Meloni: “Centrodestra senza leader”. E sfida Salvini nelle piazze della Lega

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ROMA – “E chi l’avrebbe mai detto?”. Giorgia Meloni coccola con gli occhi una piazza Duomo piena e non trattiene la soddisfazione per il successo in trasferta: “Tutta questa gente a Milano, qualche anno fa avrei fatto fatica a crederci…”. È il culmine della sfida lanciata nella città dell’alleato rivale, Matteo Salvini, nella capitale della Lega che Fdi, a sorpresa, tallona nei sondaggi. È il sabato dell’orgoglio di bandiera, in un centrodestra che procede in ordine sparso e che vede i leader a caccia di voti in territorio altrui. Una campagna incrociata, a distanza, che dà la misura delle divisioni nella coalizione, con Forza Italia gelida e ferita dalla recente campagna acquisti salviniana in casa propria.

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Quale sia il clima, Meloni lo ha fatto capire alla vigilia del tour, ai microfoni di Telelombardia, negando la fascia di capitano a Matteo Salvini: “Non c’è un capo della schieramento e non potrebbe esserci ora che i partiti del centrodestra hanno posizioni diverse tra loro: c’è chi sta al governo e chi sta all’opposizione. È difficile avere un leader che decida per tutti”. Si affretta, la pasionaria della Destra romana, a dire che poco le interessa la competizione della Lega, che a lei “basta aver superato Pd e M5S”. Ma l’ombra di Salvini, e della gara interna, accompagna Meloni in questo viaggio sulle strade del Carroccio, che passa da Busto Arsizio e da Arcore ma non da Varese, dove c’è un candidato sindaco leghista. A Milano lo sfizio di un bagno di folla nel teatro di tante performance del numero uno di via Bellerio, ma anche l’onere di difendere Luca Bernardo, lo sfidante di Beppe Sala zavorrato dalle sue gaffe: “Di Bernardo – afferma Meloni – hanno detto di tutto, che era pericoloso, inadeguato. Una specie di macchietta. Qualcosa non torna, è uno dei pediatri più stimati d’Italia. Io sono una madre: voi pensate che le madri avrebbero messo i loro figli nelle mani di una macchietta pericolosa?”. Il tutto mentre a poca distanza ci sono tensioni fra la polizia e un nutrito gruppo di manifestanti No Pass che tenta di forzare i blocchi.

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Nello stesso momento l’altro, Matteo Salvini, fa incetta di selfie in un feudo meloniano, Tor Bella Monaca, periferia romana. “La Lega sarà la sorpresa di queste elezioni”, garantisce. Per poi cercare di ravvivare l’immagine di un altro candidato sindaco reduce da una campagna elettorale appannata, Enrico Michetti, che ai richiami all’antica Roma e alle fughe dai confronti deve aggiungere l'”onta” di aver votato e sostenuto alle Europee del 2019 il suo attuale competitor del Pd, Roberto Gualtieri. Circostanza che emerge dalle chat pubblicate da Tpi (The Post International) “Michetti? Al primo turno darà dieci punti di distacco agli avversari”, taglia corto Salvini, non soffermandosi sul risultato dell’eventuale ballottaggio. E Forza Italia? Manifesta anch’essa per conto proprio: oggi big e ministri in campo, a Milano, a sostegno di Bernardo. Di una kermesse congiunta di tre leader non si parla più. Forse una o due conferenze stampa la prossima settimana, per simulare un’unità che svanisce.

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