Decreto Green Pass, la Lega resta divisa: lo spettro di un Vietnam parlamentare

Read More

Dal 15 ottobre senza il Green pass non si potrà entrare in nessun luogo di lavoro, pubblico o privato. Il decreto che sancisce l’estensione dell’obbligo del certificato verde a tutti i lavoratori ieri in Cdm è passato all’unanimità, anche coi voti dei ministri leghisti, nonostante i malumori di Matteo Salvini e dell’ala del suo partito più critica sul passaporto vaccinale. E ora cosa succederà? Nella Lega – e in Parlamento – si rischia il caos. Cosa farà quando il decreto tra più di un mese arriverà in Aula per essere votato? Il Carroccio si metterà di nuovo di traverso, come è già successo in questi giorni? Si sdoppierà ancora facendo sponda a FdI?

I big della Lega, dal capodelegazione Giancarlo Giorgetti ai governatori Fedriga, Zaia, Fontana, hanno espresso un pieno riconoscimento dell’utilità del lasciapassare sanitario che delinea anche la posizione finale del partito. Un risultato che, in modo implicito, segna una vittoria dell’ala “governista”, quella appunto di Giorgetti e dei presidenti delle Regioni Friuli, Veneto e Lombardia, da sempre favorevoli a questa misura. Mentre ne esce sconfitta la linea dei più scettici e dei contrari a questo provvedimento. Tra questi si posiziona Claudio Borghi. Che ieri ha ribadito: “Io sono contrario al green pass. Aspettiamo di vedere il testo” assicurando però che, quando in Parlamento arriverà il provvedimento con la nuova estensione dell’obbligo del green pass decisa dal governo, non ripeterà “la battaglia”, quella portata in Aula durante la votazione del primo decreto. “L’ho fatta, mi è costata anche tanto, abbiamo visto com’era la situazione: la grande maggioranza dei parlamentari era a favore. Sarebbe velleitario ripeterla. Alla fine, dopo essermi reso conto di essere una minoranza, ho pure votato a favore del decreto in cambio di alcune concessioni”.

Nell’attesa di quel che succederà, ieri dal Carroccio è arrivato il sì all’allargamento ai dipendenti pubblici e privati dell’obbligo del certificato. Ma i passaggi non sempre sono andati così lisci. L’ultima giravolta della Lega c’è stata due giorni fa, quando è arrivato il via libera definitivo al primo decreto Green pass, il provvedimento che ha introdotto dallo scorso 6 agosto il certificato verde per entrare nei ristoranti al chiuso, nelle piscine e nelle palestre, nei musei e nei cinema. Il Senato ha detto sì alla fiducia posta dal governo sul testo approvato dalla Camera giovedì scorso (i voti favorevoli sono stati 189, quelli contrari 32, due gli astenuti). La Lega ha votato a favore del provvedimento, ma alla Camera, in commissione Cultura, ha votato contro il secondo decreto varato dal governo, atteso nell’Aula di Montecitorio lunedì prossimo, che ha esteso l’obbligo della certificazione nelle scuole e nelle università e per i trasporti a lunga percorrenza. Una decisione che ha nuovamente spaccato il fronte della maggioranza. I leghisti hanno votato insieme a Fratelli d’Italia (che ha espresso il suo dissenso anche a Palazzo Madama), mentre FI e Coraggio Italia, le altre componenti del centrodestra, si sono espresse a favore.

Green Pass, il mea culpa del Parlamento: “L’obbligo in aula dovevamo deciderlo prima”. Ma i no vax non ci stanno

di

Emanuele Lauria

16 Settembre 2021

Ma questo è stato solo uno dei tanti dietrofront del partito di via Bellerio. Il primo, che ha spiazzato e spezzato la maggioranza, è stato il voto dei leghisti in commissione Affari Sociali sul primo decreto relativo al Green pass: Claudio Borghi e altri deputati del Carroccio hanno appoggiato la richiesta di soppressione avanzata da FdI, nonostante il provvedimento fosse stato votato già in Cdm da Giorgetti e gli altri. Poi c’è stato altro voto con Fratelli d’Italia sull’astensione dall’obbligo per i minori di 18 anni. Ma alla fine, anche se a ranghi ridotti (su 132 deputati della Lega hanno partecipato al voto solo in 45), l’ok dalla Camera è arrivato facendo così cadere la minacciata ipotesi di un’astensione, che dopo i voti leghisti favorevoli agli emendamenti presentati dall’opposizione, avrebbe inferto un altro colpo alla solidità della maggioranza. Che continua a vacillare, con una Lega al governo divisa e imprevedibile.

Related articles

You may also be interested in

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy

We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.