Bollette luce e gas, dalle rate al confronto di più offerte: ecco come risparmiare. E cosa si rischia se non si paga

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Bollette della luce in aumento del 59% per l’ultimo trimestre dell’anno, mentre riscaldare casa durante l’inverno potrebbe costare tre volte tanto rispetto ai livelli pre-Covid. Gli italiani sono alle prese con i salassi dell’energia, nonostante i 66 miliardi distribuiti negli otto decreti di aiuti del governo Draghi: ecco alcune risposte concrete ai loro dubbi, quando si ritrovano in mano bollette monstre.

Posso contattare il mio venditore e chiedergli una offerta migliore?

Anzitutto una premessa fondamentale: l’aumento delle bollette è dovuto alla crescita del prezzo della materia prima e questo è un fenomeno che coinvolge tutti i consumatori. A meno che non siano cambiate in modo drastico le abitudini di consumo, inutile aspettarsi fatture comparabili a quelle dell’inverno scorso. Tuttavia, chiedere al gestore se c’è un’offerta più conveniente è un tentativo che si può sempre fare chiamando il numero di telefono indicato sulla bolletta. “Dato che oggi i rinnovi sono praticamente tutti a prezzo variabile, difficilmente si possono ottenere condizioni migliori rispetto alle offerte a cui si potrebbe accedere cambiando fornitore, considerando che in questi casi, a volte ci sono anche degli sconti di benvenuto o degli sconti con codice amico” spiega Niccolò Carlieri, co-founder di Selectra Italia, un sito di confronto tariffe. Insomma, a volte gli operatori dell’energia “trattano meglio” i nuovi arrivati rispetto ai clienti fidelizzati.

Bollette luce e gas: salgono i prezzi, come difendersi

Come posso scoprire se c’è un’offerta migliore di quella che sto pagando?

Il modo migliore per saperlo è consultare il Portale Offerte, il comparatore dell’autorità dell’energia Arera. Qui tutti i gestori, grandi e piccoli, inseriscono di continuo offerte e promozioni. Il consiglio è di usare il portale con l’ultima bolletta a portata di mano: per avere una stima che sia il più possibile precisa, infatti, bisogna inserire il proprio consumo annuo. È un’informazione che il gestore fornisce in bolletta e si calcola in kWh (kilowattora) per la luce e in smc (standard metro cubo) per il gas. Sul Portale Offerte ad esempio una famiglia di quattro persone a Roma oggi troverebbe un’offerta luce da 883 euro l’anno a prezzo variabile, circa 60 euro in meno rispetto a quanto pagherebbe agli attuali prezzi del mercato tutelato. E per il gas, una persona sola a Napoli scoprirebbe che può pagare circa 30 euro in meno l’anno rispetto alla tutela, sempre con un’offerta a prezzo variabile. Ma c’è anche chi è passato al mercato libero e vorrebbe tornare nel tutelato. Non tutti lo sanno ma si può fare: bisogna rivolgersi al gestore della propria zona (ad esempio a Milano è A2A, a Roma è Servizio elettrico Roma, a Napoli il Servizio elettrico nazionale) e chiedere di rientrare. Non sono previsti costi. Bisogna ricordare, però, che per la luce la tutela terminerà per tutti i clienti domestici il 10 gennaio 2024, mentre per il gas il prossimo gennaio, anche se in molti stanno chiedendo una proroga.

Strategie per consumare meno gas/elettricità

Insomma, di offerte mirabolanti sul mercato non ce ne sono e, come è chiaro a sempre più consumatori, il modo migliore per abbassare il costo della bolletta è consumare di meno. A cominciare dal riscaldamento, visto che la stagione invernale si avvicina: il governo ha già raccomandato una stretta sulle ore e sul periodo di accensione ma c’è molto altro che possiamo fare. Ad esempio non schermare i caloriferi con tende o mobili per far sì che possano diffondere il più possibile il caldo, spegnere quelli che si trovano in stanze non utilizzate, utilizzare le valvole (obbligatorie per i condomini con impianto centralizzato) per regolare il calore. E ancora: chi ha una vecchia caldaia potrebbe valutare l’acquisto di una a condensazione, più efficiente, compatibile con le app di domotica per accendere/spegnere l’impianto a distanza o programmarlo secondo le proprie esigenze. L’Enea ha anche fornito una serie di consigli pratici con tanto di calcolo su quanto alcuni semplici gesti possono incidere sulle finanze familiari. Qualche esempio? Una doccia di 5 minuti anziché di 7, con acqua più fredda di soli 3 gradi, impatta per oltre 250 euro l’anno; fare una lavatrice ogni due giorni anziché ogni giorno e una lavastoviglie anziché due al giorno sono accorgimenti che incidono rispettivamente per 52 e 75 euro l’anno. Altra dritta fondamentale: se dovete acquistare un nuovo elettrodomestico, leggete con attenzione l’etichetta energetica: ad esempio tra una lavastoviglie di classe A e una di classe E ci sono quasi 20 euro di consumi di differenza; tra un frigorifero di classe C e uno di classe E circa 40 euro. Tra i rimedi spicci, il Codacons ricorda ad esempio di coprire sempre pentole e padelle per ridurre i tempi di cottura, o di chiudere le stanze nelle quali si sosta per più tempo (ad esempio per lavorare al Pc in smart working, o per guardare un film alla tv) riducendo il riscaldamento nelle altre.

