La fedeltà all’Europa è un caso. E il Ppe “licenzia” Berlusconi

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BRUXELLES – Non è più solo il “caso Berlusconi”. Ormai è il “caso Italia”. Esploso al di fuori dei confini nazionali. Ieri è approdato formalmente nella riunione del Ppe, il principale gruppo del Parlamento europeo. Di cui fa parte anche Forza Italia. L’occasione è la riunione che prepara il Consiglio europeo, presente anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. E l’esito è netto: le parole del Cavaliere su Putin e sulla guerra in Ucraina sono smentite. Anzi, segnano la sua fine politica. L’ex presidente del Consiglio, infatti, non viene più considerato un interlocutore valido. I Popolari europei da ieri parleranno di fatto solo con Antonio Tajani. “Silvio si deve ritirare”, suggeriscono quelli dell’Est Europa.

Tajani, lo sfogo: “Una vendetta l’audio di Berlusconi. Siamo atlantisti ed europeisti, lo dirò per suo conto al Ppe”

dal nostro corrispondente Claudio Tito

20 Ottobre 2022


Non è in discussione l’espulsione dei forzisti. I vertici del Ppe non vogliono fare a meno dell’unica formazione politica italiana che aderisce al gruppo dei popolari. Ma vogliono archiviare la stagione berlusconiana. E aprono la strada all’alleanza con Fratelli d’Italia. La sponda con i Conservatori è diventata ormai la loro nuova frontiera.

“Noi – dice Manfred Weber, presidente dei popolari europei – supporteremo qualsiasi governo che abbia un chiaro approccio a favore dell’Ue, a favore dell’Ucraina e a favore dello Stato di diritto. Sono felice che Antonio Tajani sia qui, lui è la garanzia dell’atlantismo di Forza Italia”. Anzi, il coordinatore forzista viene considerato la miglior carta per ricoprire il ruolo di ministro degli Esteri: “Sarebbe per noi il simbolo della continuità del nuovo governo italiano e del suo posizionamento europeista”. La speranza è che Giorgia Meloni abbia già spiegato all’Ambasciata Usa in Italia che Tajani non è Berlusconi.

Del resto proprio Tajani si è precipitato a Bruxelles per disinnescare la mina. Per spiegare che le parole berlusconiane non rappresentano la linea del partito. E che per Forza Italia parlano gli atti concreti: ossia i voti in Parlamento.

Caso Berlusconi-Putin, a Strasburgo socialisti e liberali all’attacco del Ppe

di Natasha Caragnano

19 Ottobre 2022


Per ora ai popolari basta. Anche perché il Ppe non può rinunciare a una presenza in Italia. L’unico grande Paese europeo in cui da domani al governo saranno presenti i loro rappresentanti. Ma soprattutto stanno preparando la fase post-berlusconiana. In sostanza i vertici del Ppe sanno che la stagione del Cavaliere è finita e vogliono lavorare ad un “nuovo centro” in Italia. Appoggiandosi in primo luogo su Tajani. Ma il “caso” non si può considerare chiuso. I dubbi permangono. Nel Ppe e fuori dal Ppe.

“Il mio messaggio all’Italia – avverte infatti la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola – è di restare al centro dell’Europa, e non ho dubbi che terrà la rotta al fianco del popolo ucraino”. Ma certo resta il fatto che le dichiarazioni di Berlusconi costituiscono un problema e una fonte di imbarazzo. “I suoi legami con la Russia – ammette l’ex presidente popolare, il polacco Tusk – rappresentano un problema non solo per l’Italia, ma anche per l’intera famiglia del partito”.

“Le parole di Berlusconi sono orribili”. Ma gli Usa puntano sulla leader Fdi

dal nostro corrispondente Paolo Mastrolilli

19 Ottobre 2022


Il punto è che il potenziale slittamento del nostro Paese verso la Russia sta diventando uno spauracchio. In Europa e negli Stati Uniti. Il primo a esserne consapevole è il presidente del consiglio uscente,Mario Draghi. Che in occasione del suo ultimo summit europeo ha voluto deliberatamente far arrivare un messaggio su questo punto: “L’appartenenza all’Unione Europea e alla Nato sono capisaldi della nostra politica estera – ha ripetuto -. Il mercato unico, l’Unione monetaria, l’Alleanza atlantica sono il modo migliore per rafforzare il nostro peso nel mondo, far crescere la nostra economia in modo sostenibile, garantire la nostra sicurezza. Condividiamo in pieno i valori europei e transatlantici e vogliamo continuare a tutelarli e rafforzarli”.

Non solo. Draghi ha proseguito sottolineando che l’Italia condivide “in pieno i valori europei e transatlantici e vogliamo continuare a tutelarli e rafforzarli. Penso alla salvaguardia dei diritti sociali e civili, in particolare delle minoranze, alla difesa della sovranità democratica degli Stati, alla ricerca del negoziato e della pace come strumento di risoluzione dei conflitti. Questi principi sono ancora più importanti nell’affrontare le crisi che attraversiamo: dalla guerra in Ucraina all’emergenza energetica”. A buon intenditor poche parole. 

De Maiziere: “Berlusconi da sempre poco critico con Putin. Ma anche la Germania ha commesso errori”

dalla nostra corrispondente Tonia Mastrobuoni

19 Ottobre 2022

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