La giornata del discorso di Putin, con l’annuncio della mobilitazione parziale, dei referendum per l’annessione alla Russia nei territori ucraini occupati e con l’innalzamento dei toni sull’uso delle armi nucleari, trova il suo contraltare in serata, con l’intervento in collegamento video con l’assemblea generale dell’Onu di Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha chiesto alle Nazioni Unite di privare la Russia del suo diritto di veto nel Consiglio di sicurezza, di cui Mosca è membro permanente e con cui di fatto paralizza l’azione decisionale dell’organismo. Le azioni di Putin, come il discorso odierno, dimostrano che tutti vogliono la pace “tranne una parte”, Putin appunto. Per questo, ha sottolineato Zelensky, solo una vittoria militare può ad oggi liberare l’Ucraina. Di qui le richieste ucraine: “Abbiamo bisogno di tempo, di supporto, di armi, di sistemi di difesa e anche di supporto finanziario. Noi contiamo sul vostro sostegno”. Ma anche la pace di Zelensky ha delle condizioni. Tra queste, l’istituzione di un “tribunale speciale” per punire i crimini russi e un “meccanismo di compensazione internazionale” per la devastazione subita dal suo Paese ad opera delle forze di invasione. Zelensky ha anche accennato al tetto al prezzo del gas e del petrolio russi: “E’ il momento di imporlo, finanziano la guerra di Putin”. Concluso l’intervento, Zelensky ha raccolto la standing ovation dell’Assemblea Generale.
Kiev: i soldati ucraini liberati in cambio dell’oligarca Medvedchuk
I circa duecento ucraini prigionieri dei russi sono stati liberati grazie a uno scambio con l’oligarca ucraino filorusso Viktor Medvedchuk, “che ha già fornito tutte le prove possibili all’inchiesta”: lo ha rivelato il capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, secondo quanto riporta Ukrinform. Lo scambio – ha aggiunto – “è il risultato di accordi personali tra il presidente Zelensky e il presidente (turco, ndr) Erdogan”. “I russi volevano ricattarci con le loro vite, ma non gli permetteremo di farlo con nessuno”, ha sottolineato Yermak. “Risultati per i quali stiamo lavorando da molto tempo. Oggi siamo riusciti a liberare 215 dei nostri dalla prigionia russa. Tra loro ci sono 124 ufficiali”, ha dichiarato Yermak. Tra i prigionieri rilasciati ci sono i capi della difesa di Azovstal. Alla Russia sono stati restituiti l’oligarca ucraino filorusso Viktor Medvedchuk e altri 55 soldati.
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Sono 215 i soldati ucraini tornati liberi con lo scambio di prigionieri
Un totale di 215 difensori dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, ultima roccaforte ucraina nell’area, detenuti dai russi, sono stati liberati nell’ambito di un massiccio sforzo per lo scambio di prigionieri. Lo ha detto il capo dell’ufficio del presidente, Andriy Yermak, secondo quanto riferisce Ukrinform. “Il presidente Volodymyr Zelensky ha fissato un obiettivo chiaro: riportare i nostri eroi a casa. Il risultato: i nostri eroi sono liberi”, ha scritto su Facebook il capo dell’ufficio del presidente Andriy Yermak.
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Scambio di prigionieri, la Russia rilascia alcuni comandanti del battaglione Azov
Il parlamento ucraino ha annunciato il rilascio di alcuni ufficiali del battaglione Azov. La conferma anche dalla Russia, attraverso il canale pubblico Suspline, che parla di uno scambio di prigionieri avvenuto nei pressi della città di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Ulteriore conferma, un’immagine apparsa sull’account Telegram di Andriy Biletsky, il fondatore del battaglione, che lo mostra assieme a uno dei soldati liberati e fare il segno della vittoria con la didascalia: “In servizio”.