Roma, la straordinaria carriera di Fabio Barchiesi, il fisioterapista di Malagò al vertice di Cdp

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La storia è divertente e sta occupando l’agosto della Roma dei palazzi chiusi per ferie. Ed è raccontata, più o meno, così: dopo queste Olimpiadi, Giovanni Malagò può tutto. Persino far nominare il suo fisioterapista a capo dello staff dell’amministratore di Cassa depositi e prestiti.

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Il punto è che non si tratta di una battuta ma di una vicenda complessa che rischia di provocare, alla ripresa, anche qualche scossone politico. Perché la partita è delicata e interessa il cuore del potere del Paese. La storia è questa: tra i primi atti del nuovo amministratore delegato di Cdp, Dario Scannapieco, c’è stata la nomina nel suo staff di un professionista esterno, il dottor Fabio Barchiesi.

Malagò con Barchiesi (ultimo a destra) 

Barchiesi è un nome molto conosciuto a Roma, pur essendo praticamente alla sua prima esperienza di manager, per lo meno fuori dal mondo dello sport. Barchiesi è infatti il fisioterapista del generone romano la cui storia, per come la raccontano oggi, sta a metà tra una favola di riscatto all’americana e il racconto di Georges Duroy, il protagonista del Bel Ami di Guy de Maupassant.

Barchiesi è un ragazzo testardo e taciturno. Comincia la sua carriera a Villa Stuart, come giovane terapista laureato in Professioni sanitarie alla Sapienza. Qui ha la fortuna di avere come paziente il presidente del Coni. Giovanni Malagò, che doveva riprendersi da un infortunio. Malagò ne rimane affascinato: per le sue qualità professionali, certo. Ma evidentemente vede oltre. Capisce che il ragazzo può fare strada. Lo porta così all’Aniene prima, e lo presenta a molti suoi amici, poi. Fino a riuscire a farlo lavorare con sé: al Coni sport Lab, l’Istituto di Medicina dello sport del Coni.

Proprio come la tribuna d’onore dell’Olimipico, l’Istituto è uno dei luoghi centrali della geografia del potere romano: dal calcetto ai piccoli incidenti, si fanno male in molti.Oltre a Malagò stesso, sotto le sue cure, nel tempo, passano Azzurra Caltagirone, Franco Frattini e l’ex ad di Cdp Fabio Gallia.

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Da semplice fisioterapista, Barchiesi scala velocemente le gerarchie interne. Nel 2019, il primo carpiato: Malagò lo nomina Direttore dell’organizzazione dell’istituto del Coni. Ma Barchiesi è ambizioso. E così, mentre lavora prende una laurea in Economia nell’università telematica Unicusano e poi nel 2019 partecipa alla Luiss a un master in Business Administration. Il suo impegno principale resta comunque l’Istituto: organizza le terapie ai pazienti, firma protocolli, continua a fare pr. E firma pubblicazioni scientifiche: a giugno ne presenta una sulle “Variazioni della frequenza cardiaca in risposta a diversi tipi di allenamento negli atleti”.

Qualche giorno dopo il deposito di quella pubblicazione, però, Barchiesi cambia la sua strada. Dal cuore degli sportivi, passa al cuore economico del paese. Tra i primi atti da ad, Scannapieco lo sceglie al vertice del suo nuovo staff. Ma com’è possibile? Che c’entra un fisioterapista in Cassa depositi e prestiti? Barchiesi non ha risposto a Repubblica.

Scannapieco 

Lo ha fatto invece Cdp. Fonti della società spiegano infatti “che è entrato nello staff dell’ad in virtù della sua esperienza di manager che gli ha consentito di maturare competenza in: pianificazione strategica, amministrazione e controllo, risorse umane”. Inoltre, “il suo lavoro all’Istituto di medicina dello Sport ha consentito alla struttura di ottenere un grande incremento del fatturato”.
La nomina a “capo staff” è stata fino a oggi indicata solo informalmente. Ma – viste anche le polemiche – rischia di durare ancora poche ore.

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Ieri sera fonti spiegavano che presto sarà affiancato da “un profilo tecnico”. Si tratta di Francesco Pettenati, economista classe 1977, capo di gabinetto e primo consigliere di Scannapieco nella sua esperienza alla Bei, la Banca europea per gli investimenti.

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