La vita “non ha mantenuto la sua promessa di felicità” per Julia Ituma, morta giovedì scorso precipitando dalla finestra di un albergo di Istanbul. Il messaggio dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini è stato letto all’inizio del funerale della ragazza -18 anni, giocatrice in serie a della Igor Gorgonzola Novara, una futura star della pallavolo – iniziato nella chiesa di San Filippo neri nel quartiere Bovisa. “Un enigma incomprensibile”, così l’arcivescovo ha definito la sua morte.
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La navata piena di ragazze e ragazze delle squadre di tutta Italia
La navata piena di ragazze e ragazze delle squadre di tutta Italia, a partire dalle compagne di Julia, le “novaresi” e quelle del Club Italia. In prima fila, accanto alla bara coperta di rose bianche, la madre di Julia, Elizabeth, con gli altri due figli. La zia Helen, assieme alla nonna.
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Presenti il ministro dello Sport e molti dirigenti della federazione pallavolo
Presenti il ministro dello Sport, Andrea Abodi, e molti dirigenti della federazione nazionale di pallavolo, e molti esponenti della comunità nigeriana di milano, il Paese di origine della famiglia, evocata dal parroco nell’omelia, “c’è un proverbio della Nigeria che dice: per educare un bambino occorre un villaggio intero. Una comunità”, come quella raccolta in chiesa e anche fuori, proprio accanto all’oratorio dove Julia ha cominciato a giocare a pallavolo, a 11 anni.
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Ai funerali l’ultimo applauso per l’addio a Julia Ituma
Un applauso che ha rotto il silenzio e i canti del coro della parrocchia San Filippo Neri, che dalla chiesa al sagrato hanno accompagnato la bara di Julia Ituma all’uscita dalla chiesa, dove si sono conclusi i funerali. Le tante persone hanno circondato i familiari per una parola e un abbraccio, impedendo loro di fatto di poter uscire subito dalla chiesa. Le ragazze della squadra parrocchiale San Filippo Neri di Milano in lacrime accanto alla bara della promessa del volley azzurro. Molte di loro hanno iniziato a giocare con Ituma qualche anno fa.
Folla ai funerali di Julia Ituma, il docente: “Si stava preparando al test d’ingresso per l’università”
La madre e la sorella hanno salutato la bara per l’ultima volta
La madre e la sorella hanno salutato la bara per l’ultima volta ponendo sopra di essa la maglietta della squadra per la quale giocava Ituma. In chiesa suonano la colonna sonora di “Mission” e poi “Alleluia” di Leonard Cohen. ‘Ciao Giulia’, un grido prima della partenza del feretro, viene accolto tra gli applausi. Le ex compagne di squadra della parrocchia hanno lanciato in cielo dei palloncini. Le amiche della polisportiva parrocchiale, profondamente commosse, hanno lanciato verso il cielo numerosi palloncini azzurri e gialli, i colori sociali. E ancora un interminabile applauso ha dato l’ultimo saluto alla campionessa.
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Il docente ai funerali: “Non si sentiva mai soddisfatta”
Una ragazza dall’intelligenza spiccata, “un genio”. Un messaggio letto sull’altare da Elias, amico di famiglia e docente, la voce rotta dalla commozione, poco dopo la fine della funzione religiosa. “Julia aveva caratteristiche da ricercatrice, non si sentiva mai soddisfatta. Era interessata all’alimentazione, era desiderosa di apprendere. Da docente, dico a voi ragazzi: coltivate la cultura, perché vi dà la libertà di esprimervi. Julia si preparava al test di ingresso all’università, aveva un progetto: la costruzione di un progetto è la costruzione di una persona”.
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