25 aprile, Salvini si smarca: “Festeggerò la Liberazione del nostro Paese”

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Da un lato Lega e Fi prendono le distanze. Dall’altro Ignazio La Russa tenta di placare le polemiche provocate dalle sue dichiarazioni sul 25 aprile e sull’assenza della parola “antifascismo” dalla Costituzione.

Salvini: “Festeggerò la Liberazione del nostro Paese”

Non commenta le dichiarazioni del presidente del Senato. Ma con una frase si smarca dalle polemiche e prende le distanze da La Russa: “Il 25 aprile festeggerò la Liberazione del nostro Paese”, dice Matteo Salvini a margine della visita al Salone del Mobile di Milano. Imbarazzato dalle domande dei giornalisti “non fatemi commentare, io sono ministro delle Infrastrutture, il mio obiettivo è sbloccare i cantieri, creare lavoro e sicurezza, e non sono pagato per fare commenti”, il leader della Lega traccia così una linea di separazione dalle parole dell’esponente di FdI. “Non so cosa farà La Russa (sarà a Praga a rendere omaggio a Jan Palach, ndr) – ha detto Salvini – so quello che farò io. Starò un po’ in famiglia e lavorerò come lavorerò il Primo maggio e come lavoriamo ovunque siamo, perché gli italiani ci pagano per farlo”.

Tajani: “Il 25 aprile è la festa di tutti”

Anche Tajani, vicepresidente di Forza Italia, taglia corto: “Non mi pare ci siano da fare ulteriori polemiche”. E, come Salvini, prende le distanze dal presidente del Senato: “Il 25 aprile è la festa della libertà, è la festa di tutti, io sarò a Roma alle Fosse Ardeatine a depositare una corona a nome del governo”.

Le reazioni da Schlein a Calenda e Conte

Sul 25 aprile, dice la segretaria del Pd Elly Schlein, “manteniamo la nostra visione antifascista”. E sulle uscite dei componenti della maggioranza e delle più alte cariche dello Stato, aggiunge: “Non credo ci sia bisogno di commentare. Noi continuiamo a sostenere questa visione intersezionale, femminista e soprattutto antifascista. Piena disponibilità mia e del Pd a mischiare le nostre pratiche e mescolarci in queste lotte. Per noi si apre una nuova fase che oggi mette a disposizione anche il nostro impegno sincero in queste lotte”, dice in collegamento con l’assemblea nazionale della Rete dei numeri pari alla casa internazionale delle donne.

Giuseppe Conte di spalle durante l’intervento di Elly Schlein 

“Io spero di vivere in un paese in cui quando c’è la festa del 25 aprile non ci siano polemiche, ma purtroppo non è così – osserva il leader del M5S Giuseppe Conte – Il 25 aprile è una festa di tutti e in cui tutti si possono riconoscere, di liberazione nazionale dal nazismo, dal fascismo e da tutti i regimi dittatoriali”.

Interviene nella discussione anche il leader di Azione. “Ripartiamo dalla mozione votata all’unanimità in Parlamento giusto pochi giorni fa – dice all’Adnkronos Carlo Calenda – La Liberazione e la Repubblica sono indissolubilmente legate attraverso la Costituzione. Nessuna parte politica se ne appropri, tutti rispettino questo pilastro del nostro vivere comune”.

L’Anpi: “Parole La Russa sempre divisive”

E il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, attacca: “Dovrebbe essere il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a valutare da solo la sua adeguatezza al ruolo che ricopre visto che ogni sua dichiarazione è sempre ostinatamente divisiva”. E aggiunge: “Non solo La Russa ma anche la premier Meloni e altri dirigenti di Fratelli d’Italia – ha aggiunto – tendono a costruire una narrazione storica e politica che non tiene in considerazione il punto di rottura rappresentato dalla Resistenza riconoscendo la Repubblica come se fosse una fase successiva alle leggi razziali, unicamente criticate senza però voler ricordare che quel provvedimento è in realtà arrivato al culmine di una serie di azioni e comportamenti del fascismo nel Ventennio che sono sempre state permeate dal razzismo: prima gli slavi, poi gli africani nel periodo coloniale e infine gli ebrei. Il razzismo serviva quindi a giustificare le conseguenti scelte politiche e militari del fascismo contro le quali la Resistenza si è battuta”.

Infine, secondo Pagliarulo “la destra di governo e la premier Giorgia Meloni usano un linguaggio pericoloso fatto di singole parole che da sole sembrano innocue ma che se lette complessivamente descrivono una visione inquietante che richiama appunto ai valori sbagliati del fascismo: nazione, italiani, destino, patria. Parole che sono pronunciate contro qualcosa e qualcuno e non certo per unire”.

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