Incendi, due morti in Calabria e Sicilia. I sindaci accusano: “Roghi dolosi”.

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Non concedono tregua, né pause i roghi che stanno consumando la provincia di Reggio Calabria. Anzi, gli incendi si moltiplicano e mietono nuove vittime. Dopo i due agricoltori, Rita e Nino Cilione di Bagaladi, morti sei giorni a San Lorenzo nel tentativo di salvare il proprio uliveto, questa mattina, attorno a mezzogiorno, un pastore di 77 anni è morto a Grotteria. L’uomo stava tentando di salvare le greggi dalle fiamme che stanno consumando le colline, ma è stato accerchiato dal fuoco. Quando i soccorsi sono arrivati, per il 77enne era troppo tardi. Troppo vaste le ustioni.

E a Paternò (Catania) un agricoltore di 30 anni è morto, schiacciato dal suo trattore nel tentativo di spegnere un incendio in un podere nell’area di Ponte Barca, interessata oggi da un vasto incendio come tre settimane fa. Stava trasportando una botte piena d’acqua sul suo trattore che all’altezza di una curva lungo la S.P.58, si è capovolto, uccidendolo sul colpo.

“Un’altra vittima degli incendi. Stiamo perdendo la nostra storia, sta andando in cenere la nostra identità, sta bruciando la nostra anima autentica nel silenzio generale. Ancora fiamme, ancora pericolo, ancora danni incalcolabili, la nostra montagna e le nostre colline continuano a bruciare” dice il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà.   E’ emergenza continua: dopo il gigantesco fronte di fuoco che ha messo in ginocchio l’area grecanica e adesso si arrampica verso l’Aspromonte jonico, le fiamme hanno iniziato a divorare ettari ed ettari di boschi anche nella zona dello Zomaro, sul versante tirrenico. Complici le temperature sempre più elevate, è un assedio che sembra non avere fine e che ha spinto la Prefettura a chiedere il supporto dell’esercito.  

Calabria, i roghi minacciano gli alberi secolari delle faggete vetuste ed è massima allerta in tutto il reggino

di

Alessia Candito

10 Agosto 2021

Il vertice operativo fra i tecnici impegnati sul territorio e i militari è in corso in queste ore. Sul tavolo, questioni di gestione delle risorse, di coordinamento, di priorità. Perché la provincia brucia tutta e le chat di coordinamento degli interventi di Vigili del fuoco, Protezione civile, Calabria Verde, Ente parco sono quasi intasate dalle segnalazioni di nuovi roghi. Solo ieri pomeriggio, in poche sono stati segnalati undici nuovi focolai.  

E mentre a Cittanova, sul lato tirrenico, il Comune è stato costretto ad invitare la popolazione a tenere chiuse le finestre ed evitare di uscire in strada perché il paese era invaso dal fumo dell’incendio che sta distruggendo i boschi dello Zomaro, sul versante jonico, le fiamme continuano a divorare ettari su ettari. È allarme a Roccaforte del Greco, Roghudi e Bagaladi, in nottata un incendio è scoppiato anche nei pressi di Cardeto, zona preaspromontana nell’hinterland di Reggio Calabria. Ma è nella zona di San Luca, nel cuore dell’Aspromonte jonico, che si registra la situazione più critica.  

Calabria, in fiamme il bosco di Acatti

Dopo più di una giornata di battaglia, le fiamme che minacciavano le faggete vetuste della Valle infernale, solo da poche settimane riconosciute come patrimonio dell’umanità dall’Unesco, sembrava fossero state domate. Ma l’incendio ha ripreso vigore e in poco tempo ha divorato l’antico bosco di Acatti, zona di pini larici secolari, quasi inaccessibile e non antropizzata, fino a qualche giorno fa rifugio inviolabile anche per le più schive specie di animali selvatici che popolano l’Aspromonte.  

“È bruciato tutto o quasi” dice chi è intervenuto in zona. Adesso le fiamme stanno rapidamente salendo verso Montalto, quasi a quota duemila metri di altitudine. “Mai successo nella storia” racconta chi assiste quasi impotente alla devastazione provocata dal fuoco. Un altro rogo invece sta rapidamente scendendo verso valle, mentre inizia a diventare preoccupante anche la situazione nella foresta di Ferraina, nei pressi di Samo. 

In prefettura a Reggio Calabria, la situazione viene monitorata costantemente. Ma gli inviti alla prudenza diramati dalle autorità non sembrano aver ancora fatto breccia. Un gruppo di pellegrini, che in piena emergenza incendi ha imprudentemente tentato di raggiungere a piedi il santuario di Polsi, storico luogo di culto conosciuto nel mondo anche per i summit annuali di ‘Ndrangheta che ogni anno lì venivano organizzati, è stato costretto a tornare indietro perché le strade sono bloccate dalle fiamme. “Qui i telefoni cellulari funzionano poco e male rendendo ancor più difficile un eventuale intervento di soccorso, avventurarsi in zona è una follia” dice chi è impegnato a fronteggiare le fiamme.  

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11 Agosto 2021

Interventi complessi perché tutti i roghi o quasi si stanno sviluppando in zone difficili da raggiungere, spesso neanche servite da strade ma solo da sentieri o mulattiere che rendono impossibili o quasi gli interventi da terra. Servono Canadair ed elicotteri, ma nonostante i rinforzi arrivati da altre regione quelli che da giorni sorvolano la zona non sono sufficienti. Perché nel reggino è emergenza, ma la Calabria brucia tutta. Incendi si registrano anche nella provincia di Catanzaro e i mezzi aerei sono richiesti ovunque.  

“Faccio appello a tutti i cittadini che dovessero scorgere dei roghi o notare dei comportamenti sospetti, di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti. Mi è stato confermato dai Vigili del fuoco che gli incendi, in corso nel nostro territorio in queste ore, sono, in gran parte, di natura dolosa” dice Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, dove in poco tempo due incendi hanno seriamente compromesso la zona adiacente il Parco della biodiversità e la pineta di Siano. E con una dinamica estremamente sospetta. Appena spento il primo, è divampato il secondo. In provincia, si contano i danni da fuoco a Borgia, Simeri Crichi, Zagarise. E ancora una volta, denunciano i sindaci, non si tratta di fatalità, ma di incendi dolosi. 

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09 Agosto 2021

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