Autonomia, sale il nervosismo in maggioranza. Calderoli minaccia querele: “La mia non è una riforma spacca Italia”

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“Si è passato il limite”. Roberto Calderoli perde le staffe e annuncia querele: “Se mi capiterà di leggere ancora frasi offensive e calunniose nei confronti del mio lavoro da ministro, frasi come queste sullo spacca-Italia, allora sarò costretto a procedere alle vie legali”. Il riferimento è alle critiche arrivate al ministro sulla proposta di legge sull’autonomia differenziata, cavallo di battaglia leghista e provvedimento contestato dalle opposizioni, ma che tanti dubbi solleva anche in maggioranza. Nel mirino di Calderoli non c’è tanto la minoranza, quanto la stampa critica nei confronti del disegno di legge presentato al governo nei giorni scorsi. “Ora basta, i giornalisti hanno un codice deontologico da rispettare, c’è un limite alla cronaca che non può trascendere in offesa o in bugia”. 

“Calderoli è stufo di leggere che vuole spaccare l’Italia. Bene, ritiri il disegno di autonomia differenziata. E la Sorella d’Italia Giorgia Meloni che dice? Baratta l’uguaglianza dei diritti per il presidenzialismo? Intanto schizzano le bollette, ma sono queste le loro priorità”, scrive su Twitter il vicesegretario del Partito democratico, Peppe Provenzano. Anche il M5s chiede il ritiro del provvedimento. Secondo Vittoria Baldino, vicecapogruppo pentastellata, “invece di minacciare querele e invitare la stampa all’autocensura”, Calderoli  “farebbe meglio a ritirare quella proposta di legge e ad abbandonare i progetti secessionisti che da sempre la sua forza politica persegue”. 

Nei giorni scorsi ha fatto discutere la decisione del ministro di consegnare il ddl sull’Autonomia la consiglio dei ministri senza passare prima per il parlamento e la conferenza Stato-Regioni. Secondo Francesco Boccia, responsabile enti locali del Pd, “parlare di autonomia differenziata senza mai dire preventivamente quante e quali risorse saranno destinate al sud sarebbe l’ennesima presa in giro al Mezzogiorno”. Dello stesso avviso anche il deputato campano Piero De Luca: “Il ministro Calderoli al posto di attaccare il Pd dovrebbe, infatti, spiegare agli italiani perché ha inviato il testo del disegno di legge sull’autonomia alla Presidenza del Consiglio senza trasmetterlo prima in Conferenza Stato Regioni o in Conferenza unificata, evitando ogni confronto preliminare con gli enti territoriali interessati”. E ancora: “dovrebbe chiarire perché sulla definizione dei lep (livelli essenziali di prestazione ndr), nonostante le nostre proposte emendative in Legge di bilancio, è stato completamente esautorato il Parlamento. Anche il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto (Forza Italia), pur mostrandosi disponibile nei confronti di Calderoli, avverte: “Sì all’autonomia differenziata – ma a patto che siano garantiti anche gli obblighi previsti dalla costituzione. Quindi si deve fare insieme ai lep e alla perequazione”, ha detto il governatore intervistato da La Stampa. 

Il ministro dovrà fare i conti non solo con le opposizioni o con i governatori del Sud contrari all’Autonomia, ma anche con lo scetticismo di Giorgia Meloni nei confronti del progetto autonomista che intende portare avanti la Lega.

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