Quando si prova a entrare nella testa di un’altra persona non bisogna dimenticare che quella testa, anche quando si uniforma a comportamenti collettivi, è soltanto sua. E ha una storia irripetibile: percorsi, conflitti, traumi. Ancor più se c’è di mezzo la salute. Quest’irriducibilità della mente alla generalizzazione non ci deve impedire di leggere l’individuo nel suo contesto e riflettere su quella che Freud chiamava “psicologia delle masse” (aggiungendo, non a caso, “e analisi dell’Io”).
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