Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza, è antifascista. E il Comune decide di ribadirlo, pensando anche agli episodi di intolleranza, odio razziale e xenofobo degli ultimi tempi. Lo fa riproponendo e ampliando con una delibera di giunta il ‘patentino’ antifascista che dal 2018 è richiesto a enti, associazioni e singoli per svolgere iniziative e qualsiasi tipo di attività negli spazi pubblici. Una dichiarazione di rispetto dei valori della Costituzione repubblicana e antifascista che vale come rifiuto di ogni teoria neofascista e di estrema destra.
“Sull’antifascismo nessun passo indietro”: Sala respinge la richiesta del Municipio di centrodestra per la concessione degli spazi pubblici
30 Ottobre 2019
Era appunto il gennaio 2018 quando il Consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno sul tema “Rispetto dei valori della Costituzione repubblicana e antifascista” invitando la giunta “a non concedere spazi, patrocini, contributi di qualunque natura a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, discriminatori verso ogni orientamento e identità di genere”. Una richiesta che arrivava dopo alcuni casi di sale, soprattutto di sedi dei municipi, impegnate da eventi a cui partecipavano neofascisti più o meno dichiarati. Sempre il Consiglio comunale aveva chiesto alla giunta di subordinare “l’assegnazione o concessione di spazi, suolo pubblico e sale di proprietà del Comune, patrocini, contributi di qualunque natura ad una dichiarazione esplicita di rispetto dei valori e dei principi fondanti della Costituzione italiana repubblicana e antifascista”. A quelle richieste la giunta aveva risposto positivamente, così dal maggio 2018 era entrato in vigore l’obbligo di dichiarazione “antifascista” per i soggetti che chiedevano al Comune la concessione di suolo pubblico, sale e spazi per lo svolgimento di manifestazioni o iniziative, patrocinio, contributi diretti o indiretti.
Bernardo: “Sono antifascista come tutti gli italiani”. Fiano: “Lo faccia dire a Salvini e Meloni”. Sala: “Condividiamo dichiarazione”. Lui replica: “Si condannino tutte le ideologie folli”
di
Alberto Custodero
15 Agosto 2021
Ma la delibera del 2018, in realtà, si limitava a disporre l’obbligo solo per di iniziative, manifestazioni ed eventi di carattere sociale, sportivo, ricreativo, politico ed istituzionale, di durata temporanea e su istanza di parte: eventi spot, insomma, ma lo stesso obbligo non valeva per chi partecipava a bandi per la concessione e la locazione di spazi a uso non commerciale di proprietà del Comune. Da qui l’esigenza di aggiornare quel provvedimento con quello appena firmato dalla giunta Sala: che, appunto, estende l’ambito di applicazione della delibera anche alle procedure di selezione – bandi, avvisi e simili – relative agli immobili non destinati ad uso commerciale “dal momento che l’attività che in essi potrebbe essere legittimamente svolta, sebbene non connaturata da carattere di temporaneità, potrebbe essere in tutto assimilabili a quelle citate” nella stessa delibera. Che si conclude con quello che è un indirizzo: “Sarà cura dell’Amministrazione comunale, nel limite della sua competenza, invitare la Città Metropolitana di Milano e i Comuni ad essa appartenenti, i Municipi e la Regione Lombardia a promuovere analogo indirizzo amministrativo”.
Neofascismo, Milano dice basta: “Mai più raduni dell’ultradestra negli spazi pubblici”
Oriana Liso
30 Novembre 2017