Arte, Facebook censura “Fiore Nero”, l’opera più famosa di Mirella Bentivoglio: “Incita all’odio”

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Un giovane afro-americano ucciso da un poliziotto. Uno dei tanti, purtroppo, come le cronache degli ultimi anni ci ricordano spesso. Questa volta il caso risale addirittura a mezzo secolo fa. E nel 1971, con un collage di ritagli di giornali che riportavano quella notizia, l’artista Mirella Bentivoglio realizzò una delle sue opere più famose: il Fiore Nero. Un quadro esposto alla Biennale di Venezia nel 1978 all’interno della storica mostra “Materializzazione del linguaggio”.

Adesso che la Sardegna, terra da lei tanto amata, sta per dedicare una mostra all’artista scomparsa a Roma nel 2017, i curatori e il museo dedicato a Maria Lai che da sabato 25 settembre ospita l’esposizione hanno deciso di promuoverla sui canali social proprio con quella immagine, il Fiore Nero che forse, più di qualsiasi altro, rappresenta Bentivoglio.

Tutto bene? Nient’affatto. La legge dell’algoritmo non perdona e, incredibilmente, ieri è stata improvvisamente oscurata la pagina Facebook del museo dedicato a Maria Lai. Pare che quell’opera inciti dall’odio – così spiegano da Facebook – e dunque va rimossa. Non senza la classica “quarantena” che spetta a chiunque violi la policy del social di Zuckenberg.

Fiore nero, un atto di denuncia verso i soprusi e le discriminazioni, si trasforma paradossalmente in uno strumento che potrebbe infastidire qualcuno e, addirittura, incitarlo ad atti di violenza: “La sospensione della pagina ci ha colto di sorpresa e amareggiato – spiega Davide Mariani, direttore della Stazione dell’Arte – se pensiamo che una grande artista come Mirella Bentivoglio ha fatto delle battaglie per i diritti, per l’inclusione e l’emancipazione femminile i suoi vessilli. Abbiamo da subito attivato tutte le procedure di ripristino della pagina non senza difficoltà, in quanto le operazioni di recupero risultano alquanto macchinose e nemmeno i tempi sono certi. Confidiamo di poter riattivare il canale quanto prima”, conclude.

L’opera del 1971, come detta, è composta da ritagli di giornale assemblati per formare un fiore nero, da cui l’opera trae il titolo, e sono accompagnati dalla dicitura di grande impatto emotivo: “Neri i vestiti, nera la bara, neri i cavalli, neri perfino i fiori”. Un tema drammaticamente attuale dunque, che ieri come oggi, scuote le coscienze e porta a galla questioni irrisolte e contraddizioni che ancora attanagliano la società contemporanea.

Sardegna, una mostra per ricordare Mirella Bentivoglio. L’altra faccia della luna, dalla parte delle donne

17 Settembre 2021

In attesa che Facebook si decida a riconoscere la sua gaffe, a Ulassai (in provincia di Nuoro) è tutto pronto per la prima retrospettiva dedicata a Mirella Bentivoglio nei suggestivi spazi dell’ex rimessa del treno. La mostra si intitola L’altra faccia della luna ed è organizzata proprio dalla Fondazione Stazione dell’Arte, in collaborazione con l’Archivio Mirella Bentivoglio di Roma e con il sostegno del Comune di Ulassai, della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna.

Curata da Davide Mariani, direttore della Stazione dell’Arte e da Paolo Cortese, curatore dell’Archivio Mirella Bentivoglio, la rassegna mette in luce la complessità e la profondità della sua poetica, attraverso l’esposizione di oltre cinquanta opere, foto, video e bozzetti che permettono di apprezzare i momenti più rilevanti della sua carriera artistica e curatoriale, stimolando riflessioni e dialoghi su argomenti oggi più che mai attuali.

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