NEW YORK – “Lasciate che parli chiaramente: un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha invaso il suo vicino”, violando la Carta delle Nazioni Unite che aveva firmato. “La guerra ha lo scopo di estinguere il diritto dell’Ucraina di esistere come Stato. Ma se le nazioni potranno perseguire le loro ambizioni imperiali senza conseguenze, l’intero sistema creato dopo la Seconda guerra mondiale crollerà. Perciò resteremo fermi nella solidarietà contro l’aggressione della Russia”.
Raramente un discorso del presidente americano all’Assemblea Generale dell’Onu aveva preso di mira così direttamente uno specifico Paese membro, e in particolare un leader, accusato di essere responsabile della guerra che minaccia di distruggere l’ordine internazionale creato dopo i massacri del secolo scorso.Joe Bidenperò non ha lesinato gli attacchi a Vladimir Putin, perché dopo il suo discorso tenuto per annunciare la mobilitazione una risposta decisa è diventata il dovere di tutti gli Stati firmatari della Carta delle Nazioni Unite, che vieta esplicitamente di prendere il territorio di altri Paesi con la forza. Senza escludere neppure quella atomica, che il capo del Cremlino ha esplicitamente dichiarato di essere pronto ad usare. Perciò il leader della Casa Bianca ha sentito la necessità di replicare “all’irresponsabile minaccia nucleare” del rivale con un ammonimento, che è insieme anche un avvertimento: “Una guerra nucleare non può essere vinta, e non dovrà mai essere combattuta”.
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Biden ha puntato il dito soprattutto contro Putin per almeno due motivi: primo, far capire al popolo russo che nessuno lo minaccia e il problema non riguarda il suo Paese come entità storica; secondo, convincere anche i membri dell’Onu contrari agli Stati Uniti che il problema va oltre la disputa tra Washington e Mosca, e obbliga tutti i responsabili della comunità internazionale a prendere posizione per isolare il capo del Cremlino e costringerlo a mettere fine alla sua guerra personale.
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Infatti il capo della Casa Bianca ha avvertito Pechino che difenderebbe Taiwan da un simile “attacco senza precedenti”, però ha tenuto a sottolineare che la linea di Washington non è cambiata: “Rimaniamo impegnati con la One China Policy”, ossia la posizione che esiste una sola Cina, e “non cerchiamo un conflitto, non vogliamo una guerra fredda”.
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Biden invece ha criticato l’Iran, ribadendo che non gli consentirà mai di ottenere la bomba atomica, e ha toccato gli altri temi caldi del momento, dalla crisi alimentare provocata dall’invasione dell’Ucraina per cui ha promesso aiuti per circa 3 miliardi di dollari, a quella climatica. Ha sottolineato di essere favorevole alla riforma del Consiglio di Sicurezza, dove l’Italia si oppone da oltre vent’anni all’ingresso di nuovi membri permanenti come Germania e Giappone, per potenziare la sua efficacia, ma soprattutto per lanciare un segnale di apertura ai continenti sotto rappresentati come Africa, Asia e America Latina, dove Russia e Cina sperano di guadagnare alleati.
Il presidente ha ribadito che la sfida geopolitica più grave del momento è quella lanciata dalle autocrazie contro la democrazia, ma nello steso tempo ha cercato di isolare il caso russo da questa disputa, che riguarda anche la Cina e altri Paesi col piede in due staffe, tipo l’India. Lo ha fatto per affermare che tutti gli Stati responsabili, qualunque sia la loro linea politica, devono opporsi a Putin perché sta violando la Carta dell’Onu e i principi basilari dell’ordine globale. Poi ci sarà tempo per discutere le altre divergenze politiche, ma solo dopo che la comunità internazionale si sarà unita per isolare il capo del Cremlino e disinnescare la miccia che ha acceso.