Rishi Sunak sarà il nuovo premier britannico, Penny Mordaunt fa un passo indietro

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LONDRA – Il Regno Unito ha un nuovo primo ministro, il quinto in sei anni, il terzo in tre mesi: Rishi Sunak, ex-Cancelliere dello Scacchiere ossia ministro delle Finanze, 42enne di origine indiana, primo premier non bianco nella storia britannica e anche il più ricco, grazie al matrimonio con la figlia di un miliardario di Nuova Delhi.

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di Antonello Guerrera

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Le primarie del partito conservatore per rimpiazzare la dimissionaria Liz Truss, eletta a settembre e sfiduciata a ottobre, si sono concluse ieri ancora prima di cominciare: dopo Boris Johnson si è ritirata anche Penny Mordaunt, nemmeno la leader della camera dei Comuni aveva il sostegno minimo di 100 parlamentari per accedere al secondo turno, in cui il voto sarebbe stato allargato a tutti i 150 mila iscritti al partito. Johnson, a dispetto della sua affermazione di averne raccolti 102, sembra avere gettato la spugna proprio perché sapeva di non farcela: soltanto una cinquantina si erano espressi pubblicamente per lui, perciò voleva evitare un’umiliante sconfitta, che sarebbe stata la prima della sua carriera. Mordaunt ha fino all’ultimo fatto circolare voci che aveva l’appoggio di 90 deputati, ma neanche questo è apparso vero e pure lei ha gettato la spugna pochi minuti prima della scadenza prevista, le due del pomeriggio, per scoprire le carte. 

Così l’unico a superare la soglia è Sunak, che di deputati a suo favore ne aveva 185, più della metà del totale dei Tories, diventando il nuovo leader conservatore e automaticamente il nuovo primo ministro: giurerà fedeltà alla corona e alla patria probabilmente domani davanti a re Carlo III, che nominerà così il suo primo capo del governo dopo i sedici del lungo regno di sua madre Elisabetta. La sterlina e i titoli di stato risalgono, segno che i mercati credono nell’ex-responsabile delle Finanze o perlomeno si aspettano da lui, pragmatico e realista, quella stabilità andata in pezzi durante il breve, fallimentare governo della sua predecessora Truss.

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22 Ottobre 2022

Ma i problemi per il Regno Unito non sono finiti. L’opposizione laburista chiede a gran voce elezioni anticipate. Gli stessi sostenitori di Boris Johnson all’interno dei Tories dicono che Sunak non potrà arrivare alla scadenza naturale della legislatura, nel 2024, senza un ricorso anticipato alle urne, perché ha bisogno di ricevere una legittimazione dal popolo. A termini di legge non sarebbe obbligato, contando sulla maggioranza di 80 seggi ereditata dalla vittoria elettorale di Johnson nel 2019. Tuttavia ha un obbligo morale, o perlomeno politico: è stato eletto premier da duecento deputati in un Paese di 67 milioni di abitanti, ancora meno degli 80 mila membri dei Tories che hanno votato per Liz Truss questa estate. Potrà rimandare le elezioni di qualche mese, citando l’emergenza economica e la guerra in Ucraina, l’esigenza di riportare prima ordine e stabilità, ma difficilmente potrà rinviarle per altri due anni: anche perché, a spingere da dietro le quinte per un voto anticipato, ci sarà anche Boris Johnson.

L’ex-premier aveva infatti cercato di convincere gli altri due candidati, Sunak e Mordaunt, a ritirarsi per sostenere la sua candidatura affermando di essere l’unico in grado di respingere la richiesta di elezioni anticipate, proprio perché eletto dal popolo tre anni con una vittoria a valanga; e affermando pure di sentirsi l’unico in grado di ribaltare i sondaggi, che al momento danno il Labour di Keir Starmer in vantaggio di oltre trenta punti percentuali. “Ho capito che questo non era il momento giusto” per tornare al potere, ha dichiarato Boris, facendosi da parte ma lasciando intendere che si tratta solo di aspettarlo, il momento giusto, in un’altra occasione, possibilmente senza aspettare troppo: perciò le elezioni anticipate fanno comodo pure a lui, convinto che le vinceranno i laburisti, che lui potrà subito tornare leader dei conservatori, sia pure sui banchi dell’opposizione, e che tra cinque-sei anni sfiderà Starmer per riconquistare Downing Street. Anche il suo idolo Churchill, dopotutto, dovette attendere sette anni prima di fare il premier per una seconda volta.

Intanto però a celebrare è Sunak, e con lui celebra la larga minoranza di origine indiana: i suoi genitori nacquero in quella che all’epoca era una colonia dell’Impero britannico e lui è diventato primo ministro. Un successo personale e un motivo di orgoglio per i Tories, a cui spetta il merito di avere portato tre donne e un non bianco a Downing Street. Da questo punto di vista, la destra ha battuto la sinistra, perché i premier britannici laburisti sono stati tutti uomini e tutti bianchi. 

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