ROMA – Nell’immediato spingere sugli stoccaggi del gas, aumentare la capacità di importarlo dal Tap, fare accordi come quelli con Algeria e Qatar, continuare a usare il carbone, chiedere all’Europa un tetto al prezzo del gas. Poi nel medio-lungo periodo trivellare gas dal mare raddoppiando le estrazioni, investire sui rigassificatori e sul nucleare “pulito, sicuro e di nuova generazione”. Se necessario, se in autunno le cose si mettessero davvero male, anche riparlare con la Russia. E certo sostenere famiglie e imprese con sgravi, bonus, meno Iva sulle bollette.
A vederlo così, il piano energetico del centrodestra, pare tutto fuorché improntato alla transizione ecologica, per un’Italia più verde e sostenibile. “Ma non è così, non si discute se fare o meno la transizione, ma come farla”, mette in chiaro Alessandro Cattaneo, ingegnere, ex sindaco di Pavia, deputato di Forza Italia. “Certo che vogliamo le rinnovabili, anzi guardiamo a una legge obiettivo sulle rinnovabili. Perché ci sono molti soldi, progetti e competenze, ma non i permessi per i campi fotovoltaici, l’eolico offshore, le centrali idroelettriche. In questo Paese l’ambientalismo di sinistra, poco pratico, ideologico e anche ipocrita che non vuole pale e pannelli ha bloccato tutto con la burocrazia”.
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“Nel frattempo però anche Francia e Germania hanno rivisto i piani di dismissione di carbone e nucleare“, prosegue Cattaneo. “La stessa Ue ha definito fonti green sia il gas che il nucleare. Cosa dovremmo fare nell’immediato se non puntare su carbone, stoccaggi, accordi transnazionali, Tap, prezzo calmierato sul gas? Anche riaprire il dialogo con Gazprom, se necessario, bisogna essere pragmatici: nessuna ambiguità sul conflitto, ma ci vuole real politik. E poi nel medio periodo spingere su rigassificatori, trivelle e nucleare. Abbiamo già perso molto tempo”.
Posizione che Fratelli d’Italia condivide. Anzi Giorgia Meloni si spinge anche più in là. “Possibile che con la pandemia, la guerra, i prezzi dell’energia alle stelle, la carenza di prodotti primari come il grano, l’assenza di materie prime che compromette qualsiasi investimento – urlava dal palco del primo maggio, alla conferenza programmatica di FdI a Milano – l’unico strumento che abbiamo per liberarci dalla dipendenza russa ovvero il Pnrr abbia come obiettivo primario quello della transizione verde?”.
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Per Meloni questo significa “se tutto va bene, arrivare a una diminuzione dello 0,8% delle emissioni puntando su veicoli elettrici i cui componenti vengono estratti dalla Cina in Africa con tecniche che devastano l’ambiente e fatti dagli stessi cinesi grazie alle centrali a carbone. Vogliamo combattere l’inquinamento legandoci mani e piedi ai Paesi più inquinanti al mondo? Così avremo altri milioni di disoccupati”.
Ecco allora la stoccata, quasi una retromarcia: “Bisogna chiedere con forza all’Europa la revisione degli obiettivi del Pnrr e non lo dico perché non ci interessa il tema ambientale. Noi siamo patrioti e il patriota custodisce la terra dei padri. Va bene il biogas, il geotermico, il solare e l’eolico. Ma sblocchiamo pure l’estrazione del gas nei nostri mari e la ricerca sul nucleare”.
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dal nostro corrispondente
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La Lega di Salvini è in linea. Lo spiega il senatore Paolo Arrigoni, ingegnere: “L’obiettivo duplice è la decarbonizzazione, cioè ridurre la C02 per contrastare i cambiamenti climatici, e affrancarsi dalla Russia. Ma qui abbiamo un’emergenza da affrontare in autunno“. Come? “Con gli stoccaggi, il piano di risparmio energetico impostato dal governo Draghi, la diversificazione negli approvvigionamenti, il Gnl, il raddoppio del Tap. Poi se vogliamo trasformare l’Italia in hub energetico d’Europa non possiamo non riprendere le esplorazioni di gas in mare, il nucleare di quarta generazione, i rigassificatori. E potenziare le rinnovabili, compresi geotermia, biomasse e idroelettrico”.