Ruby ter, in aula a sorpresa Karima El Mahroug. I suoi legali: “Dopo 12 anni è una donna diversa, ma porta addosso la lettera scarlatta”

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L’ultima volta che aveva parlato era stata nel maggio scorso, quando l’accusa aveva chiesto per lei una condanna a cinque anni. “I pm mi descrivono per quella che non sono, e io sono stanca di dover combattere”, aveva detto alle agenzie. Oggi si è presentata a sorpresa in aula per il processo Ruby ter Karima El Mahroug, la ragazza che ha dato il via dopo una notte nelle camere di sicurezza della questura di Milano alla maxi inchiesta che ha generato due filoni oltre a quello principale e che ha sempre visto al centro lui, Silvio Berlusconi, e le ormai cosiddette “cene eleganti” di Arcore.

Così Karima El Mahroug – il suo nome d’arte nelle serate milanesi, Ruby rubacuori, è quello che ha dato il nome all’inchiesta – ha deciso di assistere all’intervento dei suoi difensori, gli avvocati Jacopo Pensa e Paola Boccardi. Il processo è appunto nella fase delle repliche delle difese, e la giovane è tra i 28 imputati del processo per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. Scesa dall’auto davanti all’aula bunker di via Ucelli di Nemi non ha rilasciato dichiarazioni e, da quanto riferito dai suoi legali, non dovrebbe rilasciare dichiarazioni spontanee.

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di Sandro De Riccardis

29 Giugno 2022

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“Sono passati 12 anni da quando sui giornali compariva il nome di Ruby, ma oggi è una donna che tra un mese compirà 30 anni, una donna profondamente diversa da quella ragazzina che scappava da 16 comunità, che viveva da sola. Porta un marchio, peggio di una lettera scarlatta, quella di prostituta minorile che confligge con quello che le intercettazioni dimostrano”, ha detto in aula all’inizio del suo intervento l’avvocata Paola Boccardi con lo sguardo rivolto alla sua assistita. Tutto ruota intorno a un’unica telefonata, richiamata da tutte le sentenze, che ha costituito il marchio, è una telefonata che va letta tutta”. Il riferimento è a una telefonata con una ragazza che le racconta come “a Portofino c’è lavoro”, dove però Ruby non c’è mai stata. “Io sono stata a lavorare a Montecarlo a Dubai a Rimini – dice la donna nella telefonata del 20 agosto 2010 – ho guadagnato dei soldi, 187mila euro”. L’avvocata Boccardi ricorda che in quella telefonata “Ruby quel giorno stesso viene sentita dai pm, e dice che lei ha una stanza in affitto a Genova e non ha nemmeno i documenti per espatriare”.

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