Morto il medico Giorgio Falcetto colpito con l’accetta a San Donato. L’aggressore portato in carcere: “Lo conoscevo, mi aveva fatto una flebo 4 mesi fa”

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E’ morto Giorgio Falcetto, chirurgo 76enne, colpito alla testa con una accetta. Il medico, in pensione, continuava a lavorare all’ospedale Policlinico di San Donato, alle porte di Milano.

Ieri era scattato un fermo, dopo che nella sua cantina è stata trovata anche l’arma utilizzata: un’accetta, nascosta in una scatola di cartone. I carabinieri hanno portato in carcere a San Vittore l’uomo – un 62enne con vecchi precedenti per truffa e porto abusivo d’armi – che ora dovrà rispondere di omicidio.

Falcetto era stato ricoverato in condizioni gravissime ed era stato messo coma farmacologico. Le ferite, almeno due profonde, erano state devastanti, i colleghi del San Raffaele – dove era stato trasportato in elicottero perché lì c’è il reparto di Neurochirurgia – hanno cercato di ridurre i danni, ma quei colpi feroci hanno provocato danni alla materia cerebrale che compromette comunque il recupero per il medico.

Medico del Policlinico San Donato ferito con un’accetta: il parcheggio dove è stato aggredito

Una lite per un tamponamento nel parcheggio, questo hanno visto i testimoni – soprattutto alcuni operai al lavoro sulla fibra ottica che hanno dato l’allarme – ieri mattina. Ma tante sono ancora le cose che deve spiegare il fermato, che era fuggito subito dopo aver colpito il medico ed è stato rintracciato alcune ore dopo a Rozzano, mentre saliva sulla sua auto. Ha ammesso di essere stato lui, ma ha anche detto qualcosa su cui adesso si sta lavorando.“Sì che lo so chi è il dottore. Mi aveva fatto una flebo quattro mesi fa”, ha detto ai carabinieri della compagnia di San Donato che lo interrogavano in caserma. La sua ricostruzione è stata confusa.

“Giorgio Falcetto fuoriclasse in ospedale e nella vita, guarisca presto”: sgomento a Biella dopo l’aggressione al chirurgo

di Paolo La Bua

13 Dicembre 2022

Falcetto, che in passato era stato anche primario a Biella, faceva i turni di notte in ospedale: ieri mattina aveva appena finito di lavorare e stava facendo colazione al bar: era uscito ancora con la divisa da lavoro, senza giacca, e ha visto quell’uomo che tamponava la sua auto, una Chevrolet Spark rossa posteggiata in diagonale lungo il vialetto che viene percorso dalle ambulanza. Il fermato sostiene che era andato al Pronto soccorso – proprio durante il turno di Falcetto, ma il suo nome non risulta sui registri – e che stava “uscendo dal parcheggio ma con quella macchina posteggiata male non riuscivo a passare”. C’è stato di certo un alterco, visto dai testimoni, ma poi il 62enne alla guida della sua Alfa 147 tenta di speronare il medico andando in retromarcia, Falcetto riesce a spostarsi e la fiancata della Chevrolet viene sfondata. A quel punto l’uomo è sceso dall’auto, ha preso dal bagagliaio l’accetta e ha colpito alla testa Falcetto, mettendosi a cavalcioni sul corpo ormai a terra del medico, con la pozza di sangue che si allarga sull’asfalto.

Dalla palazzina della Facoltà di Medicina partono le chiamate al 112 mentre comincia la fuga del 62enne, che ha qualche vecchio precedente per truffa nella fedina penale. Un paio di operai di una ditta che fa manutenzione sui cavi in fibra ottica all’esterno del Policlinico riescono a prendere la targa dell’Alfa e la comunicano alla prima gazzella dei carabinieri – la compagnia di San Donato, guidata dal capitano Paolo Zupi, è a 200 metri in linea d’aria – che la comunica alla centrale. Le ricerche, coordinate dal pubblico ministero di turno Francesco Polizzi, coinvolgono l’intero Reparto operativo guidato dal colonnello Antonio Coppola. L’indirizzo di casa del fuggitivo è a Rozzano ma lì il fuggiasco non torna. L’auto viene intercettata da una pattuglia dei carabinieri di San Donato, già parcheggiata. L’appostamento fuori dal condominio non dura molto.

Non appena esce dal portone, i militari lo bloccano. “Stavo per venire in caserma a consegnarmi”, prova a giustificarsi. “L’accetta l’ho gettata via – aggiunge – in un tombino. Ricordo dov’è, ve lo indico”. Il punto non è quello giusto ma in serata le ricerche degli investigatori riescono a localizzare e a far recuperare l’arma. E sono gli stessi carabinieri a firmare il fermo per tentato omicidio e a portarlo a San Vittore, in attesa della convalida del gip. Ora il reato è cambiato in omicidio.

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