La leadership offerta a Malagò: il casting di Berlusconi spiazza Fi

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ROMA – Ci mancava pure l’enigma del ricovero a rendere più caotica la vita dei forzisti. All’improvviso, dopo un’estate di piena riabilitazione fisica e politica, Silvio Berlusconi ha lasciato la Sardegna per l’ospedale San Raffaele di Milano. La notizia, tenuta segreta da giovedì a ieri mattina, ha gettato nel panico parlamentari ed eletti di ogni dove. Si materializza lo spettro di una ricaduta che renderebbe più incerto il futuro. Non basta, a placare i timori, neppure l’ennesima coincidenza fra l’esigenza di un check-up e la vigilia di un appuntamenento processuale, di una scomoda udienza che in questo caso è quella milanese del Ruby-Ter, fissata per l’8 settembre. Non è sufficiente, a rassicurare la sempre più ridotta truppa azzurra, il sospetto malizioso di qualcuno che Berlusconi cerchi di dribblare le eventuali sentenze per continuare a cullare il sogno Quirinale. Le ore, in questo venerdì di fine agosto, scorrono fra apprensione e mistero: si parla di un problema cardiaco, in mattinata lo staff del Cavaliere fa sapere che il ricovero del Cavaliere «si è reso necessario per «una valutazione clinica approfondita». Nuovi controlli post-Covid che porteranno via un po’ di tempo, è la spiegazione. E il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, dalla Puglia, twitta il suo «in bocca al lupo» all’ex presidente del Consiglio, prevedendo un ricovero «per qualche giorno». Ma di lì a poco un’evoluzione anch’essa sorprendente: Berlusconi, nel pomeriggio, lascia il San Raffaele e va nella sua residenza di Arcore. Lasciandosi dietro una scia di interrogativi che animano le frenetiche consultazioni fra deputati e senatori: tutti a chiedere informazioni ai “fedelissimi” di Berlusconi, a Tajani (impegnato in Puglia) come a Licia Ronzulli (in Calabria). Tutti soprattutto a cercare di capire di più su un futuro che appare sempre più incerto.

Berlusconi vede Malagò: “Forza Italia guidala tu”. Ma il capo del Coni dice no

di

Tommaso Ciriaco

Marco Mensurati

26 Agosto 2021

Berlusconi, le cui condizioni primaverili avevano fatto temere il peggio, nell’estate che si avvia alla conclusione si è ripreso la scena, ricevendo a Villa Certosa leader alleati, ministri, potenziali candidati per il Quirinale come Pierferdinando Casini. Ora, oltre alla soddisfazione per questo ritrovato attivismo, fra i forzisti circola però anche un senso di confusione sulla prospettiva politica. Il progetto più volte enunciato dal fondatore di Fi è quello del partito unico del centrodestra e a Matteo Salvini ha promesso che una federazione potrebbe nascere entro settembre, con un incontro fra ministri e capigruppo di cui però non si conosce ancora la data. Nel frattempo Berlusconi ha però rassicurato, sempre nella sua residenza in Sardegna, Giorgia Meloni, che di un abbraccio con Salvini proprio non vuol sapere. E nel frattempo continuano a essere forti le pressioni di chi, dentro il partito, predilige la rotta moderata: come l’influente pattuglia governativa, dentro la quale spicca la figura di Mara Carfagna, anche lei ospite di Villa Certosa qualche sera fa. Ma sono in tanti a spingere per una Fi più lontana dai sovranisti e soprattutto più draghiana, anche fuori dalle istituzioni: in prima fila, fra gli esperti consiglieri del Capo, c’è Gianni Letta, che ha sponsorizzato un’altra visita illustre nel buen retiro sardo di Berlusconi: quella del presidente del Coni Giovanni Malagò, cui il leader di Forza Italia ha chiesto di dare una mano a far forte un fronte moderato di centrodestra. Offerta gentilmente declinata.

Tutti gli uomini del Cavaliere. I delfini scaricati da Berlusconi

di

Gabriele Bartoloni

27 Agosto 2021



Ieri, il partito ha smentito che Berlusconi abbia proposto a Malagò la leadership del centrodestra ma certo l’idea non dispiace affatto all’ex premier, e soprattutto a Letta. La circostanza conferma la capacità del padre del Biscione di giocare su più tavoli, mantendendo una centralità anche con l’avanzare degli anni, ma è crescente il nugolo dei forzisti smarriti dalla mancanza di un approdo sicuro. Politico e soprattutto parlamentare, visto il calo nei sondaggi e i conseguenti addii che fanno di Fi il secondo partito per numero di transfughi dopo gli inarrivabili 5Stelle. Il Cavaliere è sempre sull’arcione ma continua a oscillare fra la consolidata deriva leghista e le tentazioni popolari. Con un’inquietudine nuova, fra i suoi fan: legata alla salute ma anche alle energie che la difesa dai processi potrà ulteriormente togliergli.

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