Due gol per mandar giù la delusione. Il caso Zaniolo scompare in un pomeriggio nella sua città. La Roma batte 2-0 lo Spezia, chiude la terza vittoria di fila (Coppa Italia compresa), la quarta dall’inizio dell’anno che la proietta, almeno per una notte, a un solo punto dal secondo posto.
Forse non è un caso che il match lo abbia aperto chi, materialmente, sostituisce in campo il fuggiasco Nicolò: il gol di Stephan El Shaarawy alla fine del primo tempo ha chiuso un’azione perfetta di contropiede capitalizzando l’assist di Paulo Dybala, capace di servirlo con la porta sguarnita chiudendo il triangolo aperto proprio dal Faraone dopo un contrasto aereo di Abraham con Amian. Poi, controllo: forse, la cosa che alla squadra di Mourinho viene meglio: anestetizzare i ritmi, raffreddare le aspirazioni degli avversari riducendo il ritmo della partita. Per poi farla propria. Come ha fatto a inizio ripresa Abraham. Altro tocco di Dybala per far partire il colosso inglese, capace di una corsa micidiale con tunnel a Caldara e poi gelido di fronte all’uscita del portiere Dragowski, infilando la palla in porta per il gol che ha virtualmente chiuso il match già dopo 49 minuti di gioco. Da quel momento, giusto il tempo per qualche magia di Dybala, colpito più duramente del consentito in un paio di occasioni, e per rivedere in campo il norvegese Solbakken, acquisto di gennaio a cui José ha concesso qualche istante nel recupero.
Un successo significativo: la Roma continua a non prendere gol – nelle 5 partite del 2023 ha subito solo i 2 del Milan a San Siro – mentre sembra aver ritrovato la via per la porta avversaria. Forse, più leggera senza più l’obbligo di far convivere tutti insieme Abraham, Dybala, Pellegrini (stavolta assente per problemi fisici) e Zaniolo. Ecco, Zaniolo. Con lui, che si è tirato fuori per forzare un trasferimento di mercato, il general manager romanista Tiago Pinto è stato durissimo: “Ogni tanto gli interessi individuali vengono messi davanti a quelli collettivi. Non è la prima volta che succede. Oggi sono qui tutti quelli che hanno voglia e motivazione di lottare per la squadra e portare i 3 punti. Magari ho sbagliato tante volte, ma dal mio primo giorno fino all’ultimo gli interessi collettivi vanno messi sempre al primo posto”. Non serve fare il nome per capire con chi ce l’avesse.