La sponda di Mattarella a Draghi sulla strada dell’obbligo delle vaccinazioni. Il Colle mai così duro

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L’intervento di Sergio Mattarella ieri a Pavia somiglia a una sponda al governo per introdurre l’obbligo vaccinale. Tre giorni dopo che il premier Mario Draghi ha ventilato l’ipotesi il presidente della Repubblica fa un discorso che si traduce di fatto in un assist sulle immunizzazioni per legge. Il Capo dello Stato è dall’inizio dell’anno che spende la sua autorevolezza sulla necessità di proteggersi, ma non era mai stato così assertivo come stavolta quando ha sottolineato che chi pretende di non farlo costringe gli altri a limitare la propria libertà. Una presa di posizione che arriva mentre i partiti della maggioranza si dividono sulla necessità di varare una norma che renda il vaccino anti Covid non più facoltativo.

I toni usati e le parole scelte dal Capo dello Stato tradiscono un’evidente irritazione per chi contesta la scienza, a cui si aggiunge la condanna fermissima verso coloro che usano violenza fisica e verbale nei confronti di medici, virologi, giornalisti. Con Draghi quindi la sintonia è ancora una volta totale, perché il canovaccio dell’intervento ricalca quello del capo del governo nella conferenza stampa di giovedì. Palazzo Chigi deve decidere come affrontare i prossimi mesi, ora che l’estate è quasi alle nostre spalle.

L’anno scorso di questi tempi il premier Giuseppe Conte continuava a ripetere che stavamo meglio degli altri Paesi, poi arrivò ottobre e la seconda ondata ci travolse, costringendoci a un lungo inverno di restrizioni. Un errore da non ripetere. In più abbiamo uno strumento indispensabile, che allora sembrava ancora un miraggio.

Contro i No Vax Mattarella ha usato parole pesanti come pietre. «Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella innovazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui», ha detto. Si incorre in un doppio errore, sanitario ma anche economico. Perché questo zoccolo duro di non vaccinati, vista la contagiosità della variante Delta, rischia di vanificare anche la crescita economica, che si sta rivelando più incoraggiante delle stime previste mesi fa. L’Italia è ripartita, come hanno sottolineato anche molti giornali stranieri. E la ripresa è stata possibile «grazie alla vaccinazione e ai comportamenti responsabili», come ha spiegato il Presidente.

Non è nemmeno un caso il teatro dell’intervento: un’università. Mattarella era a Pavia per l’inaugurazione dell’anno accademico, in occasione del 660 anniversario dell’ateneo. Dove ha detto che tra i doveri di oggi c’è quello di ampliare la possibilità di accedere alla conoscenza, di renderla completa, senza esclusioni. «La storia ci presenta tante figure di scienziati che hanno fatto scoperte importanti, autodidatti. Ma quanti di più sarebbero stati se l’istruzione fosse stata aperta davvero tutti?». Ecco l’importanza della scienza, nei confronti della quale «abbiamo dei debiti».

È grazie alla ricerca se abbiamo i vaccini. Quindi non c’è spazio per chi invoca complotti, o attacca Big Pharma, o peggio sferra cazzotti ai cronisti che fanno semplicemente delle domande. Sono in ballo le vite delle persone, e il loro diritto a tornare a «impadronirsi e recuperare in pieno luoghi, modo tempi di vita». Mattarella ha quindi elogiato quel quasi settanta per cento di cittadini che finora hanno mostrato senso di responsabilità, «avvertendo il comune dovere di solidarietà».
Un anno fa, alla cerimonia del Ventaglio del luglio 2020, il Presidente aveva già detto che «la libertà non è il diritto di fare ammalare gli altri». E lo scorso 28 luglio, alla medesima cerimonia, aveva ribadito che vaccinarsi è un dovere civico e morale. Il 20 agosto, intervenendo al Meeting di Rimini era andato oltre, spiegando che «il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci», perché «la responsabilità comincia da noi».

Ieri ha alzato ulteriormente l’asticella. Chi non si vaccina mette a rischio la vita altrui. È una linea di demarcazione morale che il Quirinale disegna. Si coglie l’invito, seppur non esplicitato, a non procedere con timidezza sull’estensione del green pass, o dell’obbligo vaccinale. La decisione spetta naturalmente al governo, ma dal Colle hanno fatto capire chiaramente come la pensano.
 

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