Il volo dell’esilio? Questa mattina poco prima delle 7 il jet personale di Evgenij Prigozhin è decollato da Rostov per atterrare poco dopo a Minsk. Non ci sono conferme sulla presenza a bordo del fondatore della Wagner, ma il bireattore – un Embraer Legacy 600 con la matricola RA02795 – normalmente viene utilizzato per i suoi spostamenti.
Il trasferimento di Prigozhin in Bielorussia è una delle condizioni fissate nell‘accordo che ha interrotto sabato sera la marcia su Mosca dei mercenari. Gli uomini del suo esercito privato possono scegliere – come ha ricordato lunedì notte Putin nel suo messaggio alla nazione – se seguirlo o se entrare nelle forze armate regolari, arruolandosi come “soldati a contratto”.
Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko aveva annunciato un discorso ieri sera, poi rinviato a questa mattina: non è escluso che possa comunicare l’arrivo del “cuoco di Putin” nel suo Paese. Si è pure vociferato dell’avvio per la costruzione di una base stabile, in grado di ospitare ottomila uomini della Wagner. Il dittatore vorrebbe usarli come deterrente contro le minacce dei fuoriusciti bielorussi, che hanno formato gruppi combattenti in Ucraina e potrebbero seguire l’esempio dei “volontari per la libertà” che sono andati all’attacco nella regione di Belgorod.
A Minsk potrebbe cambiare la ragione sociale della Private Military Company di Prigozhin per mantenere l’indipendenza formale dalle istituzioni statali di Mosca: una condizione necessaria per presentarsi con le mani libere negli spregiudicati rapporti con le dittature africane, la chiave della rete di potere parallelo costruita dai mercenari tra Libia, Mali, Repubblica Centrafricana e Sudan.