Dalle destre radicali ai cospirazionisti, l’Europa anti-vaccino

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Destra radicale, Gilet gialli, populisti, cospirazionisti. La galassia dei No Vax in Europa è piuttosto composita. E in alcuni casi conta su una rete di rapporti personali e virtuali sulla rete web. Di certo ha un bacino – che seppure in quantità diverse tra Paese e Paese – in alcuni casi raggiunge un terzo dei cittadini europei. 

E non si tratta di una cifra ipotetica. L’ultimo sondaggio commissionato dal Parlamento europeo per Eurobarometro e reso pubblico in queste ore fa capire che il fronte contro i vaccini ha uno zoccolo duro, persistente. Magari politicamente non omogeneo, ma formato nelle convinzioni. Secondo Eurobarometro, ad esempio, il 29% degli europei non considera l’immunizzazione farmacologica contro il Covid un “dovere civico”. Non che non lo farà o che lo farà, ma non rappresenta un “dovere”. Esattamente la base ideologica di chi propugna questa scelta. L’assenza di obbligo come libertà. L’Italia, da questo punto di vista, è messa molto meglio. Solo il 21% non giudica doveroso il vaccino. Certo, non si può automaticamente sovrapporre la valutazione “civica” ai militanti No Vax veri e propri. Anche perché nel nostro Paese l’80% dei cittadini si è sottoposto almeno alla prima dose. Rappresenta però un segnale. Evidenzia un “brodo di coltura”. 

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Non è un caso che, sempre secondo Eurobarometro, il 27 per cento degli europei non ritenga il Green Pass la soluzione migliore per viaggiare liberamente. Quota che in Italia si abbassa al 24 per cento. Il certificato, infatti, è diventato la seconda trincea della protesta.

Il punto è che il partito contrario al siero anti-Coronavirus ha assunto una forma transnazionale. E crea legami. Soprattutto tra la destra radicale. C’è un filo nero che unisce questi gruppi a quelli neopopulisti e ai sovranisti dell’est Europa. Passando per i cospirazionisti americani che attraverso il famigerato gruppo “Qanon” si sono fatti largo nel Vecchio Continente sfruttando la propaganda on-line e la compiacenza dei servizi di potenze straniere come la Russia e la Cina. In Italia, ad esempio, le proteste più violente fanno spesso perno su Forza Nuova e si legano alle accondiscendenze di chi attribuisce al certificato un valore illiberale. Spesso i movimenti “no Euro”, poi, si sono convertiti ai “No Vax”.

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Si tratta però di posizioni che attraversano tutta l’Europa. Anche in Germania l’estrema destra si unisce ai cospirazionisti, e l’anello di congiunzione è il gruppo Reichsburger che lega i due fattori. In Francia, invece, dove la componente “scettica” è sempre stata tradizionalmente forte, i vecchi “Gilet gialli” si stanno convertendo al “Novaxismo”. Maxime Nicole, uno dei leader della protesta “gialla”, ora è su quella linea. Insieme a Florian Filippot, ex braccio destro di Marine Le Pen. In Gran Bretagna il gruppo “Saveourrights” ha collezionato almeno 16 mila follower sul social Telegram. Dove si fa sentire la voce dei cospirazionisti americani di “Qanon”. È una miscela capace di emulsionare fattori e idee diverse ma sempre nell’ottica della protesta. E della denuncia di un presunto complotto. Del resto, basta vedere quel che succede in molti paesi dell’Est europeo, in particolare quelli guidati da sovranisti e populisti. Lì la diffidenza si è trasformata in linea sociale e politica. La conferma viene ancora proprio da Eurobarometro. Secondo il sondaggio, proprio quelli sono i Paesi in cui si considera meno il vaccino come un “dovere civico”. La peggiore è la Bulgaria: solo il 38% lo ritiene un dovere. Seguita dalla Slovenia (40%), dalla Slovacchia (44%) e dall’Ungheria (52%). L’Italia è nelle prime posizioni con il 76%. Non è un caso che sempre la Bulgaria guidi la classifica del minor numero di vaccinati (22%), insieme a Polonia (60%) e Ungheria (68%). Significativa anche la divisione per età e livello scolastico. I meno “civici” sono gli europei più giovani: solo il 57% degli under 24 reputano il vaccino un dovere, il 56% della fascia 25-39 anni, poi si sale al 63% in quella 40-54 e al 77% degli over 55. Poi ci sono delle contraddizioni in relazione alla scolarizzazione: quelli più contrari all’obbligo vaccinale sono gli europei con una preparazione intermedia, da diploma. La percentuale sale tra i laureati e tra gli studenti.

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Ma c’è un altro fattore che viene evidenziato dal sondaggio: il vaccino viene vissuto in molti Paesi come non limpido. O meglio le autorità pubbliche sarebbero state poco trasparenti. È la teoria del complotto. E sono sempre gli europei dell’est a farla da padroni: lo sostiene il 73% degli ungheresi, il 68 degli sloveni, il 68 dei romeni, il 66 degli ungheresi. L’universo No Vax, dunque, in Europa è variegato. Ma i suoi colori si accendono e si spengono secondo direttrici ormai piuttosto chiare. 
 

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