Il ministro Bianchi: “Il 13 si riparte con tutti gli insegnanti in cattedra”. Ma i presidi denunciano: “Solo un terzo degli istituti è a norma”

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ROMA – “Iniziamo la scuola il 13 settembre con tutti i docenti al proprio posto”. Il ministro Patrizio Bianchi parla nell’audizione alla commissione Cultura della Camera. “Ci eravamo presi un impegno con le famiglie e lo abbiamo realizzato collettivamente. Sono oltre un milione le persone che lavorano nella scuola, oltre 857 mila i docenti. L’impegno che ci eravamo presi era quello di ripartire con tutti gli insegnanti al loro posto e sono contento di dire che questo impegno sarà realizzato per la prima volta nella storia della Repubblica. Un lavoro titanico”.

Bianchi declina i dati. “Rispetto alle 112 mila cattedre vuote e vacanti: avremo 58.735 mila posizioni a ruolo già assegnate, di cui 14.194 sul sostegno. Altri 113.544 mila incarichi annuali sono stati assegnati, di cui 59.813 sono ancora sul sostegno. Devono ancora farsi solo le assegnazioni di brevissimo periodo, quelle nella potestà dei presidi”. Lo scorso anno le assunzioni erano state 19.995 in totale di cui 1.778 sul sostegno.

L’anno zero della scuola dopo la Dad

di

Corrado Zunino

04 Settembre 2021

“La scuola ha reagito più di tutti all’invito a vaccinarsi, siamo al 92 per cento del personale con almeno una dose – continua Bianchi -, anche perché abbiamo un’età elevata della nostra classe docente. Abbiamo fatto uno sforzo straordinario per riportare la scuola al centro. In primavera facemmo la scelta di tenere i più piccoli in classe e di fare gli esami di terza media e della maturità in presenza. Durante l’estate abbiamo tenute le scuole aperte”.

Il ministro precisa che vuole lavorare alla riforma degli istituti tecnici che permetta dei percorsi di inserimento lavorativo. “Serve trovare una strada che riduca il gap fra la formazione e i bisogni della nostra economia. Bisogna ricucirlo. Serve investire moltissimo sulla scuola e sull’educazione”. Sono sette le riforme di cui il ministro parla, tra cui reclutamento, formazione, orientamento. E alle porte c’è il rinnovo del contratto sulla scuola. Bianchi chiede più soldi ai docenti: “Lo scriveremo nel nostro atto di indirizzo da inviare all’Aran, è una questione ormai di riconoscimento sociale”.

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Il ministro dell’Istruzione si è soffermato sulle cosiddette “classi pollaio”. La norma attuale prevede aule fra i 15 e i 27 alunni. “Quelle in sovranumero – aggiunge Bianchi – sono il 2,9 per cento del totale e sono concentrate negli istituti tecnici e professionali delle grandi periferie urbane. E’ lì che dobbiamo agire ed è lì che agiremo. Mettiamo risorse dove servono e non a pioggia”.

L’Associazione nazionale presidi mantiene una posizione critica sulla scuola e, raccogliendo la Rilevazione Istat sulle misure del benessere equo e sostenibile dei territori, denuncia: “Meno di un istituto su tre possiede ascensori, bagni, porte e scale a norma e dispone, nel caso sia necessario, di rampe esterne. Le differenze territoriali sono ampie, nonostante l’accessibilità degli edifici scolastici sia regolata da disposizioni legislative che tutelano il diritto all’istruzione e all’inclusione sociale”.  

Il presidente Anp, Antonello Giannelli, dice: “Alla luce di questi dati ben venga il piano di investimento del Piano nazionale di resilienza e resistenza che prevede di attuare una progressiva riqualificazione di 900 strutture sportive o palestre annesse alle scuole con attrezzatture ad alta componente tecnologica. Le strutture, però, da sole non bastano a creare queste condizioni: occorrono infatti importanti investimenti su una formazione specifica destinata al personale scolastico”.

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