Ragazza romana arrestata a Teheran: “Vi prego, aiutatemi”

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Detenuta a Teheran da cinque giorni, dal giorno del suo trentesimo compleanno, senza riuscire a dare notizie fino alla telefonata ai suoi genitori di ieri mattina: “Vi prego, aiutatemi”. È la storia di Alessia Piperno, romana, spirito libero, viaggiatrice solitaria, nomade digitale arrivata luglio in Iran dopo aver vissuto in giro per il mondo – Australia, Messico, India, Pakistan, Marocco, Honduras, Guatemala, Sri Lanka, El Salvador, Panama, El Salvador – che sarebbe rinchiusa ora in una prigione di Teheran.

I suoi social, specchio dei suoi tanti viaggi, tacciono dal 28 settembre. L’ultima foto con torta, candeline, palloncini, cappellini e amici per festeggiare i suoi trent’anni. E a tacere è stato pure il suo cellulare.

Dopo l’ansia e la preoccupazione suo padre, Alberto Piperno, ha pubblicato su Facebook una foto della figlia e un appello: “Questa ragazza è Alessia Piperno, ed è mia figlia – ha scritto – È una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli. Si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni Paese che ha visitato. Erano quattro giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo trentesimo compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina (ieri, ndr) arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. In Iran. Era stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto”.

Così, racconta ancora il padre, “ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l’Ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione. Ci dicono che si stanno muovendo…. E noi genitori, e il fratello David, non riusciamo a stare con le mani in mano. Non si può stare fermi quando un figlio ti dice: vi prego, aiutatemi… Non sono un postatore di foto e non uso quasi mai social ma oggi non ho potuto farne a meno…”.

Alessia era arrivata in Iran a metà luglio. Nella telefonata di ieri, riporta Il Messaggero, avrebbe detto al padre (titolare di una libreria in un quartiere a sud della Capitale, Colli Albani) di stare bene ma di essere preoccupata anche per l’arresto di alcuni suoi amici stranieri. Una settimana fa, mentre infuriavano le proteste (e la dura repressione) per la morte di Masha Amini, scriveva: “Non riesco ad andarmene da qui, ora più che mai. Stanno manifestando per la loro libertà”. Per poi citare “Bella ciao”. Ma del suo caso e delle ragioni dell’arresto si sa poco altro: sarebbero in corso accertamenti della Farnesina.

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