Chi è Luca Morisi: dal “Vincisalvini” al boom dei selfie, storia del megafono social di Salvini

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Gli ultimi giorni li aveva trascorsi chiuso a casa, a Mantova, vicino al padre e alle ombre di una “fragilità esistenziale” che ha denunciato in un messaggio senza veli. Nella vita di Luca Morisi, 47 anni, lo spin-doctor che ha fatto diventare Salvini l’uomo più social d’Italia, si era da poco insinuata l’angoscia di un’indagine per droga che, assieme ai “problemi familiari” raccontati alla cerchia leghista unita da chat comuni, ha d’un tratto cambiato la sua traiettoria. Chi negli ultimi giorni, dopo l’annuncio del suo periodo sabbatico, cercava motivazioni politiche o contrasti interni dietro il rumoroso forfait di Morisi, si è dovuto imbattere in una vicenda più complessa, che ha sì a che fare con la sfera personale ma ha contorni decisamente inaspettati. Una svolta, nella storia personale e politica di questo esperto di nuove tecnologie che ha insegnato a contratto all’Università di Verona sino al 2015, tenendo anche dei laboratori di “filosofia informatica”, materia che già dice tanto dell’originalità e della complessità del personaggio.

Luca Morisi chiede scusa. Salvini: “Ha sbagliato, ma può contare su di me”. Le reazioni da Renzi a Dadone

di

Emanuele Lauria

27 Settembre 2021

Con Matteo Salvini fu colpo di fulmine:  nel 2012 un incontro ai margini di un’ospitata del leghista a Porta a Porta, e un innamoramento immediato, da parte di Morisi. Poco più di un anno dopo l’inizio della collaborazione ufficiale, alla vigilia dell’ascesa del Capitano (termine coniato proprio dall’ex guru) ai vertici della Lega:  Salvini, con Morisi sempre alle spalle (“Lavoro per lui quasi 24×7”, scrive su Twitter), prende il comando di un partito federalista al 4 per cento per trasformarlo in una ruspa sovranista destinata ad arrivare sulle vette del 34 per cento. Un’impennata di consensi seguita di pari passo all’aumento di popolarità sui social-network, Facebook in primis. I cinque milioni di follower sono figli della strategia aggressiva della “Bestia”, termine che indica la struttura informativa di Salvini e insieme quel complesso di idee e strumenti utilizzati per intercettare l’umore dei social. Anzitutto l’uso parossistico dei selfie, che nella calda estate del 2019 arrivò a produrre 1.500 autoscatti al giorno. Secondo una statistica nota a Morisi e ai suoi, ogni utente di Fb ha in media 342 amici, e si giunge così a un dato impressionante: ogni giorno che passa il faccione del candidato premier compare 513 mila nuove volte nel social più popolare. Per non parlare di Twitter e Instagram. Una pubblicità impagabile. La conquista del cyberspazio, invaso da foto di gattini, cibo, nutella, pose in felpa e in costume da bagno, il tutto al fianco di una comunicazione politica basata su due o tre temi chiave, l’immigrazione clandestina in primis.

“Ci ha dato lui la droga”. Sotto inchiesta Morisi, inventore della “Bestia” di Salvini

di

Giuliano Foschini

Fabio Tonacci

26 Settembre 2021

E poi trovate da luna park come il  “Vinci Salvini”, un’idea di Morisi per aumentare l’engagement del segretario alla vigilia delle elezioni politiche del 2018. Il gioco consisteva in una gara tra utenti: chi metteva più like ai post della Lega vinceva un incontro con Salvini in persona. Tutto ciò, lentamente, ha sì irrobustito la visibilità del segretario ma lo ha anche costretto a inseguire platee No Vax non gradite a un’altra ala della Lega, quella governativa e giorgettiana, strettamente legata al premier Draghi. La macchina, negli ultimi tempi, aveva rallentato, chissà se per far rimettere Salvini su un binario istituzionale dopo le spaccature leghiste in Parlamento o semplicemente (brutalmente) per i guai di Morisi finito sotto la lente dei pm. Di certo, un ciclo si è chiuso, e il guru che ha mandato in orbita l’immagine di Salvini è costretto a chiedere scusa. Per paura di comprometterla, quell’immagine,  a sei giorni dalle elezioni.  

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