Maxi-risse, rapine e alcol: le notti delle baby gang che spaventano la Riviera

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CESENATICO (FORLì-CESENA) – Sono solo ragazzini: gruppi di giovanissimi dai 13 ai 18 anni, maschi e femmine. Si danno appuntamento ogni sera su TikTok per fare a botte tra Rimini e Riccione, distruggere vetrine, prendersi a bottigliate, spaccare ombrelloni. Il pomeriggio a dormire in spiaggia, la notte ubriachi per le vie del centro. Scene che in Romagna si vedono da sempre, ma mai così. Lo ripetono tutti, in questo litorale abituato a trasformarsi ogni estate in un immenso divertimentificio per 8 milioni di turisti: baristi, albergatori, bagnini. Sarà che a Ibiza non c’è andato nessuno, sarà il lockdown, saranno le discoteche chiuse. Ma in Riviera le baby gang fanno paura. E i sindaci sono in trincea.

La sorveglianza privata

“È un fenomeno sociale che sta attraversando tutti i paesi del litorale — racconta il primo cittadino di Cervia Massimo Medri —. Ragazzini che dopo una certa ora devastano tutto. Bruciano cassonetti, distruggono la spiaggia, fanno a botte. Dobbiamo fare qualcosa per affrontare le scorie della pandemia. E la sicurezza va garantita». Lui per pattugliare Milano Marittima ha arruolato 14 street tutor. Non è il solo. A Cesenatico Matteo Gozzoli ha assunto una guardia giurata per sorvegliare l’area dietro la ruota panoramica: “È lì che si davano appuntamento per darsele”. La sindaca di Riccione Renata Tosi ha stanziato 40mila euro per permettere a bar, ristoranti e negozi del centro di pagarsi la sorveglianza privata. “I rinforzi chiesti a polizia e carabinieri sono arrivati a luglio — dice l’assessore al turismo Andrea Corsini — in misura inferiore agli altri anni. Serve più pianificazione”.

Le maxi risse

Fino a mezzanotte la Riviera è quella di sempre: passeggini, gelati e famiglie. Ma alle due, tre del mattino arriva l’altra Riviera, la gemella adolescente molesta, senza freni. Dai locali e dagli hotel partono sciami di giovani con le bottiglie di alcol negli zaini, direzione spiaggia libera. Le discoteche chiuse (almeno in teoria) aggravano la situazione, il campo da gioco sono ora piazze e spiagge. L’altra sera a Cesenatico dei ragazzini facevano a botte armati di stampelle. L’episodio più clamoroso è avvenuto all’alba del 7 agosto. Non in Romagna ma più a sud, a Marotta di Mondolfo, 45 minuti da Rimini: una maxi rissa fra centinaia di giovani armati di bastoni e coltelli è finita con un ragazzo in ospedale e due carabinieri feriti. “Quella è la punta dell’iceberg”, spiega un investigatore. Le prime avvisaglie c’erano a maggio, dopo il lockdown. Rimini, zona della Vecchia Pescheria, pieno centro: un’altra rissa, un bar devastato, sedie che volavano. I gestori del locale vicino, il Foyer, il giorno dopo hanno appeso un cartello: “Oggi chiusi!”. Il titolare, Steven Ormerod non ha riaperto: “Abbiamo fatto un esposto firmato da 60 negozianti. Siamo disperati”. Pochi giorni fa a Riccione i carabinieri hanno arrestato quattro stranieri fra i 17 e i 19 anni: avevano rapinato due giovani turisti di smartphone, soldi, collanine.

In quaranta sui binari

Scene che sono la normalità per Andrea Fratesi, titolare del Bagno 77 di Riccione. “Ieri sera c’è stata un’altra rissa a bottigliate, litigavano perché uno non voleva bere, poi si è ferito e ha sporcato la spiaggia: ho dovuto passare l’idropulitrice”. Lui lavora in una delle zone più difficili, tra la stazione e la spiaggia libera, dove si riversano ogni notte centinaia di ragazzini. “Arrivano in serata da Modena, Reggio, Bologna e la mattina scappano con quello che sono riusciti a depredare. Rubano catenine, felpe, cappellini, scarpe firmate. L’altra mattina sono andati in stazione in quaranta e si sono messi a ballare sui binari: non è successa una strage solo perché il macchinista ha tirato il freno”. Simone Battistoni, presidente regionale dei bagnini di Confcommercio dice che il tema è anche la chiusura delle discoteche, “perché lì almeno ci sono i buttafuori”. Altri dicono che l’unica differenza col passato “è che senza discoteche risse e alcol si vedono di più”.

I vandalismi

Chi affronta la movida sotto il profilo dell’ordine pubblico restituisce l’immagine di una molla compressa per molto tempo. “Presi da soli sono degli agnellini, ma quando sono in 30, 40, sono difficili da contenere”, dice un agente. Gli investigatori parlano di giovani provenienti da contesti familiari difficili. Ma ci sono anche i “bravi ragazzi” che dopo una notte di cocktail e droghe fanno mattina sfasciando ombrelloni o vetrine. Mario La Mura, comandante provinciale dei carabinieri di Rimini, racconta: “Rimini, come ogni anno, è stata destinataria di rinforzi estivi delle forze di polizia in grande numero, circa 300 unità. La situazione la riteniamo sotto controllo ma c’è qualche caso che desta la giusta preoccupazione. Parliamo di giovani che colpiscono loro coetanei: ne abbiamo arrestati diversi in questo periodo. Siamo intervenuti in diverse circostanze per casi di risse. La settimana scorsa nel centro di Riccione abbiamo chiuso due attività che davano da bere ai minori”.

L’allarme alcol

Per Edoardo Polidori, psichiatra, capo dei Sert di Rimini e Forlì il tema è l’alcol. “Non si può pensare che il problema riguardi solo gli adolescenti. La colpa è anche degli adulti. Se è vietato vendere alcolici ai minori, perché ci sono tutti questi ragazzi ubriachi? La fine del lockdown comporta esplosioni di rabbia e quando si sommano problemi di altro tipo, come l’integrazione, tutto esplode”. Bruno Bianchini, presidente di Federalberghi di Riccione, pensa alla ragazza caduta giù dal balcone di un hotel nella notte del 6 agosto. “L’altra sera dei ragazzi hanno vandalizzato un albergo dove si erano intrufolati per andare in piscina. Quella prima avevano assalito il portiere di un hotel perché voleva impedire il furto di una bici. Sono atti che con questa frequenza a Riccione non si erano mai verificati. La verità è che quest’estate ha colto tutti impreparati. La situazione è preoccupante anche dal punto di vista sociale. Di certo quest’estate la Riviera è meno allegra”.

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