Morto Francesco Nuti, la carriera spezzata di un artista di talento

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È morto a Roma Francesco Nuti, aveva 68 anni, era lontano da tempo dalle scene per motivi di salute ma resta comunque uno dei volti più popolari e amati del cinema e dello spettacolo italiano. Lo rende noto la figlia Ginevra assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma. La data e il luogo delle esequie saranno rese note nelle prossime ore. La stessa famiglia chiede che sia rispettato il momento di grande dolore e per questo motivo non rilasceranno dichiarazioni.

Commedie brillanti e surreali

Nuti ha dato vita a personaggi caratterizzati da una marcata cadenza dialettale, che giocavano sul tentativo di riappropriarsi del ruolo dominante all’interno della coppia. Le sue commedie brillanti dai toni vagamente surreali hanno avuto un successo strabiliante negli anni 80 grazie a film come Io, Chiara e lo Scuro, Casablanca, Casablanca, Tutta colpa del paradiso, Stregati, Caruso Pascoski (di padre polacco), Willy Signori e vengo da lontano, fino a Donne con le gonne, fortunata pellicola che nella stagione 1991/92 battè ogni record d’incassi, segnando il momento di maggior successo nella carriera di Nuti che di quel film fu sceneggiatore, regista e attore protagonista al fianco della bellissima Carole Bouquet.

Gli inizi

Nato a Prato il 17 maggio 1955, Francesco Nuti esordì come attore dilettante ancora studente, scrivendosi da sé i monologhi. Fu notato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci che lo vollero nel gruppo I Giancattivi, e proprio diretto da Benvenuti lavorò per la prima volta nel cinema in Ad ovest di Paperino (1981), rivisitazione del repertorio comico del terzetto toscano.

Abbandonato il trio, con il quale si era cimentato nel cabaret e aveva partecipato a trasmissioni televisive di successo, quali, per esempio, Non stop (1977-78) del regista Enzo Trapani su Rai 1, inizia la carriera solista prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi.

Per la regia di Ponzi ha recitato in tre film che ne hanno messo in luce la particolare comicità: Madonna che silenzio c’è stasera (1982), in cui ripropose il personaggio del film di Benvenuti e che lo rese popolare anche grazie alla canzone Puppe a pera; Io, Chiara e lo Scuro, con Giuliana De Sio, per il quale si è guadagnato particolari consensi; e Son contento (1983). Sono tre pellicole che gli diedero grande notorietà: in particolar modo il ruolo di Francesco Piccioli, presente nel secondo titolo, con cui si aggiudicò il David di Donatello e il Nastro d’argento come migliore attore protagonista.

Sulla scia del successo ottenuto, Nuti ha esordito anche nella regia, confermando i toni agrodolci della sua vena comica, con “Casablanca Casablanca” (1985), ancora accanto a Giuliana De Sio, che gli regala il secondo David di Donatello; il film, liberamente ispirato al classico “Casablanca” (1942) di Michael Curtiz, prosegue la storia di “Io, Chiara e lo Scuro”, ironizzando sui litigi di una coppia in crisi.

Il debutto dietro la macchina da presa

Alla metà degli anni Ottanta il debutto come regista: firma Casablanca, Casablanca (1985) con il quale vince il secondo David come miglore attore e il premio come miglior regista esordiente al Festival internazionale del cinema di San Sebastián, Tutta colpa del paradiso(1985),Stregati (1986), Caruso Pascoski (di padre polacco) (1988), Willy Signori e vengo da lontano (1989), Donne con le gonne (1991). Tutti film che incontrano un grande favore del pubblico, fino a OcchioPinocchio, del 1994, che invece si rivela un flop.

Le difficoltà della vita privata

Nuti ci riprova negli anni successivi con Il signor QuindicipalleIo amo Andrea (2000) e Caruso, zero in condotta (2001) ma all’attività professionale corrisponde una vita privata piena di difficoltà. L’attore e regista cade vittima di una profonda depressione, cerca rifugio nell’alcol, “ha faticato a gestire il successo – raccontò Annamaria Malipiero a Domenica In, sua compagna dal 1994 al 2000 e con la quale Nuti ha avuto la figlia Ginevra – e in quei momenti non c’è niente e nessuno che possano aiutarti, se non sei tu il primo a credere di poter guarire”.

Il primo incidente

Nel 2006 un incidente domestico gli procura un trauma cranico, Nuti viene ricoverato d’urgenza a Roma, entra in coma, poi una lunga e complessa riabilitazione.

Il secondo incidente

Nel 2016 un’altra caduta, un altro ricovero, questa volta a Firenze. Infine il ricovero nella capitale, in una clinica specializzata, dove oggi è morto. “Ha bisogno di assistenza continua – aveva spiegato la figlia due anni fa, sempre a Domenica In – Gli leggo i messaggi dei fan che mi arrivano tutti i giorni e lui è contento. Io e lui riusciamo a capirci con gli occhi, con lo sguardo. Lui è sempre stato molto espressivo e ci capiamo. Mi riconosce, è contento quando vede me e quando vede la mamma. Tutti mi dicono che ci rassomigliamo, soprattutto gli occhi. Anche i suoi fan cominciano sempre dall’analogia del volto. Lo vivo con gioia”.

 

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