Benfica-Juventus 4-3: bianconeri fuori dalla Champions

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LISBONA — La Juventus nemmeno sa se sarà retrocessa oppure proprio cancellata dall’Europa. Di sicuro la sparizione di ogni tipo di ambizione internazionale è assodata e per nulla casuale, perché un anno dopo l’altro, a partire dal 2019, le Champions bianconere sono state umiliazioni sempre più frustranti: un peggioramento così regolare e graduale a dispetto di successivi programmi di rilancio.

Juventus, il Benfica è superiore

La fine di questa storia è una presa di coscienza: senza girarci troppo attorno, la Juventus se ne torna con le pive nel sacco perché è una squadra molto più debole del Benfica, nonostante il dislivello economico gigantesco tra i due club (a favore di quello di Agnelli, naturalmente). Il 4-3 del Da Luz è stato una lezione di calcio, anche una lezione di modernità. Di sicuro è stato il confronto tra una squadra di questi tempi – svelta, coraggiosa, aggressiva, tecnica, giovane – e una di chissà quali, perché a richiamarle nel paragone, quelle di un tempo potrebbero anche offendersi. Come all’andata il 2-1 non raccontò l’esattezza del divario tra le squadre, lo stesso non dice questo 4-3 così succoso, perché a un certo punto il Benfica s’è messo a gigioneggiare sprecando un’azione dopo l’altra e consentendo alla Juve un inatteso rientro in partita, con i gol di Milik e McKennie nel giro di tre furenti minuti incendiati dalle scintille di un ragazzo nuovo, il 19enne inglese Samuel Illing-Junior, l’unico aggancio con l’attualità che Allegri abbia saputo offrire.

Juventus, Allegri: “In Champions non puoi provocare un rigore come quello del 2-1. L’eliminazione fa male”

25 Ottobre 2022

Juventus, rimonta quasi completata

Prima delle scorribande sulla sinistra di questo ragazzo nero, alto, agile e veloce che ha costretto l’allenatore del Benfica Schmidt a togliere il terzino Bah, ormai ubriacato dai dribbling dello juventino nuovo, e sistemando così la situazione, la Juve non è stata niente, se non un manuale di desolazione che sarebbe grave se il minimo scarto alla fine raggiunto (e Soulé ha avuto anche la palla del 4-4: solo i ragazzi hanno tenuto in piedi la baracca, anche Miretti è stato bravo) finisse per ridimensionarne l’importanza e le informazioni su cui lavorare.

Le pagelle di Benfica-Juventus: Bonucci e Cuadrado un disastro, brilla Illing-Junior

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Juventus, il pareggio di Kean e il rigore di Cuadrado

I bianconeri sono stati in balia dell’avversario da cima a fondo, a parte le fiammate di Illing che li hanno spaventati: ma in quel momento di inatteso barcollamento il Da Luz s’è stretto attorno alla squadra (che ha sprecato un paio di volte il 5-3, incluso un clamoroso palo del fiabesco Rafa Silva) e tutto s’è rimesso a posto. Il posto della Juve invece non è qui. Ad Allegri mancavano sei uomini, ma nulla è così assente come la mentalità, come l’adeguatezza al presente. Il Benfica ha stroncato la Juve con la tecnica e il ritmo, con l’organizzazione e la freschezza, con la sfrontatezza e la varietà di soluzioni mentre i bianconeri, che come unica opzione avevano la vittoria, stavano lì a prendere tempo, in attesa di farsi un’idea del corso degli eventi. Non è bastato nemmeno l’episodico pareggio in mischia di Kean a dare una spinta alla Juve. Per forza: la preoccupazione era correre dietro all’inafferrabile Rafa Silva, non farsi imbambolare dai giochetti di prestigio di Joao Mario, star dietro al movimento continuo del centravanti Ramos, resistere alla pressione fisica dei mediani Florentino e Fernandez, 44 anni in due. Infatti la Juve non ha afferrato, si è imbambolata, non è stata dietro né ha resistito, prendendo un gol di testa dal 18enne Antonio Silva (con deviazione dello sciagurato Gatti), poi il solito glaciale rigore di Joao Mario (mani di Cuadrado) e infine i due capolavori di Rafa Silva (tacco e scavetto), il fantasista che ha imperversato tanto allo Stadium quanto qui: non mettergli qualcuno addosso è uno dei molti errori che Allegri ha sulla coscienza, anche se poco c’entra, lui, con il mesto decadimento di Bonucci e Cuadrado. Però c’entra eccome coi limiti di tutti gli altri, tutti giocatori fortemente voluti e profumatamente pagati. Anche in questo campo, dal Benfica ci sarebbe molto da imparare.

Il tabellino di Benfica-Juventus

Benfica-Juventus 4-3 (3-1) Benfica (4-2-3-1): Vlachodimos; Bah (36′ st Gilberto), Antonio Silva, Otamendi, Grimaldo; Enzo Fernandez, Florentino; Aursnes, Rafa Silva (42′ st Musa), Joao Mario (49′ st Chiquinho); Ramos (42′ st Neres) (77 Leite, 4 Verissimo, 17 Gonçalves, 23 Ristic, 25 Brooks, 38 Victor, 39 Araujo, 55 Bernardo). All. Schmidt.Juventus (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bonucci (15′ st Alex Sandro), Danilo; Cuadrado (15′ st Miretti), McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic (25′ Iling-Junior); Kean (1′ st Milik), Vlahovic (25′ st Soule) (23 Pinsoglio, 36 Perin, 24 Rugani, 44 Fagioli). All. Allegri.Arbitro: Jovanovic (Serbia).Reti: nel pt 17′ Antonio Silva, 21′ Kean, 28′ rig. Joao Mario, 35′ Rafa Silva; nel st 5′ Rafa Silva, 32′ Milik, 34′ McKennie.Angoli: 8-7 per il Benfica.Recupero: 3′ e 4′.Ammoniti: Danilo, Enzo Fernandez.

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