Covid Italia, bollettino dell’11 ottobre: 65.925 nuovi casi e 80 morti

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Sono 65.925 contagiati i nuovi contagiati da Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 15.089 ), secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono  80 (ieri ne erano state notificate 51). Il tasso di positività è del 19,8% (ieri era il 18,1%). I tamponi molecolari e antigenici effettuati sono 333.204 rispetto agli 83.426 del giorno precedente

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Vespignani: “Prepariamoci a saliscendi di contagi”

“Stiamo vedendo una risalita di casi dovuta alle varianti, ma anche al cambio di comportamenti dopo l’estate. Una salita non drammatica ed è possibile che nelle prossime settimane ci sia una ridiscesa. Dobbiamo prepararci a salite e ridiscese”. Lo ha affermato Alessandro Vespignani, neopresidente della Fondazione Isi, centro internazionale che lavora su Sistemi complessi e dati con sede a Torino, in un incontro con la stampa a Torino. “C’è una zuppa di varianti. Dobbiamo prepararci a tenere la situazione sotto controllo, è un richiamo alle istituzioni più che ai cittadini. Dobbiamo fidarci delle raccomandazioni delle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali” ha aggiunto.

Gismondo: “Basta quarantena ma responsabilizzare i positivi”

“Non voglio sottovalutare una patologia respiratoria da Covid in anziani e fragili, così come non si deve sottovalutare in questo periodo l’arrivo dell’influenza, che per anziani e fragili significa anche migliaia di morti all’anno”. Ma nella gestione delle infezioni da Sars-CoV-2 in questa fase, “il mio parere è che sia opportuno uniformarsi ad altri Paesi che non indicano più come misura la quarantena per i positivi a Covid”. Bisognerebbe piuttosto “responsabilizzare al fatto che chi è sintomatico, o chi sa di essere positivo, nella comunità dovrebbe indossare una mascherina, soprattutto se è a contatto con anziani e fragili”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano.

Con le mascherine sviluppo linguaggio più lento

I lockdown potrebbero aver impedito il normale sviluppo delle capacità di relazionarsi dei bimbi piccoli: lo suggerisce una ricerca pubblicata sugli Archives of Disease in Childhood. Lo studio mostra che un numero inferiore di traguardi dello sviluppo è stato raggiunto nel primo anno di vita a causa delle restrizioni del Covid, nei nati in piena pandemia. La ricerca è stata condotta da Susan Byrne, della University of Medicine and Health Sciences, Royal College of Surgeons a Dublino. Per lo sviluppo del linguaggio è cruciale guardare la bocca di chi parla, spiegano i ricercatori.

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