Green Pass, la strategia di Draghi: un passo alla volta ma la strada è segnata

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ROMA – In consiglio dei ministri non c’è traccia della guerra leghista al passaporto vaccinale. Tacciono i ministri del Carroccio, mentre i vertici dell’esecutivo spiegano che il super Green Pass si farà, e pure presto. Parla Roberto Speranza. Sottolinea l’importanza delle misure. Alza la mano Renato Brunetta: “Presidente Draghi, è fondamentale intervenire sui dipendenti pubblici. Non possiamo perdere un minuto, dobbiamo affrontare con forza questo nodo”. Ha già in tasca il decreto che prevede la fine dello smart working e la carta verde per tutti gli statali. Il premier fa sì con la testa, chiude la partita: “Sì, quello di oggi è soltanto un altro passo – sottolinea di fronte alla squadra di governo – Dobbiamo scrivere bene la norma, che è delicata. Ma la direzione è chiara, segnata. E si va avanti”.

Gli altri passi arriveranno presto. Piccoli, come quelli di ieri. A ben guardare neanche troppo cauti. Prevedere la vaccinazione obbligatoria per tutti i lavoratori che a qualsiasi titolo mettono piede in una Rsa abbatte infatti un altro tabù: per la prima volta si estende l’obbligo al personale non sanitario. Un precedente per il futuro, un’altra scelta politica del premier. Tutto all’insegna di un metodo, che Draghi ribadisce: “Useremo gradualità – dice, secondo quanto riferiscono alcuni ministri – Procediamo un passo alla volta, per scrivere bene le regole ed evitare problemi successivi”.

Green pass, ok dal Cdm: l’estensione a scuola vale anche per i genitori: multe fino a mille euro per chi è senza. Obbligo di vaccino nelle Rsa

09 Settembre 2021

Gli uffici di Palazzo Chigi ci lavorano da una settimana almeno, nonostante il bombardamento di Salvini. Il sottosegretario Roberto Garofoli ha la regia delle operazioni. I ministri interessati cercano sponde tra sindacati e imprese. Bisogna far digerire le nuove svolte, evitare malumori della Cgil, garantire la sicurezza dei lavoratori, assicurare diritti senza esporsi a contenziosi. Alla fine, comunque, il super Green Pass arriverà. Forse già giovedì prossimo si riunirà la cabina di regia. Tre i capitoli sui quali intervenire: il certificato vaccinale per i lavoratori dei settori (come la ristorazione) in cui la carta verde vale già per gli avventori, l’estensione per la pubblica amministrazione e quella per il settore privato.

Piccoli (e grandi) passi, per Draghi, significa però anche dare tempo a Salvini per assorbire le novità, senza provocare strappi parlamentari. E senza infierire troppo a ridosso delle amministrative. Una strategia che è praticabile, almeno per il momento, grazie ai numeri dell’epidemia che non sono da emergenza. Salvini, d’altra parte, fa resistenza ma nei passaggi decisivi non affonda il colpo: alla fine, la sua pattuglia di parlamentari si è espressa in modo favorevole alla Camera sul voto finale alla conversione in legge del primo provvedimento sul Green Pass, malgrado il precedente tentativo di picconarlo assieme a Fdi. Scarse, però, le presenze: due deputati della Lega su tre non erano in aula. Fonti del Carroccio parlano di assenze fisologiche, di parlamentari in fuga verso il week-end. Il sospetto di una diserzione mirata rimane. È certa invece la narrazione salviniana, quella di un successo complessivo da ricercare negli impegni strappati a Draghi con il sì del governo a sei ordini del giorno leghisti: ci sono i tamponi a prezzo calmierato, la possibilità di avere il Green pass solo con i test salivari, l’estensione a 12 mesi del certificato per i guariti dal Covid, il principio del riconoscimento di un indennizzo per chi ha subito danni irreparabili dal vaccino. Impegni, in realtà, che dovranno tradursi in atti concreti: per l’ultima misura, ad esempio, non c’è al momento una previsione finanziaria. Ma il leader della Lega esulta e va avanti, continuando ad alternare messaggi ostili ad atti concreti più morbidi. Alla Camera, ad esempio, il Carroccio è ora pronto a mettersi nuovamente di traverso su un altro dl, all’esame della commissione Sanità: quello che prevede restrizioni per i viaggi a lunga percorrenza e per la scuola. “Faremo battaglia sulla norma che esenta dall’obbligo di mascherina solo gli studenti vaccinati. Così si ghettizzano gli altri”, dice il deputato leghista Claudio Borghi. Ma cosa accadrà quando a Palazzo Chigi si discuterà dell’estensione del Green Pass ai dipendenti della pubblica amministrazione? “Nessun pregiudizio: dipende dalla proposta e siamo in attesa di capirne i dettagli”, fa sapere Salvini. Chissà se cambierà qualcosa nelle prossime settimane, quando il governo – con l’aperture delle scuole – si attende una nuova impennata dei contagi. A quel punto Palazzo Chigi dovrebbe muoversi con maggiore rapidità. E si troverebbe di nuovo fare i conti con l’alleato più bizzoso.

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