“Pronta la mozione di sfiducia su Durigon”. Il segretario Pd Enrico Letta conferma che sarà presentata a settembre. “Incompatibile l’apologia del fascismo con questo governo e con la nostra storia”, dice il leader Dem. Che interviene al Meeting di Rimini per l’atteso incontro, che terrà banco in mattinata, tra tutti i segretari di partiti. Partecipano in presenza anche il capo della Lega Matteo Salvini, il leader del M5S Giuseppe Conte, il presidente di Fi Antonio Tajani, l’esponente di Iv Ettore Rosato e collegata da remoto la presidente di Fdi Giorgia Meloni.
Salvini è il primo ad offrirsi alle domande dei cronisti. Sì parte dal caso Lamorgese. Dopo le tensioni in crescendo degli ultimi giorni, Salvini arriva a chiedere le dimissioni della ministra dell’Interno. “I numeri sui morti nel Mediterraneo nei primi mesi di questo anno sono da soli sufficienti a bocciare l’operato del ministro Lamorgese”, dice il leader della Lega. “Mi domando in questi 8 mesi come abbia occupato il suo tempo. Sará necessario pensare a un cambio, altrimenti problemi della sicurezza nazionale così non li gestiamo. Deve fare il ministro. Cosa che non ha cominciato a fare”.
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Stefano Cappellini
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Sul caso Durigon: “Lui è il papà di quota 100 e con lui sto lavorando alla riforma pensioni, e sto seguendo anche il tema fiscale delle cartelle e del saldo e stralcio. Ragioneremo insieme su cosa fare e cosa sia più utile per la Lega e per il governo. Discuterò io con Claudio, il quale ha la mia massima fiducia”. Poi ecco Rosato, Letta e Tajani . Rispondono alle domande dei cronisti prima dell’appuntamento sul palco. Conte rinvia a dopo il punto stampa. La foro di gruppo propone comunque un unicum della politica italiana, specie nella stagione cruciale della gestione Recovery Fund, sotto la guida “tecnica” del presidente Draghi (subentrato alla deflagrazione di due coalizioni). Un ‘esperimento’ che il Meeting propone già da qualche anno. E che stavolta incrocia timori e allarmi, sulla tenuta dell’esecutivo, esplicitati proprio qui al Meeting sia dal leader di Confindustria Carlo Bonomi, sia dal commissario europeo Paolo Gentiloni.
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