ROMA – I patti si rispettano. E Mario Draghi non intende avallare forzature che stracciano unilateralmente decisioni assunte all’unanimità in Consiglio dei ministri. Lo farà capire oggi, pubblicamente, in conferenza stampa, invitando a lasciar perdere con le bandierine di partito. Senza drammatizzare, perché Matteo Salvini prova subito a contattarlo per ridimensionare l’accaduto. Ma stroncando nella sostanza il voltafaccia della Lega, con il richiamo a un metodo condiviso. Significa appellarsi a coesione e coerenza rispetto agli impegni assunti che, a suo avviso, hanno assicurato i risultati raggiunti in sei mesi di governo. Ma c’è di più. Il premier difenderà lo spirito del certificato verde. Se necessario, anche con la fiducia in Parlamento. Nel frattempo, il governo pianifica l’estensione della norma. Alla pubblica amministrazione, con un provvedimento entro metà settembre. E, a seguire, alle aziende private.
Il grande flop della protesta No Vax. Ma la Lega vota contro il Green Pass
di
Gabriele Bartoloni
01 Ottobre 2021
L'”allarme Lega” scatta a metà pomeriggio. È il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà a chiamare Palazzo Chigi. Riferisce che da giorni il Carroccio minaccia forzature e boicotta la maggioranza con un approccio al limite dell’ostruzionismo. A sera arriva la conferma, con Salvini che nega l’impegno assunto dai ministri del Carroccio di far ritirare tutti gli emendamenti.
E dire che la giornata era iniziata in un altro modo. Il fallimento del blocco ferroviario dei “No Green Pass” aveva convinto l’esecutivo della popolarità delle misure di contenimento del virus. E spinto il capo dell’esecutivo a dare forma all’appuntamento di oggi con la stampa.
Flop delle proteste No Green pass: molti controlli ma pochi manifestanti
di
Valeria Forgnone e Laura Mari
01 Settembre 2021
Un incontro pensato per indicare le priorità dei prossimi mesi. A partire, ovviamente, dal contrasto alla pandemia.
L’atto ostile della Lega complica politicamente la strategia, ma non frena Draghi. Quando il premier sceglie una strada, d’altra parte, tende a percorrerla senza troppe deviazioni. Ha fatto dei vaccini una questione prioritaria, non intende fermarsi adesso che serve l’ultimo scatto. Lo chiederà oggi, dopo aver stroncato l’inaccettabile tentativo di fermare l’Italia con un blocco dei trasporti.
No Vax, Veca: “Dall’insulto ai cazzotti. Non sono quattro pazzerelli, il rischio ora va preso sul serio”
di
Brunella Giovara
31 Agosto 2021
Vaccinarsi subito, dunque, e farlo prima dell’arrivo dell’autunno: ecco il senso di quello che dirà. Per mettere in sicurezza la sanità e l’economia del Paese. I numeri, d’altra parte, sono promettenti. Ieri sera è stata superata la soglia dei 40 milioni di italiani coperti con almeno una dose, pari al 74,2% degli over 12. Per tagliare presto il traguardo dell’80%, l’esecutivo progetta di rafforzare il certificato verde con una strategia in due mosse. La prima è estenderlo ai dipendenti pubblici, da inizio ottobre. Una decisione propedeutica al passo successivo, da concordare con le parti sociali: il passaporto vaccinale nel settore privato. Se il governo chiede ai suoi dipendenti di vaccinarsi, lo stesso potranno fare le aziende.
È un progetto che raccoglie il consenso del Pd, di Forza Italia, di Italia Viva e del Movimento. Certo, c’è da fare i conti non solo con “no green pass”, “no vax” e teorici di complotti, ma anche con Matteo Salvini, costretto a sua volta a inseguire l’opposizione aggressiva di Giorgia Meloni. Per Draghi, però, il super green pass rappresenta proprio il punto di compromesso per mediare tra favorevoli e contrari a un vero e proprio obbligo vaccinale. Convinto, in questo, anche dalla forza dei numeri. Tra i quali quelli, sorprendenti, che fotografano l’adesione dei giovani alla campagna. La copertura vaccinale con almeno una dose nella fascia 20-29 anni (75,93%), ricorderà il premier, è più alta di quella 30-39 (71,5%) e 40-49 (74,98%).
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Matteo Pucciarelli
31 Agosto 2021
Una risposta degli “under” che va di pari passo con la voglia di difendere le lezioni in presenza a scuola e nelle università. Toccherà ai ministri Patrizio Bianchi ed Enrico Giovannini elencare gli investimenti per riaprire le aule in sicurezza. Resta il nodo politico. E la richiesta di chiarimento di Enrico Letta. Che arriverà. Non basterà una telefonata, questo è certo. Perché su un punto il premier è stato chiaro con tutti i leader, prima della pausa estiva: non accetterà di farsi logorare da chi mette in discussione l’agenda di governo.