontane molte ore di volo, con tutti gli svantaggi che ne derivano. Al Zawahiri era la guida senza più carisma di un’organizzazione che era ormai debole al centro e più forte in alcune sue divisioni all’estero, come nel Mali, in Somalia e in Siria. Adesso in linea di successione c’è Saif al Adel, sessant’anni, ex colonnello delle forze speciali egiziane diventato veterano di Al Qaeda.

L’ultima cosa che si sa di lui è che era agli arresti domiciliari in Iran, ma il regime iraniano potrebbe averlo lasciato libero da tempo – perché al Adel potrebbe essere più dannoso agli interessi americani se lasciato in grado di riorganizzare il suo gruppo. Ma la catena di comando di Al Qaeda è opaca e qualcun altro potrebbe essere già stato designato come successore, senza che la notizia sia filtrata – per ora – fino al pubblico.  

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