Afghanistan, l’attivista barricata: “I talebani mentono ci annienteranno”

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“Amica mia, temo che mi uccideranno. Questa potrebbe essere l’ultima volta che ci sentiamo. Ho detto alle mie amiche di non contattarmi più perché non vorrei metterle in pericolo. Mi sento molto depressa e sola”.

Le donne a Kabul nel diario della giornalista Marjana Sadat. Sparite per due giorni dopo le conquiste di due decenni

di

Marjana Sadat

18 Agosto 2021



Ogni parola di Maryam Sadaat pesa come un macigno. Sembra che dica addio mentre continua a parlare. Gli occhi allungati che solo un mese fa sorridevano nel giardino di casa davanti a una tazza tè verde, ora sono colmi di lacrime. Da cinque giorni è barricata in casa. Una casa super protetta con guardie armate perché è un’alta dirigente del governo precedente. Ha vissuto tutta la sua carriera sotto scorta, perché le donne politiche sono sempre state nel mirino dei talebani e dell’Isis, ma ora è tutto diverso. I talebani sono al potere e per le donne in Afghanistan cambia tutto. Non si tratta più di sopravvivere, “ma di essere cancellate. Barbara Jan (appellativo di rispetto), dì alla tua gente che non si devono fidare di loro, ti prego, qui sappiamo che non ci faranno più lavorare, studiare o vivere la vita che scegliamo. In questi giorni le donne sono cambiate, si sono ritirate, si sono chiuse in casa, stanno cancellando foto, Facebook, si stanno isolando per paura di essere trovate. Stiamo scomparendo sotto gli occhi di tutti. La maggior parte delle famiglie è in modalità protezione, i nostri mariti, padri, fratelli ci stanno proteggendo, non possiamo uscire, non abbiamo da mangiare, i bambini non capiscono ma sentono che qualcosa è successo. Il prezzo della benzina è andato alle stelle, e la gente non può prendere i soldi perché le banche hanno chiuso. Le strade sono deserte perché tutti hanno paura dei talebani, non perché la città è tranquilla”.

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Massimo Lorello

19 Agosto 2021



Maryam è stata sempre una persona molto attiva sui social dove è seguita da migliaia di persone, donne e uomini, è stata parlamentare e rappresenta quella generazione di donne che hanno studiato, hanno fatto carriera e si sono trovate a rappresentare un Paese che stava cambiando nonostante la guerra e il pericolo di essere donna. Senza peli sulla lingua, ha sempre detto quello che pensava sui talebani, ma ora tutto le si ritorce contro. “Sto pensando di togliermi dai social, quelli controllano tutto. Già così ci stanno cancellando, vogliono zittirci e per paura lo stiamo facendo da sole. Ieri una ragazza è stata uccisa a Nangarhar, la sua colpa? Quella di lavorare con l’amministrazione, o essere giornaliste o attiviste”. Maryam ha trascorso tutta la sua giovane vita tentando di migliorare dall’interno la condizione delle donne nel suo Paese e ora si sente prigioniera nella sua terra.

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di

Malala Yousafzai

18 Agosto 2021



“Ogni giorno dormo in un posto diverso nel tentativo di ingannare i talebani che mi cercano. Sono agitata, stanca, non mi sento bene. Non parlo a nessuno per paura di rappresentare un pericolo, ascolto le notizie sperando ce ne sia una che mi faccia tirare il fiato, ma sento quello che i talebani dicono ai media internazionali, dicono che le donne saranno felici sotto il loro regime, e io impazzisco. Non dovete credergli, vi prego. Appena vi volterete un attimo, quelli faranno di noi quello che vogliono. E va bene, io mi sono scelta questa vita, posso anche accettare di morire, ma sono preoccupata per tutte le donne di questa terra. Quale sarà il loro futuro? Che ne sarà dei nostri figli? Le femmine diventeranno spose bambine, i maschi li riempiranno di bugie per trasformali in combattenti. Le donne potranno lavorare? Studiare, andare al ristorante con le amiche o saremo imprigionate a casa per il resto della nostra vita? In nome di Dio, se non potete fare nulla per liberarci dai talebani, almeno non credetegli, non riconosceteli. Non parlate con loro”.

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Gabriella Colarusso

18 Agosto 2021



Maryam è un fiume in piena di dolore, pensa al marito che ha finanziato centinaia di progetti di microcredito per donne che ora hanno perso tutto nel giro di quattro giorni. “Negli ultimi dieci anni, ho lavorato nella leadership del governo e ho lottato con le unghie per i diritti delle donne e ora devo cancellare il mio account Twitter e tutte le foto che ho nel cellulare. Il nostro futuro è incerto, tutti gli studi e il lavoro duro che abbiamo fatto è andato sprecato. Dimmi, amica mia, che cosa avremmo fatto mai di così male per essere trattate peggio di un animale?”.

Gli Stati Uniti e l’Europa che hanno detto alle donne che avevano dei diritti, ora tacciono. Un silenzio assordante come le strade deserte della capitale Kabul, dove solo qualche giorno fa il traffico era così anarchico e intenso che la gente impazziva per fare pochi chilometri. “Barbara Jan, in questo momento abbiamo solo bisogno di restare vive, ma non abbiamo alcuna speranza nel futuro”.

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