Giovani e senza vaccino, volti che non vediamo della strage del Covid di fine estate

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“Katia se ne è andata a trent’anni, dopo solo cinque giorni di quarantena in casa. Pur positivo, alla fine l’ho portata io al pronto soccorso in auto. Non respirava più, ogni tentativo di rianimarla è stato inutile. Avevamo prenotato il vaccino a fine agosto: troppo tardi, ma con una pizzeria da gestire non potevamo rischiare di chiudere nel pieno dell’alta stagione. Io mi sono salvato, lei no: fa male accettare che le vittime del Covid siano ormai private anche della loro storia, ridotte solo a numeri da inserire nelle statistiche”. Emanuele Diez, ristoratore toscano di Torre del Lago, ancora non crede alla morte della fidanzata. Katia Lamberti è deceduta all’ospedale di Lido di Camaiore il giorno di Ferragosto: l’autopsia deve confermare se è stata la variante Delta, all’improvviso, a soffocarla e a fermare il suo cuore. “In luglio – dice Emanuele – si era sottoposta a un intervento di chirurgia estetica. Per questo avevamo rinviato la vaccinazione. La velocità della sua morte è stata uno shock e le cause devono essere chiarite: ora posso onorare il nostro amore solo invitando tutti a immunizzarsi il prima possibile”.

“Nell’anestesia del dolore collettivo, il rischio cruciale della Delta”

Storie così, mentre l’estate si avvicina all’autunno, in Italia ce ne sono di nuovo una cinquantina al giorno. Rare quelle che mutano in racconto: la strage della pandemia, come all’esordio, torna a lasciare solo vittime anonime e invisibili. Un anno e mezzo fa il Paese fu colto di sorpresa dall’ignoto. Oggi si scopre pericolosamente preda dell’assuefazione da troppo noto, della confusione da distorto. “E in questa anestesia al dolore collettivo – dice il fisico Roberto Battiston, che analizza l’andamento del contagio in Italia – si nasconde il rischio cruciale della variante Delta. Fra il 30% di italiani non vaccinati, esclusi i bambini, le vittime quotidiane nell’ultimo mese sono salite da 5 a 50. Significa che sono decuplicate e che, se la tendenza non si arresta a fine settembre, ne conteremo 500, con un bacino potenziale di circa 200 mila morti. In queste condizioni aspettare l’immunità di gregge è una follia: chi non si vaccina si condanna per anni a una vita ad alto rischio”.

Lo sterminio di una famiglia a Cascina

Anche a Cascina, nel Pisano, nessuno immaginava un domestico focolaio estivo. In poche ore sono morti Oriano Berrugi, 85 anni, e la moglie Angela Bettini di 82. Prima di loro il virus si è portato via Paolo Egisto, 72 anni, fratello di lui. Attenzione e isolamento in casa non sono bastati per evitare lo sterminio della famiglia. L’Istituto superiore di sanità lancia così l’allarme sulla distrazione con cui si tende a scorrere le cifre quotidiane dei decessi da Covid, sempre più spesso rimasti fuori dagli ospedali. “Negli ultimi 30 giorni – avverte una nota dell’Iss – la maggioranza dei positivi non è vaccinata e la loro ospedalizzazione supera di otto volte quella degli immunizzati con il ciclo completo”.

La “semplice influenza” del manager triestino

La preoccupazione supera lo scontro ideologico no vax o no mask. Il punto è che associare un volto e una storia alla contabilità del virus, aiuta a non sottovalutarlo, nemmeno in vacanza. Marco De Veglia, noto esperto di marketing triestino di 55 anni, è morto dopo che per mesi sui social aveva invitato “a curare in casa quella che resta una semplice influenza”. “Facile ma sterile – dice l’amico Stefano Versace – puntare il dito contro un uomo che ha scelto di non vaccinarsi: difficile ma utile riflettere sulle ragioni che spingono persone intelligenti e colte a non tutelare la propria salute e a restare vittime delle fake news”.
Non è il caso della famiglia Venuta, siciliana di Nicosia. Lunedì 16 agosto è morto Gioacchino, 83 anni, dipendente comunale in pensione. Mercoledì scorso la stessa sorte è toccata alla figlia Anna Maria, di 48 anni. Unica superstite la moglie di Gioacchino, in cura nonostante abbia ricevuto la prima dose di vaccino. “Mia figlia non sembrava grave – dice – Poche ore prima di morire, al telefono aveva chiesto informazioni sui farmaci anti-virus”. Oltre 50, a Nicosia, i positivi negli ultimi giorni. “Nessuno è un numero – dice il sindaco Luigi Bonelli – sono persone in balìa di un virus contagiosissimo che silenziosamente uccide anche i più attenti”.

Il vigile del fuoco di Giugliano caduto dopo un mese in intensiva

Come il napoletano Maurizio Femina, 46 anni, vigile del fuoco e maratoneta di Giugliano. Dopo un mese di lotta in terapia intensiva è stato sepolto venerdì: assente al funerale la moglie, pure contagiata dopo la prima dose di vaccino. Gli scienziati ora avvertono: “La variante Delta a inizio luglio è partita da numeri di positivi molto bassi, un terzo in meno rispetto all’estate 2020. Per questo la crescita dell’ospedalizzazione ora è lenta, quasi invisibile. Il problema è che riguarda quasi solo i non vaccinati, ossia un bacino contenuto. Importanti sono così tendenza e percentuali, non le cifre assolute: documentare le vicende umane delle vittime può scongiurare un’altra strage”.
Troppo tardi per salvare la famiglia spazzata via a Torre del Greco. Il papà di 89 anni, la mamma di 85 e la figlia di 58, tutti non vaccinati, sono morti in otto giorni. Invitati invano a proteggersi, avevano scelto di rischiare rinunciando alla socialità. “In estate – avevano confidato agli amici – il virus molla, noi stiamo in casa e vediamo cosa succede in autunno”. Stagione che non vedrà nemmeno l’inglese David Parker, 56 anni, icona social dei no vax, star anche in Italia: il Covid l’ha ucciso nel North Yorkshire mentre derideva chi si vaccinava tuonando contro Big Pharma. Anche lui per le statistiche era solo un numero e valeva uno. La sua storia, gli appelli globali a immunizzarsi lanciati ora dai suoi famigliari, spiegano invece molto di più.

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