KIEV – Che cosa vuol dire la mobilitazione parziale annunciata oggi da Putin? La Russia chiamerà alle armi i riservisti – che sono poche migliaia – e le persone che hanno già fatto il servizio militare e hanno abilità speciali considerate utili (per esempio con le radio, come medici, come meccanici e altro) a partire “dal 21 settembre”, quindi da oggi.
Se si trattasse di una mobilitazione generale tutti gli uomini in età militare, quindi di età compresa fra i 18 e i 65 anni, sarebbero considerati arruolabili per essere spediti sul fronte ucraino, ma la Russia non è ancora a questo punto.
“Abbiamo un’enorme risorsa di mobilitazione che comprende coloro che hanno prestato servizio nell’esercito, coloro che hanno esperienza di combattimento e specialità militari”, ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergeij Shoigu, ripreso dalla Tass. “Abbiamo quasi 25 milioni di queste persone. Pertanto – ha proseguito Shoigu – si può comprendere che questa è una mobilitazione parziale, l’1% o poco più, 1,1% della risorsa totale di mobilitazione”.
L’invasione russa è stata lanciata con un contingente di soli soldati professionisti, in teoria. Quando il presidente Putin ha scoperto che nei reparti mandati sul fronte c’erano anche soldati di leva li ha fatti richiamare indietro perché il prezzo politico da pagare per la morte di coscritti sarebbe stato troppo alto. In qualche caso sono morti lo stesso, per esempio alcuni marinai di leva che erano a bordo dell’incrociatore Moskwa, affondato dai missili ucraini ad aprile. Adesso ha fatto un passo in avanti che coinvolgerà settori molto più ampi della popolazione russa.