Il virologo in politica per ora è uno solo ma molto rumoroso. Andrea Crisanti, e lo sa bene chi ha seguito le sue prese di posizione sul Covid, non è tipo che si tira indietro di fronte alla possibilità di una dichiarazione piccata. E così ieri sulla sua candidatura e sulle sue parole si è scatenato uno scontro politico al quale hanno partecipato quattro leader di partito (quello del suo, cioè Enrico Letta del Pd, e quelli di Lega, Azione e Italia Viva) più un numero indefinito di “colonnelli”. Dalla sinistra si è accusata la destra di essere No Vax, intanto dal centro, in particolare da Renzi, partivano fendenti verso Letta.
“Salvini invece di criticare la mia candidatura con il Pd dovrebbe pensare a tutti gli errori di valutazione che ha commesso, sia in politica estera che sulla sanità pubblica. Se fossimo stati nelle sue mani ora ci sarebbero 300mila vittime di Covid al posto di 140mila e oggi saremmo allineati con Putin”, è la bordata lanciata al leader della Lega. Attacco con errore, perché i morti ieri sono arrivati a 174 mila. In poco tempo giungono le dichiazioni di vari esponenti leghisti.Salvinidice di non voler rispondere agli insulti e replica cambiando registro, cioè uscendo dal piano politico. “Crisanti? Un esperto di zanzare”, ironizza citandoGiorgio Palùprofessore di virologia proprio di Padova in pensione e attuale presidente di Aifa. Il riferimento è al fatto che il neo candidato abbia studiato le malattie trasmesse da vettori come appunto le zanzare.
Crisanti ha la risposta pronta anche per Renzi. Il leader di Iv dice il virologo “prima voleva tenerci chiusi a Natale, poi ad aprile voleva chiuderci in casa per salvare l’estate, poi in estate chiusi di nuovo perché altrimenti c’erano troppi morti. Ho paura che al primo raffreddore ci prendiamo una quarantena di due mesi”. Il medico romano dell’Università di Padova replica dicendo che nelle parole di Renzi “c’è ignoranza scientifica e opportunismo. Quelle cose le ho dette quando non avevamo il vaccino, i politici compreso Renzi annaspano”. La controreplica non si fa attendere: “Crisanti è l’unico virologo dubbioso sul vaccino”.
Tra l’altro il consulente sanitario di Calenda, alleato di Renzi, è Walter Ricciardi, uno che ha sempre avuto posizioni molto rigide riguardo alle misure da prendere. Assai più restrittive di quelle di Crisanti. “Renzi banalizza 90mila morti – non si tira indietro il Crisanti – Mentre io e altri colleghi cercavamo di dare un contributo scientifico per limitare il numero di decessi, se ne esce con battute di banalità e cinismo senza precedenti”.
Verso metà pomeriggio entra nella partita anche il segretario del Pd. “La gragnuola di reazioni alla candidatura chiarisce che a destra prevale la cultura NoVax – dice Letta – Ha ragione il professore, se avessero governato Salvini e Meloni nel 2020 quante migliaia di decessi in più avremmo avuto? Ce li ricordiamo gli aprire, aprire, aprire…”. E ancora, questa volta pensando a Renzi: “I meriti della candidatura di Crisanti: ognuno dice cosa pensa veramente della più grande tragedia degli ultimi tempi”.
Anche Calenda decide di dire la sua: “Abbiamo sostenuto tutti i provvedimenti presi dai diversi governi con lealtà. Siamo nati parlando di sanità a novembre del 2019. Candidare virologi è a mio avviso sbagliato perché nel corso della pandemia hanno spesso ecceduto in protagonismo. Non strumentalizzare la pandemia. Grazie”. Renzi alla fine si innervosisce: “Se Letta vuole sapere qual è la differenza tra me e lui sulla pandemia gliela spiego chiara: lui e il suo partito volevano continuare a stare con Conte e Arcuri e l’Esercito russo, io ho portato Draghi, Figliuolo e la svolta”.