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Chi può rateizzare le bollette e come si fa?

Se il conto è troppo salato, i consumatori possono chiedere di frazionarlo in più rate. Con la legge di Bilancio, il governo aveva introdotto un provvedimento (finanziato con un miliardo) che fissava condizioni di favore: diluizione fino a dieci rate, anticipo limitato al 50% dell’importo, nessun interesse da applicare. L’Arera, con una delibera di fine maggio, aveva esteso la possibilità alle bollette in scadenza al 30 giugno, mentre molti operatori avevano siglato accordi migliorativi con le associazioni dei consumatori. Questa facoltà, però, è venuta meno in assenza di ulteriori coperture. Si è quindi tornati alla situazione ‘standard’, definita da precedenti delibere. Il diritto, spiegano dall’Arera, è garantito sia agli utenti del mercato libero, che di quello tutelato. Nel primo caso, fa fede quanto scritto nel contratto di fornitura: bisogna contattare la propria utility e farsi spiegare le modalità (e i costi) offerti per accedere al frazionamento dei pagamenti. Plenitude (così si chiama ora la società di luce e gas dell’Eni), ad esempio, prevede la possibilità di rateizzare le bollette in piani di durata variabile a seconda della situazione del cliente e degli importi in discussione, non richiede il versamento di un acconto mentre interessi e spese vengono definiti caso per caso. Enel ha ancora attiva sul suo portale la possibilità di effettuare nel 2022 la rateizzazione “senza anticipi, fino a 12 rate mensili, senza interessi e senza rata minima” e ha avviato una campagna di incentivi al risparmio, con uno sconto (a talune condizioni restrittive) di 10 cent per i kWh risparmiati nell’ultimo trimestre dell’anno rispetto al 2021. Nella bolletta A2a si legge che è possibile fare richiesta “presentandosi ai nostri sportelli entro i dieci giorni successivi alla data di scadenza”, che “salvo diverso accordo” le rate non saranno cumulabili e con la stessa periodicità della fatturazione e che l’importo sarà maggiorato del tasso ufficiale di riferimento (ora all’1,25%). Anche le banche si stanno muovendo, come Intesa Sanpaolo che ha appena annunciato un plafond da 2,5 miliardi (su iniziative per 8 miliardi) per consentire ai clienti di attivare piani di rateizzazione di acquisti e pagamenti, utenze comprese, per sei mesi a tasso zero.

Per chi è nel mercato tutelato (oppure nel libero, ma è titolare di bonus sociali), la possibilità è definita dall’Arera stessa. Per la luce, la rateizzazione scatta su importi superiori a 50 euro se: c’è un ricalcolo per consumi effettivi che supera del 150% l’addebito medio sui consumi stimati precedenti (ad esempio, se la media era 30 euro e il ricalcolo l’ha portata a 75 euro o più); se il contatore non ha registrato consumi per malfunzionamento; se il fornitore non ha rispettato la periodicità prevista per l’invio delle bollette; se il cliente è titolare di bonus elettrico e in mora. Anche per il gas si accede alle rate con bollette da almeno 50 euro. In questo caso, se: il ricalcolo per consumi effettivi supera il doppio dell’importo fatturato nelle bollette precedenti, sulla base del consumo stimato, a meno che non ci sia una variazione stagionale con l’entrata in funzione del riscaldamento (quindi, dopo due bollette stimate di 28 e 30 euro si potranno chiedere le rate se la successiva supera i 60 euro, a meno che non ci sia di mezzo l’ingresso nell’inverno); se il contatore non ha funzionato oppure, pur essendo accessibile, non sono state effettuate le letture effettive; se non è stata rispettata da parte del forniture la periodicità delle bollette; se il cliente è titolare di bonus gas e in mora.

Chi devo contattare se non riesco a pagare?

