Ministri, ecco il totonomi: avanza Belloni alla Farnesina, la Lega reclama gli Affari regionali per promuovere l’autonomia

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“Un governo di alto profilo” in tempi rapidi, “capace di affrontare le gravi emergenze che il Paese si trova di fronte”, a partire dal caro energia. Questo è l’esito della due giorni di incontri ad Arcore tra i leader del centrodestra. Ieri Berlusconi-Salvini, oggi Berlusconi-Meloni. Una linea comune e un ottimismo di facciata che si scontra con la difficile partita dei ministri. Nelle stesse ore in cui la premier in pectore Giorgia Meloni si affaccia al Villaggio Coldiretti per la sua prima uscita pubblica, Forza Italia chiede di avere lo stesso peso della Lega e di evitare “tecnici puri”.

Potrebbero dunque tornare i nomi diElisabetta Belloni, candidata alla Farnesina insieme all’ambasciatoreStefano Pontecorvo, o quello diDomenico Siniscalco, in pole per l’Economia al posto diFabio Panetta, perché la leader FdI vorrebbe che l’economista resti per ora in Bce, dove invece l’Italia perderebbe una casella, per poi semmai tornare in Bankitalia.

Passando al risiko sui nomi politici, mentre sembra in calo uno schema a tre coi vicepremier al Carroccio e a FI (Salvini e Tajani), per le presidenze delle Camere in buona posizione restano Ignazio La Russa, al Senato, e Giancarlo Giorgetti, a Montecitorio. Anche se Salvini potrebbe preferirgli il fedelissimo Riccardo Molinari. A quel punto Giorgetti comunque potrebbe restare, su richiesta di Meloni, allo Sviluppo economico, magari accorpando le deleghe dell’Energia. Ma il Mise potrebbe anche andare a D’Amato, ex Confindustria.

Matteo Salvini continua a sognare il Viminale, ipotesi su cui questa mattina l’esponente forzista Antonio Tajani ha aperto a sorpresa. Il segretario del Carroccio ha comunque lanciato segnali sull’Agricoltura (o ministero della Sovranità alimentare, come gli ha chiesto di chiamarlo Ettore Prandini di Coldiretti). Mentre potrebbe spuntare il dicastero per il Lavoro.

Ecco in dettaglio gli altri nomi, partito per partito.

Fratelli d’Italia

Il copresidente del gruppo Ecr-FdI al Parlamento europeo Raffaele Fitto dovrebbe andare agli Affari europei. Alla Difesa probabile il presidente del Copasir Adolfo Urso, protagonista di un colloquio telefonico con il delegato del presidente ucraino Zelensky, che ha invitato Meloni a Kiev.

Per la Giustizia resta in partita il magistrato Carlo Nordio, mentre l’accademico Luca Ricolfi, in un primo momento ventilato al ministero dell’Istruzione, ha escluso un coinvolgimento nell’esecutivo.

Lega

Il Carroccio vuole anche gli Affari regionali per promuovere l’autonomia: ipotesi Erika Stefani o Roberto Calderoli. Salvini punta anche alle Infrastrutture con Edoardo Rixi, ma in partita c’è anche Fabio Rampelli di FdI. Tramontata l’ipotesi Giustizia, alla leghista Giulia Bongiorno sembra destinata alla Pubblica amministrazione.

Alla Scuola spunta Giuseppe Valditara, che potrebbe ambire anche alla Pubblica amministrazione. Mentre Lucia Borgonzoni potrebbe giocarsela per il collegio Romano, alla guida della Cultura, dopo due esperienze da sottosegretaria.

Forza Italia

Non solo Tajani. Ci sarebbero anche Anna Maria Bernini e Paolo Barelli (Sport), nella testa di Silvio Berlusconi come papabili di Forza Italia per un incarico nel nascente governo. Fonti azzurre raccontano che il Cav penserebbe a un upgrade per i suoi capigruppo di Senato e Camera. A dir la verità, la parlamentare bolognese Bernini, che è stata ministro per le Politiche europee nel Berlusconi quater, già da giorni è nel totonomi. E allo Sport il centrodestra sta valutando di proporre Valentina Vezzali, non eletta in Parlamento, ma nome spendibile – pur sempre come titolare senza portafoglio – per entrare a far parte della squadra di governo.

Così come circola con insistenza Licia Ronzulli, fedelissima di Arcore, per la Sanità o la Famiglia. Altro nome forzista in pista, quello di Alessandro Cattaneo alle Infrastrutture, attuale responsabile dei Dipartimenti del partito azzurro.

Per Tajani si parla di Esteri o Difesa, visto che l’ex presidente del Parlamento Ue si sarebbe tirato fuori dalla partita per la presidenza della Camera, che FdI, peraltro, vorrebbe concedere all’opposizione come segno di fair play politico-istituzionale. Ma non è affatto escluso che possa rientrare da protagonista nella partita del Viminale.

Noi moderati

Il centrista Maurizio Lupi ai rapporti col Parlamento. La lista dei ministri si farà insieme al presidente della Repubblica “quando darà l’incarico. Meloni si sta muovendo con grande sensibilità istituzionale. Ha incontrato i leader della coalizione ma senza allestire consultazioni personali”, ha dichiarato il leader di Noi Moderati.

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