Il punto di riferimento per chiedere la rateizzazione è sempre il proprio fornitore di luce e gas, che rende disponibili in bolletta i propri riferimenti e contatti. I diversi decreti Aiuti del governo hanno introdotto però altri meccanismi di contenimento del prezzo dell’energia, che seguono altri percorsi: riduzione al 5% dell’Iva sulla fornitura di gas, annullamento degli oneri generali di sistema. Tutti sostegni che scattano in automatico, in bolletta. Fino alla fine dell’anno, poi, sono state rafforzate le agevolazioni sulle tariffe elettriche, i famosi “bonus sociali”. Questi vanno automaticamente – sia ai clienti “tutelati” che a quelli sul libero mercato – a chi è in “disagio economico”, ovvero con Isee fino a 12mila euro (limite innalzato dagli 8.265 normali), ai nuclei con 4 figli e Isee fino a 20mila euro, ai percettori di Reddito o Pensione di cittadinanza. Il requisito è di avere una fornitura (luce, gas, idrica) per uso domestico, e che sia ovviamente attiva: il bonus genera un risparmio all’utente medio del 30% per la luce e del 15% per il gas. Da parte delle famiglie non è dunque neccessaria una particolare attivazione, se non avere compilato una Dsu, ovvero la richiesta di calcolo del proprio Isee familiare. Inclusi tra i beneficiari ci sono anche coloro che si trovano in gravi condizioni di salute (bonus per “disagio fisico”): senza vincoli di Isee, ma in questo caso bisogna attestare con un certificato Asl la situazione di gravità e la necessità di utilizzare apparecchiature mediche in casa. La domanda va poi presentata al proprio Comune o tramite Caf.

Quando si diventa morosi e cosa succede?

L’anno scorso i morosi delle bollette sono stati 117mila, ma il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, ha recentemente messo in conto un aumento del fenomeno negli ultimi mesi, a causa dei rincari e nonostante il paracadute del bonus sociale che oggi arriva a oltre tre milioni di famiglie, mentre erano 700mila prima dell’automatismo avviato nel 2021. Cosa succede a chi non riesce a pagare? Il primo livello di allarme è quello del ritardo. Per chi è sul mercato tutelato (sia luce che gas) il fornitore può chiedere un interesse di mora pari al tasso Bce (1,25%, oggi) annuo, maggiorato di uno spread del 3,5%, per ogni giorno di ritardo. Spread che non si può applicare, per i primi dieci giorni di ritardo, ai ‘buoni pagatori’, ovvero i clienti che sono sempre stati puntuali nell’ultimo biennio. A queste voci si possono aggiungere gli eventuali costi per il sollecito. Mentre sul mercato libero si possono chiedere solo gli interessi di mora e le spese.

Se il caso diventa più ‘grave’, il venditore può “mettere in mora” il cliente e intimare il pagamento. Serve una raccomandata o una pec, che indichi il termine ultimo per versare. Deve esser poi indicato un secondo termine, oltre il quale verrà sospesa la fornitura. Il distacco dalla rete non potrà comunque avvenire prima di 3 giorni lavorativi dal termine ultimo per il pagamento e 40 giorni solari dalla notifica della costituzione in mora. Per l’elettricità, 15 di questi 40 giorni possono prevedere anche una riduzione forzata della potenza disponibile al 15% di quella erogata. Nella comunicazione di messa in mora devono essere indicate anche le modalità per comunicare l’avvenuto pagamento e l’avviso che – se si tratta di consumi più vecchi di due anni – il cliente può chiedere la prescrizione. Senza questa comunicazione, con le informazioni complete, non può scattare la sospensione della fornitura. Questa non può comunque avvenire: nei giorni di venerdì, sabato e festivi; se il pagamento è avvenuto ed è stato comunicato; se il fornitore non ha dato una adeguata risposta a un reclamo. Ci sono comunque clienti “non disalimentabili”: ospedali, case di cura e di riposo, carceri e scuole.

Una volta distaccati, per riattivare la fornitura bisogna invitare alla società di luce o gas una richiesta di riattivazione con la documentazione dell’avvenuto pagamento, seguendo le istruzioni contenute nella messa in mora. Il fornitore deve girare la richiesta la distributore, che deve riattivare la fornitura in 2 giorni lavorativi per il gas e 1 giorno per la luce. In caso di ritardo imputabile al distributore, il cliente ha diritto a 35 euro di indennizzo automatico per riattivazioni entro il doppio dei termini previsti, di 70 euro entro il triplo e di 105 euro per ritardi successivi.

Cosa posso fare se l’operatore mi cambia il contratto?

Se si tratta di una modifica unilaterale che va a incidere sul costo della bolletta, è importante sapere che la legge proibisce questa pratica fino all’aprile del 2023. Lo prevede il Dl Aiuti bis che si applica a tutte le modifiche che sarebbero dovute entrare in vigore dal 9 agosto scorso in poi. I gestori devono attenersi al provvedimento ma, se dovesse comunque arrivare a casa una comunicazione del genere, bisogna sporgere reclamo nei confronti dell’operatore, specificando che la modifica è inapplicabile ai sensi del Dl 9 agosto 2022 numero 115, convertito nella legge 142 del 21 settembre 2022. Bisogna però distinguere tra modifica unilaterale(illegittima) e rinnovo contrattuale (legittimo). In quest’ultimo caso infatti il gestore non fa altro che proporre al cliente una nuova offerta (che, visto il periodo, sarà quasi certamente peggiorativa) di un contratto che sta per scadere. Non solo il gestore ha diritto, ma è tenuto a presentarla, visto che il cliente deve sapere con netto anticipo a cosa va incontro. Da parte sua, se il consumatore ritiene che l’offerta di rinnovo non sia conveniente, può cambiare operatore in qualsiasi momento senza costi. 

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